sabato 30 agosto 2008

X-Files

X-Files-I-want-to-believe-poster
Anno 1993-2002
Stagioni 9
Episodi 201
Ideatore Chris Carter
Interpreti



David Duchovny, Gillian Anderson, Mitch Pileggi, Robert Patrick, Annabeth Gish


Questa è a mio avviso la miglior serie televisiva mai prodotta.
L'idea di Chris Carter è stata geniale, Fox Mulder, genio "scomodo" laureato ad Oxford, brillante e geniale profiler dell'FBI, è ossessionato dalla sparizione della sorella in circostanze misteriose.
Convinto che la sorella sia sparita per opera degli alieni, comincerà a lavorare all'interno dell'FBI, a tutti i casi irrisolti legati al paranormale.
Nel Bureau, per tradizione, i casi irrisolvibili vengono messi nella lettera X, in genere quella dell'archivio con meno pratiche; da qui il nome convenzionale di X-Files, per tutte quelle pratiche dell'FBI che vengono archiviate cone non risolte.
I direttori gli affiancano l'agente Dana Scully, laureata in medicina,. che dovra tenere d'occhio Mulder, il cui operato non viene visto di buon occhio all'inteno dell'FBI.
Il rapporto tra i due, anche grazie al fatto che Scully, nelle sue indagini dovra prendere atto per esperienza diretta dell'effettiva esistenza di fenomeni paranormali, diventerà sempre più stretto e di fiducia.
La tesi centrale della serie è che gli alieni esistano, che rapiscano animali ed esseri umani per fare esperimenti, e che ci sia una lobby di potere sovranzazionale che è a conoscenza dell'esistenza degli alieni, e che opera per occultarne la presenza alla gente per non creare il panico.
Questa lobby di potere, naturalmente spregiudicata, comunica anche con loro nell'eventualità di garantirsi un' immunità in caso di invasione, e non esita ad utilizzare ogni mezzo per perseguire i propri scopi, operando regolarmente per depistare le indagini di Mulder sugli alieni.
Nei numerosisimi episodi però non si parla solo di alieni, ma vengono toccate turtte quelle leggende legate al paranormale, come ad esempio il chubacabras, del quale recentemente pare si sia svelato il mistero.
Di tutti i 201 episodi non ce n'è uno che sia scontato, la metodologia d'indagine di Mulder, uniti alla mentalità scientifica di Scully rendono avvincenti gli episodi, che per gli argomenti trattati, e per la sapiente realizzazione, sono ricchi di suspence.

giovedì 28 agosto 2008

Taken

taken-locDa un'idea di Steven Spielberg è nata una serie fantascientifica a suo modo singolare. Primo perchè prevede una sola stagione (più singolare di così), secondo perchè coinvolge 3 famiglie in un arco di tempo che va dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. In tutto 14 ore divise in 10 episodi, ognuno dei quali è diretto da un regista diverso, che ci portano a ripercorrere i miti sugli incontri con gli alieni a partire da Roswell.
Due famiglie sono "perseguitate" dagli alieni, che ne rapiscono i membri generazione dopo generazione facendo esperimenti e sconvolgendo loro la vita. La terza famiglia è quella del militare che si occupa, fin dal ritrovamento di Roswell, di eliminare le prove dell'esistenza aliena onde evitare panico e isteria collettiva nella popolazione. A tratti la narrazione si fa lenta, ma è indispensabile la lunghezza per spiegare con maggiori dettagli tutto ciò che accade ai protagonisti.  
Uscita in Italia nel 2004, la serie vanta tra i protagonisti l'alieno più bello del mondo, Eric Close (in tv con Senza traccia e prima in I magnifici sette), e la bambina prodigio Dakota Fanning (vista in Ally McBeal, CSI, nel commovente Io Sono Sam e nel blockbuster La Guerra dei mondi). Come regista appare anche Tobe Hooper, conosciuto soprattutto per Poltergeist e vari altri film horror.
Gli alieni non sono più quelli di Alien o di E.T., in questi anni le sfumature tra buoni e cattivi si son fatte sempre più numerose e risulta difficile classificare personaggi e storie. Sono semplicemente diversi. Mi chiedo solo come saranno gli alieni nei prossimi anni, visto il ritorno della diffidenza verso l'altro che stiamo vivendo. Forse gli alieni saremo noi...

mercoledì 27 agosto 2008

Ultima Fermata Brooklyn

Titolo originale: LAST EXIT BROOKLYN
Regista: Uli Edel
Interpreti: Stephen Lang, Jennifer Jason leigh
Autori: Hebert Selby Jr. (libro), Desmond Nakano (sceneggiatura)
Uscita: 4 maggio 1990 (USA) girato nel 1989
Genere: Drammatico, Criminale
Awards: 6 wins

Nei primi anni '50 in uno dei distretti di Brooklyn  di New York, sullo sfondo di uno sciopero a muso duro, s'intrecciano le vicende di operai, sindacalisti, soldati (guerra di Corea in corso), puttane, barboni. Come da titolo originale è Uscita, non fermata. Da un romanzo (1957) di Hubert Selby Jr. che non ho letto, è stato il primo film vietato ai 18 che sono andato a vedere qualche settimana dopo averli compiuti. Non ero sufficientemente maturo a vedere ed ascoltare le storie di questi personaggi che all'epoca ho trovavo grotteschi da un lato e decadenti dall'altro. Non conoscevo niente dell'animo umano, sia maschile che femminile, e vedere la denigrazione delle persone nella fattispecie della prostituta, mi ha segnato. Non ho più guardato nessuna persona come prima. Drammatico e violento racconto della vita di un quartiere allo sbando, dove ognuno penava per la propria tribolata esistenza, ma non facendo nulla per uscirne, anzi vivendo la propria tragedia sino in fondo. Duro, crudo, irrealistico, ma a posteriori quando ancora ci penso uno scorcio sul lato oscuro dell'animo umano, che spesso non si vuole vedere.

martedì 26 agosto 2008

Harold e Maude


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Paese: U.S.A
Anno 1971
Durata 90'
Regia Hal Ashby
Interpreti

    
Bud Court, Ruth Gordon, Vivian Pickles, Cyril Cuzack,
Musiche Cat Stevens
Uno dei film più surreali di Hal Ashby.
Harold, figlio di una madre ricca e possessiva, sfoga il suo senso di ribellione inscenando finti suicidi.
E' appassionato di funerali, ai quali si reca sovente come spettatore.
Conoscerà Maude, un'arzilla ottantenne, proprio grazie alla sua passione per i funerali, creando con lei un forte legame affettivo; insieme a Maude potrà finalmente dare libero sfogo alla sua ribellione.
Il senso di ribellione e la tendenza all'anticonformismo, sempre molto presenti nelle pellicole fine anni 60 e 70 anche in forme stilisticamente un po' stucchevoli, in questo film è trattata con grande ironia.
Strepitosa  Ruth Gordon nel  personaggio di Maude.
Una commedia dolce, mirabilmente scandita dalle musiche di Cat Stevens.



Uno dei film più surreali di Hal Ashby.
Harold, figlio di una madre ricca e possessiva, sfoga il suo senso di ribellione inscenando finti suicidi.
E' appassionato di funerali, ai quali si reca sovente come spettatore.
Conoscerà Maude, un'arzilla ottantenne, proprio grazie alla sua passione per i funerali, creando con lei un forte legame affettivo; insieme a Maude potrà finalmente dare libero sfogo alla sua ribellione.
Il senso di ribellione e la tendenza all'anticonformismo, sempre molto presenti nelle pellicole fine anni 60 e 70 anche in forme stilisticamente un po' stucchevoli, in questo film è trattata con grande ironia.
Strepitosa  Ruth Gordon nel  personaggio di Maude.
Una commedia dolce, mirabilmente scandita dalle musiche di Cat Stevens.



Uno dei film più surreali di Hal Ashby.
Harold, figlio di una madre ricca e possessiva, sfoga il suo senso di ribellione inscenando finti suicidi.
E' appassionato di funerali, ai quali si reca sovente come spettatore.
Conoscerà Maude, un'arzilla ottantenne, proprio grazie alla sua passione per i funerali, creando con lei un forte legame affettivo; insieme a Maude potrà finalmente dare libero sfogo alla sua ribellione.
Il senso di ribellione e la tendenza all'anticonformismo, sempre molto presenti nelle pellicole fine anni 60 e 70 anche in forme stilisticamente un po' stucchevoli, in questo film è trattata con grande ironia.
Strepitosa  Ruth Gordon nel  personaggio di Maude.
Una commedia dolce, mirabilmente scandita dalle musiche di Cat Stevens. 


Autore del post: Fab

Nightmare, dal profondo della notte

NightmareNon so come mai, ma la mia infanzia è stata piena di sogni e di incubi. Ancora prima di cominciare l'adolescenziale tour dell'orrore. Sarò predisposta.
Il film che preferisco, col cattivo più brutto e spaventoso, con una trama almeno vagamente sensata (che i film dell'orrore solitamente non hanno), tra quelli che riguardano brutti sogni è di sicuro questo di Wes Craven.
Nei sogni di un gruppo di adolescenti (tra cui spicca un Johnny Depp ancora in carne e decisamente carino) si aggira un uomo nero. Ha in testa un cappellaccio, il viso ustionato e le mani guantate d'artigli. E uccide. Fa il gioco del gatto col topo nei loro sogni, li insegue, li spaventa e alla fine li uccide. Sul serio. Perchè non ci sono sogni che siano solo sogni.
Certo, è un film dell'orrore. Non ha grandi pretese. Però il suo lavoro lo fa eccome. Magari un po' superato, adesso. Anche se non nasconde un significato profondo garantisce un'ora e mezza circa di brividi. Belli gli effetti speciali, se pensiamo che è del 1984, bravissimo Robert Englund (il dolce alieno di V-Visitors) nei panni di Freddy Krueger. La critica lo ha definito comunque come "intessuto di riferimenti simbolici alle paure dell'infanzia, alla difficoltà di crescere in comunità basate sull'ipocrisia, la falsità, l'odio, all'impossibilità per le nuove generazioni di sognare". (F. Cacchiari) Il che mi dice che pur nell'orrore scelgo bene.
Lo so che vi ho fatti rabbrivire... Proprio questo volevo...

Duel

non è cappa e spada, ma singolar tenzone..

duelEcco, sapete quando vi prende un’angoscia e non vi abbandona?

Per me l’espressione geniale della paura che perseguita l’uomo come leit-motiv della sua vita, perché noi conviviamo con la paura più di quanto non lo sappiamo, è Duel.

Un tacchinatore che ti segue, sparisce, ti riprende, ti illude e poi ti disillude.

Lotti con tutta l’anima e puoi vincerla anche senza mai averla vista in faccia.

Puoi solo affrontarla.

Uno dei più bei film realizzati.

Autore del post: Gmai

lunedì 25 agosto 2008

Due consigli

Un blog di cinema! Voglio postare anch’io!
Vediamo un po’… esordirei parlando di due dei film più belli che ho visto nella passata stagione, e che naturalmente sono usciti in due sale in tutta Italia per un paio di giorni. Riferiscomi a:

once_locandinaONCE
Punto primo: è ambientato a Dublino, e già ci sarebbe poco altro da aggiungere.
Poi: i due protagonisti non sono attori. Sono Glen Hansard, il frontman dei Frames , e una giovanerrima cantante ceca, tale Marketa Irglova. Ciò perché la musica è alla base della storia (e infatti ha pure vinto l’oscar): lui è un musicista di strada, lei una pianista dilettante, si incontrano, fanno amicizia, forse si innamorano un po’ (ma non si baciano nemmeno), e suonano e cantano. Insomma, una storia minimal alla “Prima dell’alba” (che guarda caso è uno dei miei film preferiti). Dicevo della musica: io sto ascoltando la colonna sonora a ripetizione da quando ho visto il film, quindi da novembre (grazie, Torino Film Festival!). Mi distrugge. Fra primi Radiohead, Jeff Buckley, Coldplay, Nick Drake… insomma, avete capito il genere, no?
controlCONTROL
Anton Corbijn che dirige la storia della vita di Ian Curtis. Poteva forse venire male? No. E infatti è perfetto. Dimenticatevi le pessime biografie hollywoodiane (tipo “Walk the line”, per intenderci, il biopic su Johnny Cash: bravi Joaquin Phoenix e Reese Whiterspoon, ma film inutile e smielato), qui c’è il bianco e nero tipico di Corbijn che fa tanto New Wave, Curtis non diventa un santino e la scena del suicidio farebbe piangere un serial killer pedofilo cannibale. Sam Riley, il protagonista, è incredibilmente somigliante al vero Ian Curtis, ed è bravissimo e tormentatissimo. 




Autore del post: LB

I ponti di Madison County

L'immagine “http://www.mymovies.it/filmclub/2006/08/111/locandina.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.Premetto che non sono da film romantici. Ma questo è il mio film d'amore preferito, in assoluto.
Regia di Clint Eastwood del 1995.
Francesca-Meryl Streep è tranquillamente sposata con due figli, vive nella campagna dell'Iowa. Marito  figli si assentano per quattro giorni per partecipare ad una fiera, lasciandola sola. Arriva Robert, fotografo del National Geographic, in zona per fare un servizio sui ponti coperti. I due si incontrano per caso, e per quattro giorni vivono un amore perfetto, stravolgendosi le vite. Alla fine dei quattro giorni lei potrebbe decidere di mollare tutto e seguirlo, vorrebbe deciderlo, invece sceglie di non staccarsi dalla famiglia, e i due non si rivedranno mai più. Eastwood gira un film perfetto, una storia d'amore atipica, con una delicatezza senza pari. La Streep è di una bravura ineguagliabile. L'amore tra i due protagonisti, non più giovani, va oltre l'attrazione fisica, oltre le convenzioni sociali, oltre il tempo e lo spazio.
La scena durante la quale lei, alla fine dei quattro giorni, è in auto col marito, in coda al semaforo sotto la pioggia; davanti a loro c'è l'auto di Robert, che quando scatta il verde non parte per dare a lei gli ultimi attimi di scelta; lei ha la mano sulla maniglia, la stringe, sta per aprire la portiera e scendere da quell'auto e dalla sua vita. Ma non lo fa. Pochi attimi. Poi il marito si spazientisce con quel tizio che chissà perchè non parte, suona il clacson, Robert mette la freccia e gira verso il resto della sua vita, senza di lei. Rimane a mio avviso una delle scene più intense e struggenti mai girate.
Quello che mi ha sempre stupita è che dopo non succede nulla: nessuna crisi, nessun ripensamento, nessun colpo di scena. Francesca continua la sua vita con serenità,crescendo i figli e accudendo il marito fino alla fine; ma da quei quattro giorni lei appartiene a Robert. E lui prosegue la sua vita uguale a prima, ma diversa, cambiata dall'incontro con quella donna che lui possiede come nessun altro, senza averla.
L'amore perfetto si basa sempre su di un'impossibilità?

domenica 24 agosto 2008

Monsoon Wedding



monsoon weddingCon sottotitolo matrimonio indiano.
Essendo un tantino appassionata dell'India, dei suoi colori e del modo espressivo della sua gente, mi sono subito innnamorata del film di Mira Nair. Colorato, a tratti poetico, a tratti assurdo, o drammatico o sentimentale. Dire perchè non saprei con esattezza.Un fatto di atmosfera.
Da ogni parte del mondo giungono a Nuova Delhi i parenti per assistere al matrimonio combinato tra Aditi e Hemant, ingegnere a Houston. Lei è ancora innamorata del suo ex ed è spaventata all'idea di sposare un estraneo.Nei preparativi del matrimonio in stile classico altre coppie si innamorano e alcuni segreti scomodi vengono alla luce sconvolgendo la famiglia fino ad allora molto unita.
Poeticissimo l'amore tra l'organizzatore di matrimoni e una domestica della casa, fatto di sguardi e di sorrisi, di fiori e di pudori, di timidezza. Il modo classico e quello della nuova India di formare coppie, di innamorarsi, di fare scelte. Il sospetto e le confessioni di Ria, la cugina della sposa, che ha una vita inusuale per una donna indiana daranno una svolta al modo di vedere la famiglia di tutti i partecipanti. Il tutto, però, condito dai canti e dall'allegria un po' bollywoodiana, dai colori caldi e avvolgenti e da un romanticismo d'altri tempi.
Il film ha vinto il Leone d'oro a Venezia nel 2000, a parer mio meritato. Tra i film che ho visto di Mira Nair mi sembra il più bello. Almeno quello più divertente. Lo consiglio a chi ama l'India come me, a chi ama i colori e l'amore fatto di sguardi.

sabato 23 agosto 2008

Cous cous

graineetlemulet
Titolo Originale La Graine et le Mulet
Paese Francia
Anno 2007
Durata 151'
Regia Abdelllatif Kechiche
Interpreti


Habib Boufares, Hafsia Herzi, Farida Benkhetache, Abdelhamid Aktouche














Slimane lavora in un cantiere navale ed è minacciato di essere licenziato.
Decide di avviare un ristorante magrebino  su una barca ancorata nella cittadina dove vive.
Divorziato dalla moglie vive nell'albergo di cui la padrona è l'attuale compagna.
La quasi totalità dei personaggi è di origine magrebina, curiosa la doppia famiglia di Slimane, situazione che appartiene molto di più alla cultura francese, che a quella araba.
I personaggi sono molto ben delineati, molto brava e bella Hafsya Herzi che interpreta il ruolo di Rym, la figlia della compagna di Slimane, che molto legata a lui, lo aiuterà nel lungo iter per la realizzazione del ristorante e che sempre per aiutarlo inscenerà, per cause di forza maggiore, al vernissage del ristorante una intrigante danza del ventre
Interessante il contrasto tra le due famiglie di Slimane, la prima chiassosa e con molti componenti, tipica del cliché arabo, la seconda più silenziosa e in qualche modo malinconica e senz'altro più simile al carattere del sessantenne Magrebino.
Ben delineati anche i contrasti velati di ipocrisia, in nome del rispetto per Slimane, tra le due famiglie.

Il quinto elemento

Quinto_ElementoDi tutt'altro tipo di fantascienza, secondo me, ma non meno interessante. Divertente come un fumettone, con dei cattivi che sono più una macchietta che dei veri cattivi. Primo su tutti Gary Oldman, che è uno dei miei attori preferiti. E a quanto pare anche di Luc Besson, che lo ha usato anche in Leon, tre anni prima.
Il film è del 1997 e ha un cast di stelle tra cui un cammeo abbastanza inutile di Luke Perry (di Beverly Hills 90210) che fortunatamente viene ucciso, pure dai buoni, all'inizio. C'è un Bruce Willis divertente ma non eccezionale, una bellissima Milla Jovovich che ha la faccia giusta per questo personaggio. Buffissimi Ian Holm e soprattutto Chris Tucker nei panni della superstar della radio più assurda del cinema.
La storia parla di salvare il mondo da un male, al solito alieno, in arrivo. La protagonista viene ricostruita in laboratorio e un po' maltrattata prima di piombare con un big badaboom nel taxi di Bruce Willis, che l'aiuterà e, ovviamente se ne innamorerà. Tra viaggi, contrattempi, sparatorie, ferimenti e crisi isteriche. In ogni caso, alla fine il mondo è salvo. Missione compiuta.
Dicevo, il film è godibile, molto fumettoso e colorato. Pieno di azione e divertente, ma non del tutto completo. Sembra costruito per stupire ma non troppo per emozionare. A parer mio un po' più favola del dovuto, visto che di salvare il mondo si tratta. Ma ti lascia un senso di piacevole euforia e questo basta, almeno per un po'...

venerdì 22 agosto 2008

Alien

AlienAlien, di Ridley Scott, è uscito quando io non avevo l'età per vederlo (era vietato ai minori di 14 anni). Di solito andavo al cinema con mio padre ed i miei cugini, di poco più grandi di me. Il fatto che loro fossero andati a vederlo senza di me mi aveva lasciato un po' di amaro in bocca, così, appena mi fu possibile, corsi a vederlo. Senza paura, visto che ero una ragazzina coraggiosa.
Il film è grandioso, un po' lento per i nostri tempi, con una fotografia e delle ambientazioni cupe al punto giusto. Un film claustrofobico in cui tutto è tensione, anche solo uno sguardo. In cui conta molto più quello che sta arrivando di quello che poi vedi. Quello che sta nascosto nel vapore che riempie i locali. Quello che vedi sempre troppo tardi.
Si narra dell'astronave Nostromo che incappa in un pianeta sconosciuto e nell'esplorarlo, purtroppo, l'equipaggio non torna solo. Una creatura decisamente ostile semina paura, bava, sangue corrosivo e morte tra i membri dell'equipaggio. Nota positiva è che finalmente compare una figura eroica femminile, una cosa rara nei film dell'epoca, specie se minimamente d'azione. Si parla del diverso e dell'ignoto, forse senza dire grandi cose. In fondo l'altro è grande, brutto e cattivo proprio come dev'essere. Almeno fino all'arrivo di E.T., qualche anno dopo. Si è detto che fosse un'esigenza dettata dal clima politico dell'epoca, la necessità di fare dell'altro un essere tremendo, di cui avere paura. Fatto sta che dal 1982, cioè da E.T., gli alieni non sono più solo cattivi. Segno di distensione...
Alcune scene restano impresse nella memoria. E nella storia del cinema. Il baby alieno che sbuca dal suo ospite umano (ripreso anche da Mel Brooks in Balle Spaziali), il respiro affannato di Ripley mentre vaga per la nave, il micione rosso che soffia, Sigourney Weaver in canotta e slip... Gli effetti speciali dell'epoca, quando ancora non c'era l'uso spropositato dei computer, i pezzi di creatura e di astronave alieni disegnati da Giger (tra l'altro giusto premio Oscar per gli effetti visivi insieme a Rambaldi)...
Insomma, un film del 1979 che resta a mio parere uno dei migliori film di fantascienza e uno dei lavori più riusciti di Ridley Scott.