Mi rendo conto solo ora di non aver scritto neanche una parola sugli ultimi film visti (The Avengers e Men in Black 3D), ma ormai mi sembra un po' tardi per porre rimedio... quindi procedo senza indugi con quest'ultima visione.
Qui la favola popolare, codificata poi dai fratelli Grimm, è vista in una chiave ancor più gotica del consueto e viene raccontata in un'ottica decisamente singolare. E' un peccato, però, che non approfondisca nessuno dei temi che accenna, ma piuttosto tenda un po' al miscuglio con rimandi a tante, forse persino troppe, altre favole e leggende.
La storia la conosciamo tutti: la giovane Biancaneve rimane orfana di madre, il re inconsolabile alla fine si risposa (in questo caso tratto in inganno da una bella donna solo apparentemente indifesa) e successivamente muore (in questo caso per mano della donna di cui sopra, giusto la notte di nozze), lasciando la figlia ed il regno nelle mani della Regina crudele che, ossessionata dal timore di perdere il proprio titolo di più bella del reame, ordina al cacciatore di portare la sventurata Biancaneve nel bosco e di ucciderla.
In questa versione la giovane Biancaneve è tutt'altro che la fragile ragazza a cui si è in genere abituati, ma anzi viene inseguita dal cacciatore perché è fuggita dalla prigione in cui la Regina l'ha fatta rinchiudere sin dalla morte del Re, e si rivela una discreta combattente; la Regina, Ravenna, strega capace di potenti magie, è in realtà una creatura dal cuore inaridito, ferita dalla consapevolezza che gli uomini si invaghiscono della bellezza femminile, usano le donne finché tale bellezza sfiorisce con l'età ed a quel punto le gettano ai cani per cercare una nuova sposa più giovane e fresca; il Principe Azzurro è del tutto inutile, anche per quell'unico scopo che ha nella favola classica (ed anche solo per questa verità il film dovrebbe essere visto da TUTTE le ragazzine, che altrimenti crescono con un falso mito insensato e fuorviante) ed il Cacciatore -vuoi perché Thor è sempre Thor- risulta il vero protagonista della storia.
Ora, sorvolando sul fatto che in quanto a bellezza Kristen-Bella-Swan-Stewart non si avvicinerà neanche mai a Charlize Theron, neppure nelle scene in cui è sapientemente invecchiata e imbruttita, il film è piacevole e sapientemente costruito.Gli effetti speciali sono notevoli, uno su tutti quello dello specchio magico che si liquefa ed assume forma umana per parlare con Ravenna; l'ambientazione spettacolare.
E' un peccato che i pochi aspetti "psicologici" affrontati, ossia in particolare la ragione che ha spinto Ravenna a sviluppare una così radicata misandria e a diventare tanto crudele, siano appunto solo piccoli accenni che non vengono sviluppati. E' altresì un po' fastidioso il continuo infarcire la storia con accenni presi altrove, ad esempio il Principe Azzurro, che in questo caso ha persino un nome, William, che come arciere fa tanto Robin Hood; oppure il fratello albino di Ravenna, con un'imbarazzante pettinatura da paggetto, che nel suo ruolo di tirapiedi della Regina ricorda in modo imbarazzante l'albino del Codice Da Vinci; o ancora i nani che, nonostante un fantastico Bob Hoskins, fanno un po' tanto Compagnia dell'Anello.
Notevole invece l'uso dei simboli, da sempre largamente presenti nelle favole ma spesso non così ripresi nelle trasposizioni cinematografiche: lo specchio e la mela innanzitutto, che mai e poi mai potrebbero mancare; i corvi, che finiscono, come sempre a rappresentare i messaggeri o i "servi" della strega cattiva, secondo quelle superstizioni e preconcetti di derivazione cattolica così difficili da cancellare; ma soprattutto l'incredibile cervo bianco che, in un luogo che mai si penserebbe possa essere profanato dall'arrivo dei malvagi inseguitori, "incorona" Biancaneve come la prescelta, colei che riporterà la luce e la vita nel regno prosciugato da Ravenna (il cui nome, è evidente, nulla ha a che fare con la città, ma bensì con l'assonanza con la parola Raven, corvo)...
Insomma, non posso dire che si tratti di un capolavoro, ma è piacevole e ben fatto, un attimo di favola -seppur in una rilettura particolare- che a volte fa proprio bene. Soprattutto se si va al cinema con una persona piacevole con cui scambiare qualche commento sotto voce azzeccato ed arguto.