martedì 10 febbraio 2009

La giusta distanza

lagiustadistanzaMi è tornato in mente oggi, mentre sul lettore mp3 ascoltavo "Erevan" dei Radiodervish. Un film intenso, drammatico e dolce. Un film italiano, stranamente visti i miei gusti. Un film del 2007 di Carlo Mazzacurati.
In un paesino alle foci del Po, tra nebbia e alberi, vive Giovanni, aspirante giornalista diciottenne. Mentre lui è alle prese col suo primo incarico per una testata nazionale, il paesino è ravvivato dall'arrivo di Mara, giovane e bella maestrina. Tutti gli uomini del paese ne sono affascinati, compreso Hassan, tunisino integrato che gestisce il garage locale. Dopo un corteggiamento al limite dello stalking, Hassan riesce a uscire con Mara. Tutto va bene per un po', poi un litigio e il cadavere di Mara viene ritrovato in casa sua. Hassan viene subito incolpato dell'omicidio. Tutto il paese che lo aveva accettato ora lo condanna, compreso Giovanni, preso dal suo lavoro di riportare i fatti. Sarà dopo un risvolto ancor più drammatico che Giovanni recupererà la giusta distanza del titolo. Con una serie di piccole indagini, nemmeno particolarmente cervellotiche, riuscirà a trovare il vero colpevole.
Un bel film, dicevo. Contro i pregiudizi, contro il facile vedere nel diverso un nemico, il prendere per vera qualsiasi cosa ci venga anche solo accennata. I protagonisti sono quasi del tutto sconosciuti: Valentina Lodovini è la bella Mara, Ahmed Hafiene è ovviamente Hassan, Giovanni Capovilla è il giornalista Giovanni. Ci sono partecipazioni più note, tra cui Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston e Natalino Balasso. Tutti bravi, mai eccessivi. Un velo di malinconia che ti resta addosso quando pensi alla verità dei comportamenti di tutti noi, incapaci di vedere la verità dalla giusta distanza...

lunedì 9 febbraio 2009

La memoria del fiume - Greg Iles

e
Memoria del fiumeConosco Greg Iles per aver visto un film, "24 ore". Non un granché, ma vedibile. Poi, diciamolo, io amo i thriller. Quindi prima o poi mi ci sarei imbattuta in questo libro...
Cat Ferry, una giovane e disturbata odontoiatra forense, viene interpellata in un caso di omicidi seriali a sfondo sessuale. A complicare le sue indagini arrivano gli attacchi di panico e degli strani incubi. Tutto ciò pare legarla agli omicidi, a collegare il suo passato e quello della sua famiglia con tutto ciò che le capita intorno. In più, Cat si ritrova incinta del suo compagno sposato e indeciso, cosa che cambia enormemente le sue prospettive. Decide di far luce sul suo passato, sull'omicidio di suo padre e su se stessa, i tentativi di suicidio e l'alcoolismo.
Non è facile trattare certi argomenti: attacchi di panico, manie suicide, alcoolismo e sessualità disturbata senza scadere nella macchietta. Per di più è un uomo a scrivere la storia di una donna. Con sensibilità, con una chiarezza dolorosa. Un libro che si fa leggere senza disturbare, senza sembrare eccessivo (vedi Hannibal, di Thomas Harris, un libro inutile) e coinvolgendo il lettore avviluppandolo nella corrente del Mississippi, portandolo là dove non vorrebbe andare, sporcandolo col suo fango. Scorrevole, ma non banale. Interessante e ben scritto.

domenica 1 febbraio 2009

Tutto è fatidico


Tutto è fatidicoCredo che lo Stephen King migliore si legga nei racconti. Le sue raccolte sono spesso meglio di alcuni dei romanzi. Anche se la mia raccolta preferita resta "A volte ritornano", soprattutto per il meraviglioso racconto del Babau, devo dire che questa raccolta del 2002 e i suoi 14 racconti nemmeno cortissimi mi ha conquistata.
"Autopsia 4" è il racconto del nostro incubo peggiore: assistere alla propria autopsia da vivi. E già qui si dice molto. Come sempre io adoro le traduzioni di Tullio Dobner, che riescono a rendere perfettamente l'idea dell'originale.
"Le piccole sorelle di Eluria" è il racconto per gli appassionati della serie della Torre Nera, con protagonista un Roland ospite del Pieno-Mondo, prima che l'inseguimento descritto nel primo libro abbia inizio. Una storia che fa venire i brividi.
"Pranzo al Gotham Café" è forse quello che mi è rimasto più impresso, con il suo maitre impazzito. Divertente e allucinante allo stesso tempo.
Si parla di alberghi infestati, di animali regalati, di déjà vu, di autostop pericoloso, di gioco d'azzardo, di pomeriggi a pescare, messaggi dal nulla e strani inquisitori. E di altro.
Ecco, per me leggere un racconto al giorno è stato come farmi accompagnare ogni volta in un luogo diverso, faccia a faccia con una follia diversa, con una piccola paura vinta ogni volta, con un sorriso complice nel chiudere il libro alla fine. Non lo consiglio, perché tanto non lo leggerete. Ma ne volevo parlare, perché per me Stephen King è uno che la sa lunga e che dietro a racconti di genere parla di me, delle persone che ho intorno e del confine così labile che c'è tra il vivere normalmente e il diventare una furia incontenibile, distruttrice, assetata. Di come sia facile, dopotutto, perdere il controllo e diventare dei mostri.