mercoledì 30 gennaio 2013

Angelo vendicatore - Trevor O. Munson

Proprio non potevo non buttarmi subito su questo romanzo, atteso con trepidazione dalla prima volta che ho visto la copertina in anteprima... perché anche senza leggere il sottotitolo si riconosce immediatamente Mick, e una fan orfana di Moonlight non poteva farselo scappare!!!

Il romanzo di Trevor O. Munson, infatti, ha avuto una storia particolare: non riuscendo a trovare un editore, infatti, l'autore lo ha proposto alla CBS per una serie televisiva. Modificato nelle atmosfere ed un alcuni particolari dallo stesso Munson, si è trasformato appunto nella sceneggiatura della splendida serie Moonlight, purtroppo cancellata dopo la prima stagione nonostante le proteste dei moltissimi fan. Grazie alla serie, il romanzo è riuscito alla fine a suscitare l'interesse editoriale e si è trasformato in una sorta di prequel.

Come ho già accennato, rispetto alla trasposizione televisiva il romanzo ha delle atmosfere decisamente più cupe e noir.
Mentre Moonlight ha un forte risvoplto romantico e Mick St. John risulta in ogni caso moderno ed al passo con i tempi, il protagonista del romanzo, Mick Angel, è un investigatore privato solitario trasformato in vampiro negli anni '40 che, pur vivendo nella Los Angeles contemporanea, sembra uscito da un film poliziesco degli anni '50 al massimo, con i suoi Borsalino e la perenne sigaretta.

Mick è un assassino per necessità, ma con un codice morale che gli impedisce di nutrirsi di bambini, donne e persone innocenti e lo porta a concentrarsi sui criminali, da cui non esita a ripulire la città.
L'investigazione in cui lo vediamo impegnato è alla fine più che altro un'ottimo intreccio da cui far emergere i suoi ricordi, per ripercorrere la sua storia d'amore tormentato e autodistruttivo con la bella Coraline...
Molte, moltissime sono le differenze rispetto alla serie tv a cui gli appassionati non possono che fare riferimento, sia nella storia di Coraline, sia in quella dello stesso Mick, sia nella conclusione; l'investigatore è del tutto solo, non ci sono amici come Joseph a consigliarlo e aiutarlo, men che meno Beth (anche se in qualche modo compare nella trama e questo potrebbe lasciare spazio ad un eventuale seguito)... ma tutto questo non rende meno godibile la lettura.

Splendida l'ironia del protagonista, davvero ben tratteggiata l'atmosfera da noir d'altri tempi, ottime le scelte di campo dell'autore circa l'iconografia vampirica. E, soprattutto, adatto a chiunque abbia amato la serie quanto a coloro che non ne hanno mai visto neanche un fotogramma. Davvero da consigliare!

giovedì 24 gennaio 2013

Carrà ad Alba

Dura solo fino a questa domenica la mostra gratuita dedicata a Carlo Carrà, presso la Fondazione Ferrero ad Alba (Cn). Mostra interessante e ben curata, introdotta da un documentario proiettato nell'ampio auditorium e comprendente 70 opere in cui il percorso artistico di Carlo Carrà è testimoniato in ogni sua fase: le prime prove divisioniste, i capolavori del Futurismo, la parentesi dell’ ‘Antigrazioso’, la Metafisica e il ‘Realismo mitico’, i paesaggi (dagli anni Venti in poi), le composizioni monumentali di figura degli anni Trenta e una selezione di nature morte, così da arrivare agli ultimi anni della sua attività.

«Per lo spirito non esistono contraddizioni, ma trasformazioni e sviluppi; mutare una direzione in arte non significa rinnegare tutto il passato, bensì allargarlo fino a compenetrarlo con un altro concetto estetico, scoprire nuovi rapporti ignoti, aprir meglio gli occhi per comprendere una somma maggiore di realtà. (…) Non so se vivrò tanto da realizzare per intero il mio sogno d’arte e se gli eventi giustificheranno o meno le mie aspirazioni. So però che tutte le mie forze sono rivolte all’arte, cioè ad uno scopo che trascende il mio io individuale, energia staccata da Dio che cerca di ritrovare Dio e prendere coscienza di che cosa è la vita e come essa si manifesta al mio spirito di uomo.»
Carlo Carrà, 1942

Consigliatissima.
 

sabato 12 gennaio 2013

Prometheus

Questo è uno di quei film che dopo averlo visto ti chiedi: "Perché?"
Non solo perché l'hai noleggiato, ma anche e soprattutto ti chiedi il motivo per cui Ridley Scott ha dovuto firmare regia e non solo di questo film "finto".
Aveva bisogno di dare un senso ad Alien? Non credo, aveva bisogno di fare un film di fantascienza? Dopo il capolavoro bavoso non c'era assolutamente la necessità di darci una ciofeca.
E non basta Charlize Theron cattiva e attillata come al solito, non basta un Guy Pearce molto ben invecchiato dal trucco, o un plasticosissimo Michael Fassbender a fare l'ennesimo robot che manda in vacca la missione di tutti per seguire la sua.

Dopo aver ritrovato l'ennesima traccia aliena sulla terra, una coppia di giovani scienziati parte per la costellazione indicata da più graffiti di epoche diverse. A fornire loro la nave che dà titolo al film è un ricchissimo e anziano armatore, che pare essere deceduto prima dell'arrivo della nave a destinazione. Nell'equipaggio una rigida Charlize Theron interpreta Meredith Vickers, padrona assoluta della nave e della missione e il Fassbender inespressivo interpreta David, robot-figlio del ricco Weyland. Durante l'esplorazione la squadra ritrova i resti di una comunità aliena, ma all'apparenza non esiste un "architetto" - così chiamano gli alieni che hanno un DNA simile al nostro e da cui sembra che noi deriviamo - ancora vivo. Cosa sia stato a ucciderli, lo scopriranno solo in seguito. Intanto una tempesta separa parte dell'equipaggio dal resto dei componenti, il buon vecchio David fa scherzi inappropriati e tutto scivola, come in ogni buon film di fantascienza che si rispetti, verso la catastrofe.

Inutile ribadire il concetto che ce lo potevamo risparmiare, questo film ha l'unico pregio di dare una provenienza al mostro di Alien, ma per il resto non c'è un effetto speciale che valga la pena di essere ricordato, non una espressione, una frase da citare, una mise da ricordare. Un film fatto per attirare il pubblico ma senza un senso di esistere. La buona fantascienza è lontana, purtroppo...

sabato 5 gennaio 2013

Cinquanta...

Stavolta niente meno che due recensioni al prezzo di una... due libricini che volano via in poche, divertentissime ore...

... ossia 50 differenze tra il letterario Mr. Grey (non c’è verso, ogni volta che sento il nome a me viene in mente quello della pubblicità dell’Acciappacolore e c.) e la realtà, rappresentata dal Gigio, il maschio comune.

No, io non ce l’ho fatta a sciropparmi la trilogia sado-soft (almeno in Twilight lui è dichiaratamente una figura mitologica… e Bella ho già desiderato prenderla a ceffoni per quattro libri… lo sapete tutte, vero, che le 50 sfumature sono –per intenzione dell’autrice- una versione di Twilight per adulti?!?), ed ho già avuto modo di disquisirne qui, ma questo librettino l’ho trovato fantastico, nel suo ridicolizzare con sguardo lucido le pompose prodezze impossibili dell’eroe di carta e inchiostro, mentre al contempo mette a nudo i difetti dell’umano Gigio, spesso goffo e tutto da riaggiustare, ma mille volte più pratico e realistico!

Un piccolo esempio (di quelli brevi brevi) della sagacia di Rossella Calabrò, autrice delle due opere per Sperling & Kupfer:

“Mr. Grey guida i giochi erotici per regalare orgasmi multipli alla sua donna. Il Gigio guida la Multipla”.

... ossia le sbavature della dolce metà del Gigio, la Gina.

Perché “in ogni donna ci sono almeno cinquanta (mila) sfumature, sbavature, smagliature, che la rendono tanto ricca interiormente quanto incomprensibile all’altra metà del cielo” e vale la pena ridere in modo autoironico su queste smagliature, questo sovrappeso emotivo che ogni donna, chi più chi meno, con maggiore o minore consapevolezza, si porta dietro.

Il libro, in ogni caso, è indicato anche a quei Gigi intelligenti e coraggiosi che ogni nove capitoli ne troveranno uno tutto dedicato a loro, evidenziato dallo sfondo grigio delle pagine, che man mano riassume quelle cinquanta cose che i signori maschietti dovrebbero sapere delle loro Gine (e in genere ignorano).

“Veda, Gina, questo prodotto rappresenta l’avanguardia tecnologica coniugata a un prezzo abbordabilissimo, dispone di touch screen, processore Intel, Bluetooth, batteria al litio, schermo retroilluminato, due porte USB, un procione di titanio, due babbuini di silicio, 8 gigabyte di memoria…”

“Sì, va be’, ma c’è viola?”

Perché noi Gine siamo così.. ed in fondo è proprio così che ci amate ;-)