lunedì 12 settembre 2016

Pagine e Pop Corn - Intervista a Maria Lidia Petrulli

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Maria Lidia Petrulli: nella vita faccio la psichiatra e la psicoterapeuta, anche la scrittrice, quando il tempo me lo consente.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Mi piace moltissimo il cinema per cui la mia scelta ricade senza esitazioni sui film, che si tratti del piccolo o del grande schermo, non fa differenza. Seguo anche alcune serie tv ma sono davvero poche e non riesco ad appassionarmi. Il film è come un libro visivo, ho la possibilità di seguire la storia dall’inizio alla fine, calarmici dentro e vivere i personaggi, sceglierli, identificarmi, sognare, agire, vivere con loro, come quando leggo un romanzo. Le serie sono spesso troppo brevi, superficiali, ripetitive e capita che la qualità di storie e attori non sia molto elevata. Di conseguenza, il mio genere è il film.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Se fossi la protagonista di una serie tv, probabilmente mi annoierei dopo il terzo copione, oppure, se proprio andasse bene, dopo la prima stagione proporrei al regista di farmi scomparire con una bella e onorevole morte. Naturalmente mi riserverei il ruolo di donna-eroina che combatte il male, indifferentemente se in versione fantasy, poliziesca o quant’altro, l’importante è non trovarmi dentro il romance, non è il mio forte.
Se fossi un film, vorrei raccontare una storia vera ma surreale, densa di pathos, una storia forte, di quelle che lasciano il segno, che ricordi e che rivedi volentieri: ci sono film che rivedo tutte le volte che li trasmettono, anche se li ho visti altre dieci volte.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Prendo spunto da tutto quel che attira la mia curiosità, che sa colpirmi, in genere si tratta di immagini che poi traduco in parole, qualsiasi stimolo è buono per creare un’altra storia. Perciò un fotogramma, una frase del film che sto guardando, possono dare l’idea per un romanzo. Non dimenticherò mai l’influenza che ha avuto il film Intelligenza Artificiale sull’elaborazione della trilogia Il Volto Segreto di Gaia, anche se credo di averla iniziata prima di aver visto il film, che mi ha sbattuto ancor più in faccia le problematiche legate alla sperimentazione genetica.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Istintivamente, ti rispondo Pillola Rossa, la fantasia è uno dei tanti parametri che ha l’intelligenza per conoscere e interpretare la realtà, semplicemente predilige il canale delle metafore. È un modo diverso di esplorare la quotidianità, è un linguaggio, non sono mai riuscita a concepire realtà e fantasia come due elementi in contrapposizione, piuttosto si completano. Del resto, qualsiasi lavoro sul reale è comunque frutto di un’elaborazione dei dati di realtà operata dalla fantasia, a meno di non parlare di cronaca o documentario. In tutti i romanzi o racconti che ho scritto, che siano fantasy o mistery o che abbiano preso spunto dalla realtà nuda e cruda, ho sempre lavorato affinché reale e fantastico fossero ben dosati fra loro. Persino nell’antologia La Bambina Che Voleva Essere Trasparente, in cui personaggi e le storie nascono da solidi dati di realtà, la fantasia non può fare a meno di apportare il suo contributo, altrimenti non ci sarebbe nessuna elaborazione e nessun pathos, sarebbe una banale riproduzione. Inoltre, andare a esplorare la tana di Biancoconiglio, vedere quant’è profonda e cosa ci sia ancora di non svelato, mi piacerebbe moltissimo e poi che c’è di male? Aggiungiamo per gli iper razionalisti. Non siamo meno adulti né meno bambini :-D

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Leggo e guardo tutti generi purché di buona qualità, mi lasci un’idea, un desiderio, la scoperta di qualcosa che non conoscevo, insomma, che mi apra altre porte; non ho una gran passione né per l’horror che per il romance, ma se mi capita qualcosa fra le mani e mi incuriosisce, non c’è motivo per cui non lo legga; ho una predilezione per lo storico, la narrazione psicologica, il fantastico e la fantascienza, l’importante è che il racconto sia bello, ben costruito e che mi faccia leggere un’altra vita, che mi mostri un altro punto di vista.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Sarò banale ma non ho dubbi: Peter Jackson e il cast de Il Signore degli Anelli sarebbero un grande onore per la trilogia Il Volto Segreto di Gaia, e già che si può sognare, mi piacerebbe che la colonna sonora fosse composta da Howard Leslie Shore. I personaggi della trilogia sono talmente numerosi e diversi, che il cast ci andrebbe proprio al completo.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
In questo momento, posso parlare di due pubblicazioni che vanno in parallelo: la trilogia Il Volto Segreto di Gaia ed Emilie Sanslieu. La Bambina che Voleva Essere Trasparente è un’antologia frutto di un primo premio letterario.

La trilogia è un fantasy/fantascienza nata una decina di anni fa, affascinata com’ero, e sono tutt’ora, da quel che riguarda l’intelligenza artificiale, il possibile futuro del nostro pianeta e la conseguente evoluzione dell’essere umano. È stata l’occasione per fare un viaggio, non solo nello spazio ma anche nel cuore delle tante razze che ho inventato e dei numerosi personaggi, la possibilità di descrivere gli avvenimenti e i paesaggi che hanno preso corpo mentre scrivevo, parlare d’amicizia e d’amore, di magia e di realtà, di tutto ciò che è diverso e fa paura. È stato davvero un bel viaggio, mi sono divertita mentre scrivevo, perché anch’io ero dentro la storia, in particolare l’ultimo volume, Ritorno Al Mondo Azzurro, che ho scritto in pochi mesi, un vero miracolo, solo due anni fa. In questo romanzo ho condensato tutto quel che ho maturato, come stile e come storia, nei tanti anni che gli ho dedicato. Alla luce del poi, si rivela un racconto attuale, sia per quel che sta accadendo al pianeta da un punto di vista ecologico, sia per la barbarie che lo sta sconvolgendo: quando la fantasia precede la realtà… purtroppo.

Emilie Sanslieu, invece, è una saga fantasy per giovani lettori. Ho cercato di creare una specie di mondo parallelo, dove lo scenario di sfondo è l’universo, in cui agiscono personaggi provenienti da costellazioni e mondi diversi, non solo umani come Emilie ma multirazziali, IAA, intelligenze artificiali astrali, estinti e mutaforme, oltre a draghi, elfi, zaratan, erbe dello smarrimento… Ho immaginato porte che separano i mondi e varchi spazio-temporali, e la magia non scaturisce da una bacchetta magica ma dalla musica: un flauto, il grande amico di Emilie. Non ho immaginato quest’ultima come la sola eroina, il centro dell’attenzione, poiché le soluzioni alle tante avventure dipendono dalla collaborazione di molti. Credo che in questa storia, bambini e ragazzi trovino una risposta a quel che vivono nel loro mondo interiore e non solo, la realtà quotidiana in cui è tanto difficile a volte districarsi. Poiché le risposte che ho avuto sinora sono molto positive, il romanzo è stato adottato come lettura alternativa anche in alcune scuole, e non solo i bambini/ragazzini ne sono stati attirati ma anche molti adulti… Alcuni più dei bambini, tanto da contendersi il libro. Diciamo che l’entusiasmo, come risposta non manca e questo mi fa molto onore.


È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
La trilogia Il Volto Segreto Di Gaia è conclusa, va bene così, con essa si chiude un capitolo, anche della sottoscritta; Emilie Sanslieu invece continuerà, non so ancora fin dove vorrò spingermi. Il primo volume è uscito due anni fa e il prossimo settembre sarà pubblicato il secondo: Emilie Sanslieu Nella Costellazione del Drago-Glinor. Quest’ultimo volume lo trovo particolarmente “vivace”. Emilie incontra personaggi particolarissimi che saranno i suoi compagni ed entrerà nel fantastico mondo dei draghi, quello meno conosciuto, quello dal significato più arcano. E il mondo delle pietre e del loro potere svelerà la forza che sta nella terra.

Altri progetti?
Progetti ce ne sono tanti, per ora ho messo da parte il fantastico per dedicarmi a storie più reali che ci toccano da vicino, ho in mente un racconto da scrivere in francese, lingua che, vivendo in Francia, apprezzo sempre di più per le sue qualità ironiche, ma penso che sia pura follia e praticamente impossibile.  

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Ho sia due pagine facebook, di cui una è il profilo normale e l’altra una pagina autore, e un blog: http://lidiahelene.blog.tiscali.it  purtroppo non ho tantissimo tempo da dedicargli.
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La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Questa è forse la domanda più difficile, mi viene da dire Bollywood per quel che riguarda il cinema, il massimo del degrado; Per quel che concerne la letteratura, L’isola del Giorno Prima di Umberto Eco era stato un vero delirio, poi molti sono stati i libri che ho letto a balzelloni, come dico io, una pagina ogni venti, tanto è sempre lo stesso, perché la scrittura o la storia non mi piacevano.


E ora diamo inizio allo show.

domenica 4 settembre 2016

Pagine e Pop Corn - intervista a Valerio Dalla Ragione

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Valerio Dalla Ragione, classe 1995, toscano, studente di economia a Copenaghen.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Non avendo mai avuto la televisione, la risposta potrebbe sembrare ovvia, ma preferisco comunque argomentare: raramente mi avvicino (e soprattutto affeziono) alle serie tv proprio per il fatto che sono programmate per un mezzo di comunicazione, la televisione, che per forza di cose presenta uno stile narrativo commerciale che non riesco a sopportare.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
In verità essere il protagonista è una cosa che solitamente evito, ma se c'è un personaggio di qualche film che può rappresentare al meglio il modello a cui  aspiro, allora direi Norther Winslow , il poeta (interpretato da Steve Buscemi) di Big Fish.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
In modo certamente più incisivo delle mie letture, in quanto a contenuti: ovviamente poi sono la lettura e la scrittura che migliorano lo stile, ma il cinema mi è sempre necessario nella costruzione di immagini mentali che poi riutilizzo nella costruzione dei miei testi.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Non si potrebbe fare un po' entrambe? Personalmente le vedo come due pozzi ben distinti – ed evito quanto più possibile di attingere da uno solo. Figuriamoci caderci dentro...

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Per anni mi sono circondato di due “soli” mondi: fantascienza (cinema e letteratura) e romanzo cinese classico (che forse per me esemplifica l'assurdo). Nonostante la fantascienza rimanga per me il genere “massimo”, sto allargando in fretta il mio spettro visivo.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Questa è una domanda non da poco, devo dire. Sinceramente non ci ho mai pensato (meno di tutto al cast), ma in quanto il mio film preferito in assoluto è quel Blade Runner che Ridley Scott mise in scena dalle pagine di Dick, allora direi proprio Scott. Anche perché la sua regia è stata per lungo tempo una fonte di ispirazione per me...

Raccontaci un po’ del tuo romanzo… È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Più che un singolo romanzo, il mio progetto è una trilogia completa (di cui il secondo volume dovrebbe uscire a breve), che deve essere letta come un'unica storia, sebbene copra oltre seimila anni di evoluzione. Ma andando in ordine e senza spoiler: la trilogia di Selène prende luogo in un eventuale futuro che ha già visto una progressiva dissoluzione della società umana che conosciamo adesso, e gli avvenimenti mostrano via via le successive ricostruzioni e distruzioni delle varie realtà che si vengono a creare. In questo si possono trovare megalopoli futuristiche e lotte ideologiche, Stati militari all'avanguardia e società rurali dimenticate dal tempo, in cui si verificano bizzarri fenomeni linguistici e sociologici. Scenari desolati di città disabitate e rivoluzioni scientifiche si alternano nella continua nascita e caduta di nuove popolazioni.
Per concentrarmi sul primo e unico volume pubblicato al momento, Selène, tratta di avvenimenti verificatisi all'apice di questa ricostruzione della società umana, dove la quasi totalità della popolazione mondiale (e non) ha trovato la propria collocazione ideale in poche ma gigantesche città che ospitano decine – quando non centinaia – di milioni di persone. Per quanto i governi legittimi siano in grado di mantenere il potere su questi immensi nuclei abitativi, non tutto può essere previsto e tenuto sotto controllo...

Altri progetti?
Troppi, forse. Oltre ai miei impegni universitari (sono studente di economia), sto componendo colonne sonore per vari progetti che al momento vorrei non rivelare, e nel frattempo mi sto organizzando per partecipare a concorsi di composizione orchestrale mentre nel cassetto ho una raccolta di racconti in danese archiviati da troppo tempo, oltre allo studio della lingua cinese che coltivo da me.
Nei ritagli di tempo mi attrezzo per trovare un buon psichiatra.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Su Facebook si può trovare la pagina della saga: “Selène – Saga di fantascienza”, dove condivido aggiornamenti sull'evoluzione della trilogia (quando ne ho). Ho inoltre un profilo da autore nella community Writer's Dream, in cui si possono trovare link ai miei romanzi e ai racconti brevi che pubblico per il blog Scrittori in Corso.


La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Hollywood. Da quando ho cominciato ad approfondire il cinema giapponese e coreano non riesco più a spingermi oltreoceano.


E ora diamo inizio allo show.