mercoledì 26 agosto 2009

La scacchiera nera - Miki Monticelli


scacchieraneraAmmetto di aver comprato questo libro per la copertina. Probabilmente non lo avrei comprato per il titolo, visto che gli scacchi non mi entusiasmano, e nemmeno per l'autrice a me sconosciuta e pure italiana. Devo dire che almeno il genere mi era congeniale, ché nel fantasy si tratta spesso di lotta tra bene e male, quindi ci son morti. L'autrice è tale Miki Monticelli, ingegnere trentenne con la passione per il fantasy, già nota più che altro per pubblicazioni per ragazzi.

La storia narra di tre giovani possessori di una scacchiera simile che si trovano trasportati in un mondo parallelo dove devono combattere e combattersi, e anche combattere con sè stessi a volte. Ryan, americano, veste i panni di un fantomatico guerriero rosso. Incontra il suo mortale nemico, il Ladro Nero, che è una ragazza italiana di nome Milla. Il loro cammino è lungo e non sempre semplice, ma ricco di personaggi interessanti e altri inquietanti. Lungo la strada incontreranno anche Morten, il terzo personaggio trasportato dalla nostra realtà. Insieme troveranno il modo per procedere lungo il cammino. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere l'Ingannatore e liberare il mondo dal pericolo per poi tornare a casa?

Sebbene ogni tanto sia relativamente originale, la storia è scorrevole, simpatica. Piacevole. Carino il modo di interagire tra i tre. Personaggi ben delineati, anche quelli secondari. Il mondo creato è interessante, coerente, ben descritto. Non ci sono motivi particolari per leggerlo, non sarà un premio Nobel, ma è un bel modo di passare il tempo, immersi in mondi diversi e anche simili al nostro dove l'immagine conta più di altre cose e l'etichetta che ci viene appioppata non sempre corrisponde a quel che siamo davvero. Da premiare, comunque, la copertina. Il nome dell'autore non ce l'ho a portata, ma bravo, bravo.

venerdì 21 agosto 2009

Il sangue nero del vampiro - Valerie Stivers

EduSibeChe dire, era un po' che non si parlava di vampiri...
Questo è il primo libro di Valerie Stivers, giornalista su riviste di moda, che proprio in questo campo a lei familiare ambienta una storia che avrebbe tutte le carte in regola per essere delizioso, ma che al dunque delude abbastanza.
La giovane Kate McAlliston, aspirante medico e figlia di una promessa della moda che ad un certo punto ha abbandonato la famiglia per sparire nel nulla, mentre è in vacanza dalla zia a New York ottiene -senza peraltro neanche richiederlo- uno stage presso la famosissima rivista Tasty. Qui, inizialmente osteggiata da colleghe bellissime, magrissime e ossessionate dalla moda, nonché vessata da superiori poco diversi dalla Miranda del Diavolo veste Prada, scopre pian piano che buona parte dello staff della rivista è composto da vampiri...
Come dicevo, le premesse sono buone: il Diavolo in salsa vampiresca sembrerebbe carino. Peccato che il romanzo sia infarcito di tutti i peggiori cliché sui vampiri (dall'aglio che li repelle all'acqua santa che li ustiona, passando per la capacità di trasformarsi in pipistrelli e per paletti che li uccidono all'istante... tutte dicerie ampiamente smentite da decenni di letteratura vampiresca come "leggende metropolitane"!!!), sia assolutamente prevedibile -solo la giovane Kate riesce a non riconoscere tutti gli indizi già entro i primi 3 capitoli...- e scritto con uno stile poco avvincente.
Insomma, è tutto sommato carino, scorrevole, a tratti buffo anche se meno di quanto mi sarei potuta aspettare, ma un po' deludente.
Ed il titolo originale Blood is the new black (Il sangue è il nuovo nero) risulta parecchio più evocativo ed in sintonia con il testo rispetto alla traduzione che ne è stata fatta... ma questa è deformazione professionale mia!

venerdì 14 agosto 2009

Italians

italiansQuesto film di Giovanni Veronesi è diviso in due episodi. Dovrebbe mettere in evidenza il comportamento degli italiani all'estero e il modo in cui vengono visti. Forse per questo 2 episodi non bastano, ce ne vorrebbero almeno un centinaio, ma non si può farne un ciclo...

Nel primo episodio uno stanco Sergio Castellitto fa il suo ultimo viaggio come trasportatore di Ferrari (non proprio acquistate) verso Dubai, facendosi accompagnare da un ragazzo (Scamarcio) che lui spaccia per suo figlio, che lo dovrà sostituire in futuro. Un road episode dolceamaro, che al massimo mette in risalto la nostra incapacità di accettare le culture altrui e la passione per la canzone inopportunamente esibita. Il finale è a sorpresa, non molto credibile.
Il secondo episodio si apre con un affermato dentista (Verdone ormai un po' troppo se stesso) depresso e solo che si trova ad andare a un congresso in Russia. Il suo socio, convinto che gli ci voglia una botta di vita, gli organizza una sorta di erotic tour decisamente ridicolo. Nota piacevole è la presenza di Ksenia Rappoport (già protagonista di La sconosciuta), bravissima e solare. Anche il terribile organizzatore, Dario Bandiera, ha un ruolo ben riuscito. L'episodio, però, risulta non proprio originale e melenso più del dovuto, come a sottolineare che noi italiani in fondo siamo carini, sentimentali e pieni di buoni propositi.

Non essendo una patita di commedie italiane in genere, il film non me lo sono goduto granché. Simpatico il giusto, ma non eccezionale. Un film che va bene per riempire una serata d'agosto, possibilmente visto all'aperto e al mare...