Film macho di quest'estate indiana. Visto su un canale satellitare a caso tra quelli disponibili in albergo, con pesanti tagli da parte della censura sia nei dialoghi che nelle scene più pulp. Film d'azione, di macchine e figa. Completamente improbabile, ma per questo anche godibile.
Dopo una crisi economica mondiale gli istituti correzionali sono gestiti da privati che usano i detenuti in vari modi. A Terminal Island esiste la Death Race, una corsa d'auto all'ultimo sangue in tre manches in cui i piloti si eliminano uno con l'altro in tutti i modi possibili. Armi, scontri, scorrettezze e cattiveria. Il pilota migliore muore al termine di una gara e Hennessy, la direttrice della prigione, decide di sostituirlo con Jensen Aimes, detenuto per l'omicidio della moglie, che però non ha ucciso lui. Approfittando del fatto che il pilota morto indossava una maschera, il mito di "Frankenstein" può mantenersi vivo anche se il pilota cambia. Aimes non è molto d'accordo, ma accetta. Le regole del gioco cambiano col procedere del film. Fino al lieto fine in cui l'eroe e l'antieroe fuggono con la pupa di turno.
Assurdo, sì. Pieno di incongruenze, parolacce, violenza gratuita e chi più ne ha più ne metta. Adrenalinico, forse. Divertente in fondo, come molti film del suo genere. Non indimenticabile di sicuro. Il protagonista, Jason Statham, ha la faccia giusta. Non bello, fisicato, pelato al punto giusto non attira granché. Tanto è un film per uomini, quindi l'importante è che le poche ragazze siano decisamente carucce...
Buon divertimento a tutti!
1 commento:
L'ho visto due volte, non perché abbia qualche valenza particolare, ma mi piace il protagonista ed inoltre la competizione mortale con le auto l'ho trovata una idea carina... anche se ho il vago dubbio che si rifaccia ad un videogioco? Possibile?
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