Nella noia domenicale accendo su Rai4, unica salvezza che prima o poi mi porteranno via. Dopo una vecchia puntata di Desperate Housewives lascio acceso e vedo iniziare questo film. C'è Milano, con Banderas e Liam Neeson, c'è Laura Linney, la moda, una domanda intrigante fatta a tavola. Il titolo suona meglio in inglese (the other man), anche se lascia già intendere molto del film. Non del tutto, però.
Lisa e Peter sono sposati da 25 anni e hanno una figlia già grande. Lei disegna scarpe e lui inventa programmi informatici. Viaggiano per il mondo, sono una bella coppia. Ma lei scompare. Peter è ossessionato dal suo ricordo e se da una parte tenta di disfarsi di tutti i ricordi, dall'altra comincia a frugare tra le cose di lei. Una cartella inaccessibile sul portatile, un bigliettino nelle scarpe con su scritto "Lago di Como", uno strano messaggio nella segreteria del cellulare. Peter comincia a scavare più a fondo nella vita di sua moglie, una vita che gli sembrava chiara, per scoprire l'inaspettato. Il dolore, la rabbia, il desiderio di vendetta. Tutto passa nella mente di Peter, ossessionato dall'idea di non aver conosciuto che una parte della natura di sua moglie.
Anche se sembra una storia banale, in realtà non lo è. Complice la regia frammentata di Richard Eyre. La verità si scopre, qualcosa subito, qualcosa non si comprende finché non la si vede. Ed è questo il bello, perché non c'è un reale contendersi l'amore di una donna, c'è un turbine di emozioni e ricordi contrastanti e il fondo di tristezza che il comprendere la vita altrui, anche delle persone che ci stanno più vicine, è davvero un'impresa titanica...
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