domenica 3 aprile 2011

One hour photo

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Titolo originale One Hour Photo
Paese USA
Anno 2002
Durata 98 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere thriller
Regia Mark Romanek
Soggetto Mark Romanek
Sceneggiatura Mark Romanek
Fotografia Jeff Cronenweth
Montaggio Jeffrey Ford
Musiche Reinhold Heil, Johnny Klimek
Scenografia Tom Foden
Interpreti e personaggi

Al suo secondo lungometraggio dopo Static del 1998, Mark Romanek firma un film destinato a rimanere nell’immaginario grazie anche alla prestazione di un Robin Williams mai così controllato. La sua ossessione viene disvelata progressivamente grazie a una recitazione implosa in cui tutte le pulsioni represse sembrano pronte ad esplodere ed invece si inabissano nella psiche di un personaggio scritto con grande attenzione ai particolari e con la consapevolezza di dover andare oltre l’ennesimo ritratto di psicopatico al cinema. [fonte mymovies - Giancarlo Zappoli].

E' un film preso per caso in un centro commerciale peché costava solo 3 euro e per la presenza di uno dei miei attori preferiti quale Robin Williams. Ambientato in una delle solite città americana, dove in un centro commerciale di elettronica dove il personagio principale Sy è il respondabile di un laboratorio di sviluppo e stampa di fotografia, che maniaco della perfezione delinea perfettametne i tratti del perfetto serial killer. Nella sua manicale solitudine si costruisce una famiglia perfetta prendendo schegge di vita dalle foto sviluppate di una famiglia cliente del centro commericale, gli York. Nel suo immaginario attorno a quelle foto costruisce un mondo familiare perfetto nel quale si inserisce impersonificandosi in un improbabile zio. Inizialmente lento nel suo volgersi prende velocità e freneticità come a dover capitolare, quando invece raggiunge solo l'epilogo di una vita ossessiva e troppo perfezionista che non si concretizzerà mai. Con salti di sceneggiatura che sembrano coerenti ma che si rivelano solo sogni ad occhi aperti del protagonista, per sentirsi sempre più parte integrante della famiglia, ma ad un certo punto qualcosa cambia rotta e finsicie per sgretolare quel sogno idilliaco, ed è qui che un diverso Robin William da il meglio di se caratterizzando tutti gli aspetti del perfetto maniaco ossessivo e omicida ma mai concretizzando le follie che porta nella sua mente.
Strano film per Robin Williams che ho sempre visto nei panni di un giocherellone più o meno serio, sotto queste vesti ha colto la mia attenzione su un film di perse insipido, raccontando storie di maniaci come tante, ma che grazie ad un personaggio davvero inqiuetante e anomalo cattura l'attenzione grazie anche alla segneggiatura che per quanto semplice e lineare, grazie ai sogni aperti trattiene lo sguardo e quel tanto di pathos che può serivire.

Autore del post: Zugo

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