Passato inosservato forse per mia distrazione, ho noleggiato questo film anche a causa del mio interesse per Sam Worthington. Il film è del 2010 per la regia di John Madden, ma si tratta del remake di un film israeliano del 2007. Il cast è di qualità, oltre a Worthington (Avatar e Scontro tra Titani tra gli altri) ci sono una bravissima Helen Mirren (vista recentemente in State of Play) e Tom Wilkinson.
Alla presentazione del libro di Sara, giornalista di Tel Aviv, si racconta di un fatto che nel 1965 coinvolse i suoi genitori, entrambi agenti del Mossad. Partiti per catturare e portare in patria un criminale nazista una coppia di ragazzi, Stephan e David (Worthington) e Rachel, appena giunta dall'Argentina, si mettono all'opera a Berlino Est. Individuato il criminale e studiato il piano non resta che metterlo in atto. Stephan è il capo, determinato e ambizioso, deciso quanto basta ad approfittare di un momento di debolezza di Rachel che invece è attratta da David. Quest'ultimo, votato alla ricerca della verità e della giustizia, rifiuta la ragazza per un solo istante pentendosene amaramente. Ma il piano procede. Loro rapiscono il nazista, tentano di portarlo al treno che lo dovrebbe portare a Berlino Ovest e in Israele subito dopo. Qualcosa non funziona e i tre si trovano a nascondere l'uomo, legato e imbavagliato in salotto, in attesa di un nuovo piano.
Tra un flashback e una porzione di tempo presente si sviluppano le storie dei tre e dell'uomo che inseguivano. Il tempo che passa per tutti mentre ognuno di loro si porta dietro dubbi, sofferenze e rancori. Il senso dello stato che prende il sopravvento su tutto diventa un peso insostenibile, soprattutto quando dopo trent'anni David si suicida prorpio in occasione della presentazione del libro che parla di loro. Quante bugie, quanti rimorsi, quanti segreti tenuti troppo a lungo...
Non sono del tutto d'accordo con la recensione di MyMovies, il film mi è piaciuto anche e soprattutto perché non è un film d'azione. Un film che, come altri, fa riflettere su alcune pagine oscure della storia come la fuga dei criminali nazisti e la loro successiva ricerca fatta con ogni mezzo possibile anche a costo di andare oltre la propria umanità. Un po' come Munich, ma più teso a raccontare dell'aspetto psicologico dei protagonisti. Le loro ragioni, i dubbi e le terribili esperienze passate. Insieme alla ferocia del loro prigioniero, incapace di sembrare umano fino alla fine.
Le interpretazioni sono buone, sia per il terzetto di giovani spie che per le loro versioni adulte. Forse è lento, ma molto intenso. Lo consiglio.
Alla presentazione del libro di Sara, giornalista di Tel Aviv, si racconta di un fatto che nel 1965 coinvolse i suoi genitori, entrambi agenti del Mossad. Partiti per catturare e portare in patria un criminale nazista una coppia di ragazzi, Stephan e David (Worthington) e Rachel, appena giunta dall'Argentina, si mettono all'opera a Berlino Est. Individuato il criminale e studiato il piano non resta che metterlo in atto. Stephan è il capo, determinato e ambizioso, deciso quanto basta ad approfittare di un momento di debolezza di Rachel che invece è attratta da David. Quest'ultimo, votato alla ricerca della verità e della giustizia, rifiuta la ragazza per un solo istante pentendosene amaramente. Ma il piano procede. Loro rapiscono il nazista, tentano di portarlo al treno che lo dovrebbe portare a Berlino Ovest e in Israele subito dopo. Qualcosa non funziona e i tre si trovano a nascondere l'uomo, legato e imbavagliato in salotto, in attesa di un nuovo piano.
Tra un flashback e una porzione di tempo presente si sviluppano le storie dei tre e dell'uomo che inseguivano. Il tempo che passa per tutti mentre ognuno di loro si porta dietro dubbi, sofferenze e rancori. Il senso dello stato che prende il sopravvento su tutto diventa un peso insostenibile, soprattutto quando dopo trent'anni David si suicida prorpio in occasione della presentazione del libro che parla di loro. Quante bugie, quanti rimorsi, quanti segreti tenuti troppo a lungo...
Non sono del tutto d'accordo con la recensione di MyMovies, il film mi è piaciuto anche e soprattutto perché non è un film d'azione. Un film che, come altri, fa riflettere su alcune pagine oscure della storia come la fuga dei criminali nazisti e la loro successiva ricerca fatta con ogni mezzo possibile anche a costo di andare oltre la propria umanità. Un po' come Munich, ma più teso a raccontare dell'aspetto psicologico dei protagonisti. Le loro ragioni, i dubbi e le terribili esperienze passate. Insieme alla ferocia del loro prigioniero, incapace di sembrare umano fino alla fine.
Le interpretazioni sono buone, sia per il terzetto di giovani spie che per le loro versioni adulte. Forse è lento, ma molto intenso. Lo consiglio.