Il nono capitolo della saga di Anita Blake è forse quello che finora mi è piaciuto di meno. Forse perché la presenza vampirica e mannara è molto limitata, forse perché fino almeno a metà del romanzo (nemmeno corto, 638 pagine) tutto sembra muoversi a rilento tra dettagli dell'indagine, cura spasmodica nella descrizione delle armi e litigi tra i vari protagonisti. Poi si riprende, ma non ha lo stesso charme dei precedenti.
Anita Blake viene chiamata da un amico in New Mexico. Sebbene l'amico sia il killer Edward, Anita si trova davanti un uomo inaspettato: l'alter ego di Edward, Ted Forrester. Questo Ted ha una vita che Anita non solo non si aspettava, ma nemmeno la concepisce. Cominciano qui i problemi, che si vanno ad aggiungere all'indagine per cui Edward/Ted ha chiamato Anita. Qualcosa (perché non c'è alcuna possibilità che sia un qualcuno) ha scuoiato e mutilato diverse famiglie tra Albuquerque e Santa Fe lasciandone alcune inspiegabilmente vive. Non c'è modo di capire di cosa si tratti per lungo tempo, tempo che Anita occupa litigando sia con Edward che con altri suoi collaboratori che lui ha invitato a partecipare all'indagine. Bernardo, cacciatore di taglie nativo americano donnaiolo, e Olaf. Quest'ulimo, psicopatico e serial killer addestrato probabilmente da qualche ente statale, darà del filo da torcere ad Anita, detestandola cordialmente (all'inizio) e desiderando di ucciderla fin dal primo sguardo.
Fino a quando Anita non avrà una sorta di illuminazione e sarà aiutata dalla Master locale Itzpapalotl a scovare ed eliminare il mostro che si cela dietro a tutto l'orrore che hanno visto i protagonisti.
Il libro, per desiderio dell'autrice, è dedicato quasi esclusivamente a Edward, amico di Anita e suo fidato collaboratore. Un'arma letale, killer prezzolato, uomo misterioso. Tutta la storia, sebbene raccontata dal punto di vista di Anita, riguarda lui. I suoi rapporti, la sua vita o le sue vite, i suoi amici e il suo passato. Forse questo, oltre a vedere Anita fuori dal suo ambiente e senza i suoi amanti (Jean Claude e Richard), rendono il romanzo diverso. Forse sono una tra le poche persone che non l'ha apprezzato come i precedenti, forse il lato più sensuale di Anita non mi turba o non mi spaventa normalmente e quindi non vederlo rappresentato in questa storia mi ha tolto un piccolo piacere della vita... Non so. Fatto sta che se si ama Anita si accetta anche questa storia e si va avanti con i diversi romanzi che vengono successivamente.
Anita Blake viene chiamata da un amico in New Mexico. Sebbene l'amico sia il killer Edward, Anita si trova davanti un uomo inaspettato: l'alter ego di Edward, Ted Forrester. Questo Ted ha una vita che Anita non solo non si aspettava, ma nemmeno la concepisce. Cominciano qui i problemi, che si vanno ad aggiungere all'indagine per cui Edward/Ted ha chiamato Anita. Qualcosa (perché non c'è alcuna possibilità che sia un qualcuno) ha scuoiato e mutilato diverse famiglie tra Albuquerque e Santa Fe lasciandone alcune inspiegabilmente vive. Non c'è modo di capire di cosa si tratti per lungo tempo, tempo che Anita occupa litigando sia con Edward che con altri suoi collaboratori che lui ha invitato a partecipare all'indagine. Bernardo, cacciatore di taglie nativo americano donnaiolo, e Olaf. Quest'ulimo, psicopatico e serial killer addestrato probabilmente da qualche ente statale, darà del filo da torcere ad Anita, detestandola cordialmente (all'inizio) e desiderando di ucciderla fin dal primo sguardo.
Fino a quando Anita non avrà una sorta di illuminazione e sarà aiutata dalla Master locale Itzpapalotl a scovare ed eliminare il mostro che si cela dietro a tutto l'orrore che hanno visto i protagonisti.
Il libro, per desiderio dell'autrice, è dedicato quasi esclusivamente a Edward, amico di Anita e suo fidato collaboratore. Un'arma letale, killer prezzolato, uomo misterioso. Tutta la storia, sebbene raccontata dal punto di vista di Anita, riguarda lui. I suoi rapporti, la sua vita o le sue vite, i suoi amici e il suo passato. Forse questo, oltre a vedere Anita fuori dal suo ambiente e senza i suoi amanti (Jean Claude e Richard), rendono il romanzo diverso. Forse sono una tra le poche persone che non l'ha apprezzato come i precedenti, forse il lato più sensuale di Anita non mi turba o non mi spaventa normalmente e quindi non vederlo rappresentato in questa storia mi ha tolto un piccolo piacere della vita... Non so. Fatto sta che se si ama Anita si accetta anche questa storia e si va avanti con i diversi romanzi che vengono successivamente.
1 commento:
Per me invece è il migliore tra tutti i libri della saga finora letti!! E' un ritorno all'Anita e alle storie dell'inizio. Ero affascinata dal personaggio di Edward, poichè già avevo sentore in lui di una sua parte "buona"; questo libro me ne ha dato la conferma ed ora non solo mi affascina, ma lo adoro, al pari di JC. e Richard. E' un libro che non solo analizza i sentimenti di Ed, ma anche quelli di Anita. E io adoro tutto ciò che è "analisi psicologica". In più, come detto, mi piace molto che si sia data di nuovo importanza all'investigazione. In sostanza, 100 e lode a questo libro!
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