Film del 2011, passato inosservato ai più forse a causa del genere. La trama, la presenza di Justin Timberlake come protagonista e l'assenza di nomi altisonanti certo non hanno aiutato questo film del neozelandese Andrew Niccol, specialista in fantascienza. Suoi sono infatti Gattaca e S1m0ne, mentre ha al suo attivo come scrittore anche The Truman Show, The Terminal e Lord of War. Sebbene, appunto, la trama non sia particolarmente accattivante offre comunque ottimi spunti di riflessione portandoci in una godibile storia di fantascienza distopica, facendoci correre con i protagonisti per le quasi due ore di durata del film.
In un futuro solo idealmente lontano da qui le persone sono geneticamente programmate per crescere e invecchiare fino ai 25 anni, dopo i quali hanno un solo anno di "bonus" esaurito il quale muoiono. Questo se non guadagnano letteralmente il tempo lavorando e se non lo spendono tutto per pagare affitto, autobus, cibo e tutto quel che serve per sopravvivere. Il tempo, quindi, diventa l'unica moneta di scambio contando sul fatto che chi lo esaurirà morirà istantaneamente. Will Salas (Timberlake) ha 25 anni da tre anni e con il lavoro aiuta la madre a sopravvivere, sempre sul filo del rasoio, sempre - per dirla con una battuta - con i minuti contati. Una sera, in un locale, salva la vita a un uomo. Un forestiero. Uno che sembra cercare guai. Una volta in salvo, l'uomo gli apre gli occhi sulla realtà del loro mondo. Poi sparisce dopo avergli donato tutto il tempo di cui dispone, più di cento anni di vita. l'uomo si uicida sotto gli occhi di Will, che però viene filmato da una telecamera. A corto di tempo, la madre di Will soccombe per strada senza che lui possa aiutarla. Per il dolore, lui decide di spostarsi nella zona ricca della città per derubare del tempo quanti più ricchi incontrerà per la sua strada, senza sapere che i guardiani del tempo (guidati da Cillian Murphy) lo stanno cercando per l'omicidio del suo benefattore. Lungo la strada incontrerà un vero e proprio miliardario e la sua figlia adorata. All'arrivo della polizia scatterà una vera e propria corsa contro il tempo. E contro il sistema.
Le riflessioni su questo film riguardano il tempo, il modo in cui lo viviamo, in cui lo sprechiamo. In cui non lo viviamo, per lo più. E la finta gioventù in cui ci rintaniamo, la confusione che crea, il vuoto. E l'etica, e la ribellione, e - parola complicata per me - la speranza. L'interpretazione di Timberlake non dà grandi slanci, ma è adeguata, buono il resto del cast anche nella totale improbabilità della situazione. Da vedere, forse, con un occhio più "sociale" che prettamente spettacolare.
In un futuro solo idealmente lontano da qui le persone sono geneticamente programmate per crescere e invecchiare fino ai 25 anni, dopo i quali hanno un solo anno di "bonus" esaurito il quale muoiono. Questo se non guadagnano letteralmente il tempo lavorando e se non lo spendono tutto per pagare affitto, autobus, cibo e tutto quel che serve per sopravvivere. Il tempo, quindi, diventa l'unica moneta di scambio contando sul fatto che chi lo esaurirà morirà istantaneamente. Will Salas (Timberlake) ha 25 anni da tre anni e con il lavoro aiuta la madre a sopravvivere, sempre sul filo del rasoio, sempre - per dirla con una battuta - con i minuti contati. Una sera, in un locale, salva la vita a un uomo. Un forestiero. Uno che sembra cercare guai. Una volta in salvo, l'uomo gli apre gli occhi sulla realtà del loro mondo. Poi sparisce dopo avergli donato tutto il tempo di cui dispone, più di cento anni di vita. l'uomo si uicida sotto gli occhi di Will, che però viene filmato da una telecamera. A corto di tempo, la madre di Will soccombe per strada senza che lui possa aiutarla. Per il dolore, lui decide di spostarsi nella zona ricca della città per derubare del tempo quanti più ricchi incontrerà per la sua strada, senza sapere che i guardiani del tempo (guidati da Cillian Murphy) lo stanno cercando per l'omicidio del suo benefattore. Lungo la strada incontrerà un vero e proprio miliardario e la sua figlia adorata. All'arrivo della polizia scatterà una vera e propria corsa contro il tempo. E contro il sistema.
Le riflessioni su questo film riguardano il tempo, il modo in cui lo viviamo, in cui lo sprechiamo. In cui non lo viviamo, per lo più. E la finta gioventù in cui ci rintaniamo, la confusione che crea, il vuoto. E l'etica, e la ribellione, e - parola complicata per me - la speranza. L'interpretazione di Timberlake non dà grandi slanci, ma è adeguata, buono il resto del cast anche nella totale improbabilità della situazione. Da vedere, forse, con un occhio più "sociale" che prettamente spettacolare.
3 commenti:
Il tempo... che bell'argomento. Mi sovviene che da qualche parte ho un libro intitolato proprio l'arte del tempo, chissà mai che ci faccio una recensione qui.
Interessante comunque questa tua fotografia del film, devo procurarmelo
Secondo me è da vedere, giusto per capire come siamo messi...
L'ho visto per caso l'altra sera... sì, è senza dubbio da vedere!!!
Bello bello!
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