domenica 1 settembre 2013

Polvere e sangue - Brian Freeman

Romanzo del 2009, quarto titolo dell'autore e quarto lavoro con protagonista Jonathan Stride. Sovrintendente al Detective Bureau di Duluth, Minnesota, Stride ha le classiche caratteristiche dell'eroe tormentato tipiche del detective made in USA. Vedovo, con una nuova compagna dal passato altrettanto complicato e colleghi colmi di preoccupazioni, diviso tra il lato politico del suo lavoro e la sete di verità che serve a ogni buon poliziotto. Con il primo romanzo (Immoral) l'autore ha vinto diversi premi. I successivi lavori gli hanno procurato successo sia di critica che di pubblico.

In un pomeriggio di Giugno, del tutto inaspettato, il passato fa una visita a Jonathan Stride mentre siede nel patio di un ristorante con la collega Maggie. Tish Verdure, nota giornalista originaria del luogo, è tornata in città con l'intenzione di scrivere un libro riguardo a un delitto che tocca personalmente la famiglia di Stride. Il 4 luglio del 1977, infatti, la futura cognata diciottenne viene assassinata in modo brutale sulla spiaggia del lago Superior. Le indagini del tempo avevano portato ad alcuni sospetti tra cui un rampollo della società che conta, ma dopo tutti gli accertamenti l'omicidio era stato archiviato dando la colpa a un vagabondo di colore che in quel periodo viveva nei boschi accanto al lago e che era scappato rapidamente dopo l'omicidio. Tish, amica della vittima e della moglie defunta di Stride, porta con sé delle verità scomode tenute nel cuore per tanto tempo e con fatica riesce a invogliare Jonathan a riaprire il caso fornendo piccoli indizi. La vita della cittadina del tempo si mischia con la storia personale dei protagonisti per risolvere, non senza dolore e nuova violenza, un caso scottante. Fino alle ultime rivelazioni.

Anche se vi si ritrovano tutti gli stereotipi del thriller, nei personaggi e nella dipanazione della trama, il romanzo è ben riuscito. Indizi dosati, salti temporali che fanno procedere il racconto dell'omicidio passo a passo insieme allo svolgimento delle nuove indagini; personaggi che evolvono e colpi di scena quasi cinematografici. Non un romanzo che resta, ma una buona lettura facile, rilassante. La traduzione di Alfredo Colitto scorre placida, quasi impalpabile. Forse non eccezionale, ma godibile.

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