Credo che lo Stephen King migliore si legga nei racconti. Le sue raccolte sono spesso meglio di alcuni dei romanzi. Anche se la mia raccolta preferita resta "A volte ritornano", soprattutto per il meraviglioso racconto del Babau, devo dire che questa raccolta del 2002 e i suoi 14 racconti nemmeno cortissimi mi ha conquistata.
"Autopsia 4" è il racconto del nostro incubo peggiore: assistere alla propria autopsia da vivi. E già qui si dice molto. Come sempre io adoro le traduzioni di Tullio Dobner, che riescono a rendere perfettamente l'idea dell'originale.
"Le piccole sorelle di Eluria" è il racconto per gli appassionati della serie della Torre Nera, con protagonista un Roland ospite del Pieno-Mondo, prima che l'inseguimento descritto nel primo libro abbia inizio. Una storia che fa venire i brividi.
"Pranzo al Gotham Café" è forse quello che mi è rimasto più impresso, con il suo maitre impazzito. Divertente e allucinante allo stesso tempo.
Si parla di alberghi infestati, di animali regalati, di déjà vu, di autostop pericoloso, di gioco d'azzardo, di pomeriggi a pescare, messaggi dal nulla e strani inquisitori. E di altro.
Ecco, per me leggere un racconto al giorno è stato come farmi accompagnare ogni volta in un luogo diverso, faccia a faccia con una follia diversa, con una piccola paura vinta ogni volta, con un sorriso complice nel chiudere il libro alla fine. Non lo consiglio, perché tanto non lo leggerete. Ma ne volevo parlare, perché per me Stephen King è uno che la sa lunga e che dietro a racconti di genere parla di me, delle persone che ho intorno e del confine così labile che c'è tra il vivere normalmente e il diventare una furia incontenibile, distruttrice, assetata. Di come sia facile, dopotutto, perdere il controllo e diventare dei mostri.
"Autopsia 4" è il racconto del nostro incubo peggiore: assistere alla propria autopsia da vivi. E già qui si dice molto. Come sempre io adoro le traduzioni di Tullio Dobner, che riescono a rendere perfettamente l'idea dell'originale.
"Le piccole sorelle di Eluria" è il racconto per gli appassionati della serie della Torre Nera, con protagonista un Roland ospite del Pieno-Mondo, prima che l'inseguimento descritto nel primo libro abbia inizio. Una storia che fa venire i brividi.
"Pranzo al Gotham Café" è forse quello che mi è rimasto più impresso, con il suo maitre impazzito. Divertente e allucinante allo stesso tempo.
Si parla di alberghi infestati, di animali regalati, di déjà vu, di autostop pericoloso, di gioco d'azzardo, di pomeriggi a pescare, messaggi dal nulla e strani inquisitori. E di altro.
Ecco, per me leggere un racconto al giorno è stato come farmi accompagnare ogni volta in un luogo diverso, faccia a faccia con una follia diversa, con una piccola paura vinta ogni volta, con un sorriso complice nel chiudere il libro alla fine. Non lo consiglio, perché tanto non lo leggerete. Ma ne volevo parlare, perché per me Stephen King è uno che la sa lunga e che dietro a racconti di genere parla di me, delle persone che ho intorno e del confine così labile che c'è tra il vivere normalmente e il diventare una furia incontenibile, distruttrice, assetata. Di come sia facile, dopotutto, perdere il controllo e diventare dei mostri.
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