domenica 5 aprile 2009

Gran Torino

la-locandina-di-gran-torino-93926Che Clint Eastwood non sia un allegrone se ne sono accorti un po' tutti. Però i suoi film sono spesso molto belli. Questo è uno di quelli davvero ben riusciti.
Walt Kowalski è un vedovo, reduce di Corea e decisamente antipatico. Un attaccabrighe, uno che non usa mezzi termini e che ha una "bella parola" per tutti. Dai figli, ai nipoti, ai vicini di casa e al prete che, preso dalla sua missione, cerca continuamente di avvicinarlo. Walt, cioè, il signor Kowalski ha a cuore solo la sua casa (il quartiere è ormai invaso da cinesi e altri bastardi), il suo labrador Daisy e la sua auto. La Ford Gran Torino del '72 che custodisce nel suo garage con tutte le cure del caso. Il giovane vicino Thao, spinto da una gang di balordi (tra cui un ciccione dal doppio pollice) capeggiata dal cugino Spider, tenta di rubare la macchina di Walt. Cacciato quasi a fucilate, viene salvato dallo stesso fucile il giorno successivo, quando il signor Kowalski lo toglie dalle grinfie del cugino stronzo. Nasce così, con diffidenze e le solite frasi gentili, una amicizia sempre più stretta tra Kowalski e i suoi vicini di etnia Hmong, con cui oltre alle differenze, Walt comincia a notare anche le similitudini. Un susseguirsi di accadimenti fa sì che si arrivi a estreme conseguenze, ma Walt Kowalski sa come stupire tutti e rimettere a posto la sua vita.
Al di là di tutto, Eastwood riesce ad essere veramente antipatico, più del sopportabile. Una grande performance. E anche se il film è stato tacciato di eccessivo buonismo (non so dove), credo sia un film consigliabile. Si ride in certi momenti, si piange in altri. Si spazia da una emozione all'altra un po' come nella vita vera. Tutto sommato, anche se non si ama il personaggio di Walt, si finisce per apprezzare il suo mondo chiuso e razzista pur non adeguandocisi. Un bel film, davvero.

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