Non mi capita spesso di chiudere un libro con le lacrime agli occhi. Soprattutto non mi capita spesso di avere la pelle d'oca leggendo pagine di un romanzo, in più non mi è mai successo con un libro così strano per me. Carole Martinez ha una prosa davvero efficace. Cattura lentamente, ma quando fa presa ti trascina.
La storia di Frasquita Carasco, della sua iniziazione in una famiglia di streghe, della sua vita, del matrimonio. Dei figli, del marito stravagante. Del viaggio, degli incontri magici, delle stranezze che la donna compie e vive suo malgrado. Dell'amore e della fatica di essere donna e strega in una Spagna pre guerra civile. Con le solitudini, con le piccole azioni quotidiane, col proprio dono in mano e senza sapere che farne. Con tante figlie e un figlio dai capelli rossi a cui tramandare il dono e al contempo la maledizione di famiglia. La storia raccontata dalla sua ultima figlia è la storia di tutta la famiglia.
Da una lato la prima parte del libro ricorda il Garcia Marquez di "Cent'anni di solitudine", la saga di una famiglia spagnola. Un po' lenta, un po' lontana dal nostro comune sentire. Poi, da una sonnolenza da siesta si parte piano per il mondo, la vita, la follia, il dolore, la gioia, la vita stessa. E la magia. Perché le parole senza la magia non danno i brividi...
La storia di Frasquita Carasco, della sua iniziazione in una famiglia di streghe, della sua vita, del matrimonio. Dei figli, del marito stravagante. Del viaggio, degli incontri magici, delle stranezze che la donna compie e vive suo malgrado. Dell'amore e della fatica di essere donna e strega in una Spagna pre guerra civile. Con le solitudini, con le piccole azioni quotidiane, col proprio dono in mano e senza sapere che farne. Con tante figlie e un figlio dai capelli rossi a cui tramandare il dono e al contempo la maledizione di famiglia. La storia raccontata dalla sua ultima figlia è la storia di tutta la famiglia.
Da una lato la prima parte del libro ricorda il Garcia Marquez di "Cent'anni di solitudine", la saga di una famiglia spagnola. Un po' lenta, un po' lontana dal nostro comune sentire. Poi, da una sonnolenza da siesta si parte piano per il mondo, la vita, la follia, il dolore, la gioia, la vita stessa. E la magia. Perché le parole senza la magia non danno i brividi...
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