sabato 10 dicembre 2011

Il velo dipinto

Un film drammatico del 2006 tratto dall'omonimo romanzo di W.S. Maugham e diretto da John Curran con protagonisti Edward Norton e Naomi Watts. Differente dal romanzo solo nell'epilogo e nella caratterizzazione del personaggio femminile, il film trasporta nella Cina degli anni venti con delicatezza e con una incantevole fotografia.

Nella Londra del '22, Kitty (Naomi Watts) accetta la corte di Walter Fane (Norton) più per l'urgenza di sposarsi che per trasporto. L'età e la famiglia hanno il loro peso nella scelta. Dopo il matrimonio, Kitty segue Walter a Shangai, dove lui svolge la sua attività di  medico batteriologo. Annoiata dall'ordinarietà di Walter e dalla vita sociale cittadina, Kitty si abbandona ben presto tra le braccia di un alto funzionario britannico, Charlie Townsend (un Liev Shrieber al confine tra fascino e untuosità), credendo nel suo amore.
Quando Walter li scopre non ci sono scenate. L'ultimatum è chiaro: o lei e Charlie dimostrano i loro sentimenti divorziando dai rispettivi compagni e risposandosi immediatamente, oppure Kitty sarà costretta a seguire Walter a Mei-Tan-Fu, villaggio sperduto e afflitto da una terribile epidemia di colera.
Kitty si trova obbligata a seguire Walter per evitare lo scandalo e delusa dal comportamento di Charlie. Nella desolazione della sua nuova casa, Kitty impara a conoscere l'uomo che ha sposato e trova una dimensione per la sua vita.

Il film, come ho detto, gode di un'ottima fotografia e i due interpreti danno ai loro personaggi la giusta enfasi. Norton misuratissimo come sa fare, la Watts delicata e molto femminile. Una storia che va al di là del semplice narrare di un uomo e di una donna, ma che parla di mondi separati che vivono sotto allo stesso tetto e di un viaggio alla scoperta di sè racchiuso in una esperienza infernale.
Il romanzo aveva già dato spunto ad una versione cinematografica nel 1934 con la partecipazione di Greta Garbo, ma pur essendo a suo modo un remake, merita di certo la visione.

5 commenti:

Mr. Zugo ha detto...

Un po' un ricorso di questi amori che portano a matrimoni combinati tra necessità e classismo... a primo impatto ho la sensazione che il più sia anche lo scenario di sottofondo di questo oriente molto inglese a fare da cornice oltre che da catalizzatore.

N.B. ne letto ne visto ancora libro/film

PaolaClara ha detto...

L'oriente lì non è molto inglese, anzi. La campagna, i paesaggi, il villaggio, le usanze e l'aria sembrano molto veritieri. Più che altro è il viaggio interiore una volta persi in quei luoghi ad avere la meglio. Il tentativo di comunicare, quello che si scambia per amore, quello che a volte l'amore è se gli si dà il tempo...
Due forme diverse d'amore, ancora. E una società che non perdona.

Anonimo ha detto...

OT: bellissimo questo blog! Me lo ero perso!

Romins

Fata ha detto...

Romins... è il salvataggio del vecchio "Occhio e Culla"!!!

PaolaClara ha detto...

Un quasi salvataggio, diciamo...