sabato 11 giugno 2011

Le figlie del libro perduto - Katherine Howe


libro perdutoRomanzo del 2009 di Katherine Howe, discendente di due delle donne giustiziate a Salem per stregoneria, laureata in storia a Harvard dall'aspetto giovane e simpatico.

Con cenni autobiografici evidenti il libro parla di Connie, dottoranda all'università di Harvard, che deve occuparsi per conto di sua madre della vendita della casa della nonna in una cittadina vicino a Salem. Giunta sul posto, Connie scopre tra le cianfrusaglie di casa (abbandonata da anni e avvolta da una coltre di piante, siepi ed erbacce) una Bibbia antica da cui cadono una chiave e un foglietto con un nome annotato. Deliverance Dane. Un nome che inizialmente non le suggerisce molto, ma che fa scattare in lei una molla e partire la ricerca. Ad aiutarla arriverà Sam e in qualche modo l'amica Liz, mentre la madre new age più che altro le darà sui nervi e il professor Chilton (curiosa l'omonimia con lo psichiatra che dirige il posto da cui fugge Hannibal Lecter ne"Il silenzio degli innocenti") la sprona in modo anche spiacevole.

Anche se con una certa prevedibilità, la storia si svolge piacevolmente intervallata da brevi salti nel passato al tempo dei processi di Salem. La stregoneria viene trattata per quello che è stata veramente: una serie di rimedi popolari utilizzati da guaritrici prima che la medicina diventasse l'unico rimedio e tramandati di generazione in generazione da donne che di solito erano levatrici.
Il libro è carino, una lettura piacevole, scorrevole e realistica.
Non sarà un libro originalissimo, ma è ben scritto. Adatto a un pubblico young adult regala qualche informazione in più senza scadere nel macabro o nel ridicolo. 

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