lunedì 21 ottobre 2013

Cose nostre - Malavita

Ultimo film, in ordine di tempo, di Luc Besson, è l'adattamento cinematografico del romanzo Malavita di Tonino Benacquista.

Giovanni Manzoni è un ex mafioso pentito che ha testimoniato contro i suoi capi e per questo motivo vive sotto copertura dell'FBI insieme alla famiglia, la moglie Maggie e i figli adolescenti Belle e Warren. Il suo ex capo, don Mimino, sta però conducendo nei suoi confronti una feroce caccia all'uomo dal carcere, che -unitamente ai non pochi guai che la famiglia stessa combina in ogni nuovo luogo di residenza- porta i Manzoni a continui e forzati spostamenti.

All'ennesimo cambiamento, la famiglia si ritrova in uno sperduto paesino della Normandia con una nuova identità (i Blake) ed il proposito di mantenere un basso profilo ed integrarsi nella nuova comunità. Ma tra le poco ortodosse abitudini del capofamiglia, che mal accetta quelle che considera mancanze di rispetto, il focoso temperamento della moglie e il piglio dei figli, l'impresa si rivela sin dal primo giorno piuttosto complicata.

Se poi a tutto questo si aggiunge Giovanni che, trovata una vecchia macchina da scrivere nel capanno della nuova casa, inizia a scrivere le sue memorie e viene scambiato dagli abitanti del paesino per una celebrità e l'arrivo degli scagnozzi di don Mimino pronti a sterminare l'intera famiglia... la situazione diventa quanto mai esplosiva...

Il film si potrebbe inserire nel filone malavitoso comico già visto in Terapia e pallottole o nei Soprano, anche se rispetto al primo ha senza dubbio anche momenti molto più crudi e tesi. Le risate e l'ironia, però, sono sicuramente l'ingrediente principale ed il film funziona, molto anche grazie ai protagonisti: uno strepitoso Robert De Niro, pentito in vestaglia che fantastica fini turpi per tutti coloro che ai suoi occhi gli mancano di rispetto e che, qua e là, non esita a realizzare tali fantasie; una Michelle Pfeiffer bellissima con le sue piccole rughe di espressione, che tenta di integrarsi ma non riesce a tollerare l'atteggiamento antiamericano pieno di pregiudizi dei negozianti del paese ed un Tommy Lee Jones, agente FBI cinico e disincantato, che bilancia il legame quasi di affetto sviluppato con la famiglia Manzoni con il legittimo desiderio di sbattere Giovanni in galera per le sue intemperanze, che gli consentirebbe una vita di sicuro più serena e tranquilla.

Una menzione speciale, poi, a Malavita, il cane di famiglia. E se come me non sopportate quei film in cui l'animale di turno finisce male tranquilli: non gli succede nulla (per tutti gli altri... perdonatemi, non ho poi svelato un granché)!

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