domenica 27 settembre 2009

Distretto 9

District-9_disco volanteUn film presentato da Peter Jackson che merita una serie di considerazioni. Appena uscito e nemmeno troppo pubblicizzato. La produzione è tra USA e Nuova Zelanda, il film è principalmente una storia di fantascienza. Il cast è di sconosciuti, non c'è un volto noto e nessuno strafigo in assoluto.

A Johannesburg, Sud Africa, una nave spaziale sosta nel cielo senza alcun contatto con la nostra popolazione. Dopo tentativi di contatto inutili si decide di entrare, per trovare una popolazione di circa un milione di alieni dall'aspetto denutrito e assai brutto, che vengono chiamati i gamberoni. Queste creature vengono messe in una baraccopoli apposta per loro, tenute sotto controllo dai militari. Solo che dopo vent'anni la popolazione umana è stufa degli ospiti e il governo decide di avvalersi dell'aiuto di una multinazionale per sgombrare il campo e portare gli alieni in un posto lontano dalla città. Le modalità non sono del tutto chiare, ma l'operazione parte e una specie di piccolo esercito entra nel Distretto 9 per sfrattare i gamberoni. Qualcosa va storto e...

Ecco, sarei tentata di raccontare tutta la storia. Ma non posso. Uno perchè la bellezza di questo film è che lascia del tutto spiazzati e vale la pena di goderselo come fosse la Guerra dei mondi. Due perché veramente ci sono validissimi motivi per vederlo. Non è un film fracassone come poteva essere Transformers (per quanto il genere non mi dispiaccia affatto), non è catastrofico come Indipendence Day. E' un film che fa pensare, che non può lasciare indifferenti.
Per me è da vedere, assolutamente.

domenica 13 settembre 2009

Saving Grace

saving_grace1Questo strano telefilm ho cominciato a vederlo più che altro per la presenza di una strepitosa Holly Hunter, che col tempo è anche diventata produttrice della serie. Finora in Italia sono state trasmesse due stagioni, la terza e ultima sarà trasmessa presumibilmente l'anno prossimo.

In Oklahoma la poliziotta Grace Hanadarko ha un nuovo amico. Si tratta di Earl, angelo dell'ultima occasione, che appare e scompare nei momenti più impensati, che la trasporta in posti impensabili e che le fa avere strani e realistici sogni riguardo a un detenuto del braccio della morte. Grace (la Hunter) ha una squadra di tutto rispetto di cui fa parte Ham (Kenny Johnson, visto in The shield) con cui ha una relazione. Altri volti sono Rhetta, il medico legale (Laura San Giacomo, Pretty Woman) ; Butch (Bailey Chase) poliziotto straricco; Bobby, nativo americano (Gregory Cruz).
Tra sogni e indagini, bizzarre relazioni sessuali e scherzi camerateschi, Grace deve arrivare a redimersi con l'aiuto di Earl. Un angelo, sì, ma con abitudini e comportamenti molto umani.

Sebbene sia un telefilm con caratteristiche qualche volta discutibili, mi ci sono affezionata. I personaggi sono divertenti, le situazioni in cui si cacciano e le relazioni che intercorrono tra loro fanno sorridere. E anche pensare. Trattano argomenti anche scomodi, come la pena di morte e la pedofilia dei preti, le conseguenze degli attacchi terroristici e il tema della vendetta, della giustizia a tutti i costi.
Tre serie, brevi. In tutto ne faranno una e mezza di quelle normali. Ci si può fare un pensierino...

mercoledì 9 settembre 2009

I figli degli uomini

ifiglidegliuominiTitolo originale: Children of Men
Paese: GranBretagna, USA
Anno: 2006
Durata: 114 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere:drammatico
Regia: Alfonso Cuaròn
Soggetto: P.D. Jamaes
Sceneggiatura: David Arata, Alfonso Cuaròn, Timothy J. Sexton
Interpreti: Clieve Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Claire-Hope Ashitey, Charlie Hunnam, PetermUllan, Pam Ferris.


2027. In un futuro non troppo distante, in cui il mondo non può più procreare, l'Inghilterra rimane unica zona franca, per non confrontarsi con le guerriglie urbane. Theo (Clive Owen), rapito da Julian (Julanne Moore), una donna attivista amata in passato, ha una grande responsabilità. Dovrà condurre salva una giovane donna fino a un santuario sul mare, e dare la possibilità al mondo di evitare l'estinzione. Sulla linea degli scrittori utopistici e futuristici, P.D.James ha scritto il romanzo da cui è tratto il film, in cui Cuaròn fin dalle prime sequenze ci illustra un mondo grigio, oppressivo, incolore, fra il pre-industriale (le costruzioni e i palazzi sembrano proprio quelli della "industrial revolution"), e il post-atomico, (per la scarsità di vegetazione). Londra appare come non cambiata, se non per i mercati ai bordi delle strade e gli autobus a due piani completamente scrostati dal tempo. In questo ambiente senza profondità si muovono i protagonisti. Ne sono una conferma gli stereotipi del multirazzialismo e del multilinguistico (quello che sarà non è per forza diverso da quello che è oggi). Nel panorama così definito, la macchina da presa segue Theo-Clive Owen in tutte le situazioni, come un inviato di guerra in una visione quasi documentaristico-soggettiva del futuro per acuire il senso di chiuso, di claustrofobia, e di mancanza di certezze. Ne è un esempio la guerriglia che, all'esterno della zona franca, appare come uno spaccato del conflitto jugoslavo, dove tutti sparano a tutti, e un proiettile vagante ha il potere di cambiare il personale futuro (la sequenza dei carri armati che colpiscono una palazzina, è una scena di guerra impressionante). Per antitesi, la speranza di vita, rinascita di un "nuovo mondo", è l'unica apertura del film all'ottimismo, in un percorso al buio, in cui il caso regna sulle esistenze di tutti. Children of Men è un film corale, è dell'umanità, (si propone raramente come singolo, per esempio nel caso dello scienziato Justice, Michael Caine, eremita per scelta ai bordi della società), perché il futuro della terra non è dell'individuo singolo. È semplicemente globale. (myMovies)

Per quello che mi riguarda ha colpito molto la contrapposizione tra le istituzioni convenzionali (governo) e quelle meno (ribelli) che anche nel futuro esistono ancora e strumentalizzano ogni cosa, mentre la povera gente che vive al limite della vita in un modo o nell'altro si sacrifica e contribuisce a portare avanti i valori della vita, primo quella della genesi libera e naturale... In tutti i personaggi che vengono coinvolti traspare sempre l'aspetto umano nella sua millenaria esistenza nei vari ruoli... fantascienza dei giorni nostri e del passato. A me è piaciuto molto.
Autore del post: Zugo

martedì 1 settembre 2009

Le vite degli altri

locandina_le_vite_degli_altriTitolo originale:
Das Leben der Anderen

Paese:Germania
Anno:2006
Durata:137 min
Colore:colore
Audio: sonoro
Rapporto:2,35:1
Genere:drammatico
Regia,
Soggetto, Sceneggiatura:
Florian Henckel von Donnersmarck

Ho visto questo film l'ultimo giorno di agosto, in una sera sonnolenta e immobile. Il film viene definito in altri pagine del web come thriller ma come il nosto megaenciclopedico wiki io ritengo che sia effettivamente un fil drammatico che racconta della germania dell'est, l'allora DDR qualche anno prima della caduta del muro, dove ormai molte coscienze erano proiettate alla liberalizzazione del regime socialista e autoritario che vigeva. Totalitario al punto di epurare anche gli ambienti artistici intromettendonsi nella vita degli attori, dei registi e di tutti coloro con cui venivano a contatto. Il Film lentamente e metodicamente mette in evidenza molti di questi aspetti un po' a tutti i livelli della dirigenza politica e dell'ente della sicurezza, la famosa Stasi, che seppur macchina collaudata e rodata si ritrova ad essere incrinata in uno dei loro funzionari HWG/7 che nello spiare uno scrittore di teatro e la sua compagna attrice, viene catapultato in una realtà che vede mancargli e cerca di viverla attraverso i sospettati, con ogni sfumatura, erigendosi anche a loro deus ex machina, tentando addirttura di salvare il loro operato intellettuale ed artistico, mettendo a rischio la propria posizione all'interno della Stasi. Spaccati di vita che socialista alla sua triste decadenza che viene premiata in base dalla sonata per gli uomini buoni. Psicologicametne intenso, caratterizzato in 5 personaggi fondamentali, e le loro ambizioni e frustrazioni. Come nella realtà però non tutti ne escono indenni, e quei pochi che restano rappresentano la forza di continuità e costanza della presa di posizione e responsabili delle proprie azioni.
 
Autore del post Zugo