Spinta dall'uscita del film di Peter Jackson, che non ho visto, ho acquistato questo libro di Alice Sebold uscito nel 2002 e già conosciuto da molti.
Susie Salmon ha quattordici anni quando viene stuprata e uccisa da un vicino di casa serial killer. E' lei stessa a raccontare dal suo angolo di cielo sia la sua storia che la serie di conseguenze che la sua morte ha scatenato. La reazione della famiglia, le indagini, i suoi ricordi si mischiano in un racconto che commuove senza esagerazioni. Il suo modo di narrare gli eventi, acuto e allegro senza le sovrastrutture degli adulti porta il lettore a confrontarsi con il dolore della separazione, delle occasioni perdute, del non poter fare.
Non è un giallo vero e proprio. Si sa dall'inizio chi è stato e come ha fatto. Si sa tutto e alo stesso tempo si comincia a voler bene alla famiglia di Susie, distrutta, agli amici, ai vicini.
Si continua a sperare fino alla fine che il colpevole venga incastrato, che almeno la giustizia sistemi le cose. E a tifare per il padre ossessionato, per la madre che rifiuta il dolore e per fratello e sorella che si pongono domande e che crescono con una consapevolezza in più.
Sono 345 pagine che scorrono, che prendono e che a volte fanno venire i brividi. Verso la fine anche qualche tentativo di lacrimuccia fa capolino. Con una sua dolcezza, con freschezza, come dev'essere. Ovvio che lo consiglio...
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