Diamo
il benvenuto nel nostra foyer a Elena Genero Santoro, nata a Torino nel 1975, residente nei
dintorni, mamma, moglie e impiegata tecnica nell’industria automobilistica. Lettrice
feroce e onnivora, scrive da sempre.
Cominciamo
parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Film e soap opera, non serie tv, grazie. I primi, si sa,
sono autoconclusivi. Le seconde, si sa, sono infinite per definizione, sono
perenni teatrini poco impegnativi senza capo né coda. Può essere bella la
sceneggiatura di una scena (si gioca tutto lì), ma non bisogna guardare le soap
tentando di dare un senso al loro sviluppo. Il passato viene spesso riscritto,
il futuro è sempre provvisorio. Basta saperlo. Le serie invece sono illusorie,
presentano delle conclusioni che non sono mai definitive. Ma alla fine, la
conclusione-conclusiva non esiste. E se c’è, spesso è deludente perché poi una
serie magari viene sospesa da un giorno all’altro per motivi di budget. Io
invece ho bisogno del gran finale. Paradossalmente, invece, proprio io ho
scritto una serie di libri.
Se
fossi il protagonista di una serie tv?
Credo che sarebbe qualcosa come C.S.I. dove c’è da indagare
il delitto con una metodologia analitica. L’analisi delle anomalie è parte del
mio lavoro nella vita reale. E poi io sono analitica in tutto, per definizione.
Quanto
e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Tutto ciò che guardo influisce, e intendo non solo in
televisione. Tutto ciò che mi sta intorno può essere una potenziale fonte di
ispirazione.
Pillola
rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia:
domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola
rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del
bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Se dicessi realtà, dal momento che scrivo
fiction, non sarei credibile, anche se le ambientazioni dei miei libri sono
realistiche e i temi che tratto sono attuali. Tuttavia la fantasia è ciò che
serve a rendere la realtà migliore, altrimenti non avrebbe senso.
Genere preferito, letterario e cinematografico?
Non ho un genere preferito, se è ben fatto ogni
film o libro potenzialmente può andare bene. Leggo di tutto, ma ovviamente non
tutto. Mi piacciono le letture impegnate, ma anche la mera evasione. Una buona
commedia, un chick-lit, un giallo. Meglio se ambientate ai giorni nostri.
Se il tuo libro fosse un film, chi sarebbe il regista e quale
cast sceglieresti per interpretare i tuoi personaggi?
Per la serie di Futura e Patrick ho sempre
pensato a Cillian Murphy nel ruolo di protagonista maschile. Per gli altri
personaggi non mi sono mai fatta questa domanda.
Raccontaci un po’ del tuo lavoro…
Ho scritto una serie di dieci libri che ha per
protagonisti una coppia: Futura e Patrick, attorno alla quale ruotano una
miriade di altri personaggi. I libri pubblicati al momento sono solo tre: il
primo, Perché ne sono innamorata, edito da Montag; il secondo, L’occasione di
una vita, con Lettere Animate, e il nono, a cui ho dato la priorità per un
motivo affettivo, che è uscito con 0111 edizioni (Un errore di gioventù, che
tratta l’argomento della pena di morte). Prossimamente, con Lettere Animate,
usciranno i titoli dal 3 al 6 della serie. Poi ho pubblicato altri due libri
indipendenti con 0111 Edizioni, Gli Angeli del Bar di Fronte, che parla
dell’immigrazione da ambo i punti di vista, e Il tesoro dentro, che affronta la
malattia mentale.
Altri progetti?
Intanto scrivo, sia per il blog Gli Scrittori della Porta Accanto, dove pubblico editoriali, recensioni e interviste ad altri
autori esordienti, sia per portare avanti nuove storie. Vedremo cosa ne esce
fuori.
La tua “Corazzata Potemkin”?
50 sfumature di grigio. Una noia bestiale. Ma anche certi fantasy non scherzano. Al cinema “Il bambino del Macon”. Veramente il film più brutto che io abbia mai visto.
Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Acquistate "L'occasione di una vita"
E potete leggermi sul blog: Gli Scrittori della Porta Accanto
E ora diamo inizio allo spettacolo!
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