Diamo
il benvenuto nel nostro foyer a Daniela
Nardi, autrice napoletana da poco trasferitasi nel Lazio.
Cominciamo
parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Mi piacciono entrambi, basta che siano di qualità.
Se
fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Alcuni anni fa avrei voluto essere sette di nove (e chi non
avrebbe voluto con quel fisico) della serie Star Trek Voyager. Oggi potrei
essere Lynette di Disperate Housewives. Se fossi un film sarei Fiori d’Acciaio
di Herbert Ross
Quanto
e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Influisce molto. Penso che l’immagine dello scrittore come
una specie di eremita chiuso nel suo mondo interiore sia un preconcetto oltre
che una stupidagine. L’autore vive immerso nella realtà e anche le immagini
televisive e cinematografiche ne fanno parte, sono espressione dei tempi e dei
sentimenti della società in cui vive. Impossibile ignorarli. La mia raccolta Carne Umana prende spunto da
fatti di cronaca e testimonianze apparse in televisione, così come per Mille
giorni d’inverno sono stati utili i numerosi film e documentari sulla guerra
per riuscire a interpretare le emozioni contrastanti di quel periodo.
Pillola
rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine
della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che
vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è
profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Entrambe. In Mille giorni d’inverno racconto fatti reali ma
con i toni della favola. Amo molto il “realismo magico”, stile adottato da
Gabriel Garcia Marquez e William Faulkner che rendono unici i loro lavori.
L’orrore e la desolazione di certe situazioni si può stemperare o esaltare
attraverso l’utilizzo di meccanismi magici nel racconto.
Genere preferito, letterario e cinematografico?
Narrativa main stream, italiana e straniera,
anche se leggo volentieri romance, thriller, e fantascienza. Genere
cinematografico? Mi piacciono molto i film corali, di
grande respiro generazionale e di presa di coscienza tipo La terrazza e La
Famiglia di Ettore Scola, ma anche Saturno contro di Ozpetek, Il grande freddo
di Lawrence Kasdan e lo stesso Fiori d’acciaio citato prima.
Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un
film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Non amo i film tratti dai romanzi. Spesso sono deludenti,
vengono sacrificate parti e passaggi significativi per esigenze
cinematografiche. Insomma si fa scempio, spesso anche a svantaggio della stessa
pellicola. A meno che non siano scritti
apposta per questo. Mi viene in mente Niccolò Ammaniti, Margaret Mazzantini,
Fabio Volo, Mario Puzo. Il mio lavoro non è concepito per la trasposizione
cinematografica, ma se potessi scegliere un regista direi che il più adatto
sarebbe Giuseppe Tornatore.
Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Mille giorni d’Inverno è un romanzo storico e di formazione;
narra di una famiglia che, dopo un devastante bombardamento, è costretta a
sfollare in un paesino nella valle del Sarno. I protagonisti, figli adolescenti
di Edoardo e Rosa Soriano, affrontano i disagi della loro condizione di
profughi, incontrano persone del luogo con cui stringono legami profondi e
subiscono le rappresaglie dei tedeschi durante i difficili giorni
dell’armistizio. Queste esperienze influiranno sulla loro crescita emotiva, in
una fase delicata della loro vita come quella del passaggio all’età adulta. C’è
anche una storia d’amore, anzi ce ne sono ben due. Come vanno a finire? Lo
scoprirete solo leggendo!
Vorrei infine sottolineare che il racconto non
è frutto di fantasia, ma si basa su eventi e persone reali.
È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
No
perché mi piacciono i romanzi conclusivi. Sono intellettualmente irrequieta e curiosa, mi
piace cambiare, sperimentare, utilizzare tecniche narrative diverse. Per questo
sono a mio agio nello scrivere racconti.
Altri progetti?
Ho appena finito di editare un romanzo, molto meno
“impegnato” rispetto al precedente. Il titolo è Solo Ieri e dovrebbe uscire a
giugno in self. Ha in sé diversi elementi: l’amicizia, la storia d’amore, le
ansie dell’adolescenza, tutto condito da leggerezza e ironia nei punti giusti.
Per certi versi è anche uno storico, visto che è ambientato negli anni ’80. Un
libro d’evasione adatto a tutti, da leggere durante le vacanze estive.
Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Ho una pagina autrice su Facebook https://www.facebook.com/danielanardiautrice/ dove non ci sono solo i miei lavori, ma sostengo diversi
“colleghi” esordienti postando promozioni, nuove uscite, booktrailer,
recensioni, cercando anche di fare informazione sul mondo della piccola
editoria. Poi ho un sito http://danielanardi.altervista.org/index.html?cb=1451256352534 qui oltre i miei libri, si possono trovare curiosità su
luoghi, personaggi e avvenimenti che hanno ispirato Mille giorni d’inverno. Una
specie di backstage.
Potete acquistare "Mille giorni d'inverno" qui.
Potete acquistare "Mille giorni d'inverno" qui.
La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che
cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Il fantasy è un genere che non mi prende.
L’unico fantasy, e posso dire, l’unica saga che sono riuscita a seguire è Star
Wars, perché legata anche alla fantascienza. Al cinema poi rifuggo come la
peste l’horror splatter e i cinepanettoni.
E ora diamo inizio allo show.
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