domenica 12 giugno 2016

Pagine e Pop corn - intervista a Daniela Nardi

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a  Daniela Nardi, autrice napoletana da poco trasferitasi nel Lazio.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Mi piacciono entrambi, basta che siano di qualità.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Alcuni anni fa avrei voluto essere sette di nove (e chi non avrebbe voluto con quel fisico) della serie Star Trek Voyager. Oggi potrei essere Lynette di Disperate Housewives. Se fossi un film sarei Fiori d’Acciaio di Herbert Ross

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Influisce molto. Penso che l’immagine dello scrittore come una specie di eremita chiuso nel suo mondo interiore sia un preconcetto oltre che una stupidagine. L’autore vive immerso nella realtà e anche le immagini televisive e cinematografiche ne fanno parte, sono espressione dei tempi e dei sentimenti della società in cui vive. Impossibile ignorarli.  La mia raccolta Carne Umana prende spunto da fatti di cronaca e testimonianze apparse in televisione, così come per Mille giorni d’inverno sono stati utili i numerosi film e documentari sulla guerra per riuscire a interpretare le emozioni contrastanti di quel periodo.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Entrambe. In Mille giorni d’inverno racconto fatti reali ma con i toni della favola. Amo molto il “realismo magico”, stile adottato da Gabriel Garcia Marquez e William Faulkner che rendono unici i loro lavori. L’orrore e la desolazione di certe situazioni si può stemperare o esaltare attraverso l’utilizzo di meccanismi magici nel racconto.

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Narrativa main stream, italiana e straniera, anche se leggo volentieri romance, thriller, e fantascienza. Genere cinematografico? Mi piacciono molto i film corali, di grande respiro generazionale e di presa di coscienza tipo La terrazza e La Famiglia di Ettore Scola, ma anche Saturno contro di Ozpetek, Il grande freddo di Lawrence Kasdan e lo stesso Fiori d’acciaio citato prima.


Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
 Non amo i film tratti dai romanzi. Spesso sono deludenti, vengono sacrificate parti e passaggi significativi per esigenze cinematografiche. Insomma si fa scempio, spesso anche a svantaggio della stessa pellicola.  A meno che non siano scritti apposta per questo. Mi viene in mente Niccolò Ammaniti, Margaret Mazzantini, Fabio Volo, Mario Puzo. Il mio lavoro non è concepito per la trasposizione cinematografica, ma se potessi scegliere un regista direi che il più adatto sarebbe Giuseppe Tornatore.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
 Mille giorni d’Inverno è un romanzo storico e di formazione; narra di una famiglia che, dopo un devastante bombardamento, è costretta a sfollare in un paesino nella valle del Sarno. I protagonisti, figli adolescenti di Edoardo e Rosa Soriano, affrontano i disagi della loro condizione di profughi, incontrano persone del luogo con cui stringono legami profondi e subiscono le rappresaglie dei tedeschi durante i difficili giorni dell’armistizio. Queste esperienze influiranno sulla loro crescita emotiva, in una fase delicata della loro vita come quella del passaggio all’età adulta. C’è anche una storia d’amore, anzi ce ne sono ben due. Come vanno a finire? Lo scoprirete solo leggendo!
Vorrei infine sottolineare che il racconto non è frutto di fantasia, ma si basa su eventi e persone reali.

È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
 No perché mi piacciono i romanzi conclusivi.  Sono intellettualmente irrequieta e curiosa, mi piace cambiare, sperimentare, utilizzare tecniche narrative diverse. Per questo sono a mio agio nello scrivere racconti.

Altri progetti?
 Ho appena finito di editare un romanzo, molto meno “impegnato” rispetto al precedente. Il titolo è Solo Ieri e dovrebbe uscire a giugno in self. Ha in sé diversi elementi: l’amicizia, la storia d’amore, le ansie dell’adolescenza, tutto condito da leggerezza e ironia nei punti giusti. Per certi versi è anche uno storico, visto che è ambientato negli anni ’80. Un libro d’evasione adatto a tutti, da leggere durante le vacanze estive.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Ho una pagina autrice su Facebook  https://www.facebook.com/danielanardiautrice/ dove non ci sono solo i miei lavori, ma sostengo diversi “colleghi” esordienti postando promozioni, nuove uscite, booktrailer, recensioni, cercando anche di fare informazione sul mondo della piccola editoria. Poi ho un sito http://danielanardi.altervista.org/index.html?cb=1451256352534 qui oltre i miei libri, si possono trovare curiosità su luoghi, personaggi e avvenimenti che hanno ispirato Mille giorni d’inverno. Una specie di backstage.

Potete acquistare "Mille giorni d'inverno" qui.

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Il fantasy è un genere che non mi prende. L’unico fantasy, e posso dire, l’unica saga che sono riuscita a seguire è Star Wars, perché legata anche alla fantascienza. Al cinema poi rifuggo come la peste l’horror splatter e i cinepanettoni.


E ora diamo inizio allo show.

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