Questa non è la consueta intervista, né la consueta recensione, bensì una via di mezzo tra le due cose. Mi permetto quindi di uscire un po' dai consueti schemi rendendovi partecipi di come a volte per puro caso alcune esistenze possano colpire l'immaginario e l'empatia di ognuno di noi.
Mentre si stava preparando questo ciclo di interviste ed ero alla ricerca di autori su una delle tante piatteforme social, mi sono imbattuto fortuitamente in "Nonno Pasqualino", così lo chiamavano, al secolo Pasquale Ricossa, la cui età mi ha colpito avendo raggiunto la veneranda età di 106 anni. Pur non avendo ben presente la sua situazione di salute, attraverso la nipote Anna ho provato a capire se si sarebbe riusciti ad avere una sua intervista, ma purtroppo così non è stato, perché "Nonno Pasqualino", ha raggiunto il termine della sua intensa e ricca esistenza. Sin da subito, con le pochissime informazioni in cui mi sono imbattuto, ho avuto la netta sensazione che mi fossi imbattuto in un vero "highlander" del secolo scorso, e per questo vista l'impossibilità di avere una sua intervista, ho insistito per avere documentazione inerente la vita e le pubblicazioni di Pasqualino; troppa era la voglia di carpire i segreti di uno di quegli inossidabili uomini che hanno vissuto le guerre ed i veri cambiamenti politici e sociali di un paese come il nostro.
Spesso mi tornano alla mente i "vecchietti" della mia infanzia, ricordando la loro vigorosità, la loro determinazione e la lucidità con la quale affrontavano ogni giorno della loro esistenza, e nonostante il poco che avevo letto e compreso, Nonno Pasqualino me li ha ricordati ancora una volta. Ricevuta la documentazione che gentilmente mi ha fornito la nipote Anna, ho letto quanto avevo a disposizione oltre a documentarmi anche su internet trovando alcune notizie sparse nel tempo sino alla triste notizie di quest'anno che ne annunciava la dipartita.
Non ho avuto modo di leggere il suo libro, ma dagli articoli che ho letto l'immagine dell'highlander che mi ero fatto ha preso corpo in via definitiva delineando una mia personalissima idea di quale uomo potesse essere immaginandolo quindi semplice ma di grande cuore, retto e integro, attento alle cose della vita al punto di prenderne nota nel corso della sua esistenza da cui poi è stato realizzato il libro come raccolta di racconti "Le Colline della mia fanciullezza (1916-1920) - Portacomaro d'Asti (1910-1920)" come regalo di compleanno per i suoi 100 anni.
Un uomo tutto di un pezzo, come quelli di una volta, che ogni giorno regalano il loro contributo, che sia una sorriso, una parola un gesto di conforto, ogni qualvolta se ne presenti l'occasione. Ognuno degli articoli che ho letto restituisce pressoché sempre la medesima immagine: la semplicità di un uomo che attraversa gli anni sempre con lo stesso spirito e sempre con la stessa determinazione ed attenzione per gli altri. Sia chiaro, non ho la presunzione di dire che conosco l'uomo Pasquale Ricossa, bensì ho l'onestà di ammettere e condividere i pensieri che il personaggio ha suscitato in me, ovvero l'invidia e l'ammirazione per gli uomini del secolo scorso che hanno dimostrato fibra, carattere e doti ben superiori alle nostre che seppur ricchi di tecnologia e cultura, ancora non abbiamo imparato fino in fondo ad affrontare la vita e pian piano stiamo perdendo la capacità di apprezzare l'umanità che ci circonda.
Ringrazio quindi Anna di avermi concesso la possibilità, seppur indiretta di conoscere suo nonno ed apprezzarne le doti e la grandiosità, permettendomi di ritornare a vedere il mondo con gli occhi di un tempo.
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