Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Donatella
Perullo, autrice
napoletana nata con la scrittura nel cuore, che lavora alacremente per riuscire
a realizzare il suo sogno di artista. Alcuni dei racconti di Donatella sono
stati premiati in concorsi letterari o pubblicati sulla Romance Magazine, sulla
Writers magazine e in numerose antologie. Nel novembre del 2014 ha pubblicato il suo
romanzo d’esordio, il fantasy fiabesco Lacrime
d’Ametista primo di una trilogia intitolata Il Fato degli Dei e nel giugno 2015 ha sperimentato l’auto
pubblicazione, diffondendo sulla piattaforma Amazon Nemesi, una zombie novel di forte impatto.
Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale
motivo?
Ho una
predilezione per il cinema, che ha influito molto nella crescita del mio
immaginario fantastico. Appartengo a una generazione molto fortunata, cresciuta
nel periodo in cui il cinema ha goduto della rivoluzione apportata da grandi
pellicole innovative come Star Wars, Ritorno al futuro, Indiana Jones, ET, Incontri
ravvicinati del terzo tipo, Terminator
e altri che hanno comunque segnato la storia della settima arte come Lo squalo, Grease, Gosthbuster. I film
che ho amato nella mia adolescenza sono talmente tanti che se volessi elencarli
tutti rischierei di annoiarvi, ma chi come me ha subito lo stesso colpo al
cuore vedendo Han Solo imprigionato in un blocco di carbonite, potrà capirmi.
D’altro canto in quel periodo arrivavano in Italia, anche se con diversi anni
di differita, i primi telefilm d’oltreoceano, tra i quali la serie Starsky & Hutch regalò una bella
sferzata d’energia al palinsesto televisivo e grandi emozioni alla me bambina
che aspettava l’episodio settimanale come un’assetata in cerca d’acqua. In
linea di massima, però, le produzioni televisive erano, sì divertenti e
interessanti ma prive delle innovazioni che il cinema stava apportando in quel
periodo. Oggi è tutto diverso. Ci sono telefilm che non hanno niente da
invidiare alle grandi produzioni cinematografiche. Basti pensare a serie come Once Upon a time e al Il trono di spade, The walking dead o a polizieschi come True detective, Criminal
Minds, Castle, ne potrei elencare
decine e non posso dimenticare i miei beniamini, quelli che ormai sono per me
come persone di famiglia, gli adorabili nerd di The big bang teory. Il cinema in questo periodo, invece, a mio
parere sta subendo un calo di creatività. Le sceneggiature originali sono
rarissime e impazzano i film che si rifanno ai fumetti e a libri di successo o
remake di film di altre nazioni o di altri tempi. Sto parlando troppo, vero? È
che avete toccato un argomento che mi appassiona quasi quanto la scrittura
(sorride imbarazzata). Tranquilli, arrivo al dunque. Tra film e telefilm nel
mio cuore vinceranno sempre i primi perché nulla può equiparare l’emozione
della sala che diventa buia e dello schermo che s’illumina d’immagini da sogno.
A mio modestissimo parere, l’impatto emozionale di una buona pellicola
difficilmente potrà essere raggiunto da una serie televisiva, per quanto valida
possa essere. Questo anche per colpa delle produzioni, soprattutto quelle USA
che sono spesso ripetitive e prevedibilissime per lo spettatore esperto e
smaliziato. In più molto spesso e serie, soprattutto quelle di successo,
tendono a essere procrastinate oltre le possibilità creative degli
sceneggiatori che finiscono con l’incartarsi e deludere lo spettatore,
rovinando anche le belle sensazioni donate fino a quel momento e lasciando
l’amaro in bocca. In conclusione (era
ora, direte) film fino alla fine!
Se fossi
il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Magari! Sarebbe
un sogno che si realizza. Sin da piccolissima il mio desiderio più grande è
stato quello di riuscire ad andare oltre lo schermo insieme ai miei personaggi
preferiti. Allora avrei voluto essere la principessa Leila e lottare al fianco
di Han e Luke o Sara Connors in Terminator e salvare Kyle Reese oppure Chrissy
Snow (Che non è parente di John) e dividere l’appartamento con Jack Tripper e
Janet Wood in Tre cuori in affitto.
Oggi quel sogno esiste ancora, ma le scelte ovviamente sarebbero diverse. Sarei
felice di potermi sedere sul divano insieme a Sheldon Cooper, di indagare con
il brillante Castle, di sostituire Claire in Outlander, ma sarebbe fantastico anche essere un Avenger, la protagonista di un
avventuroso poliziesco accanto a Bruce Willis o prendere il posto di Katniss
Everdeen agli Hunger Games, ma anche
impersonare Giselle di Andalasia in Come
d’incanto.
Quanto e
come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Sono in tanti a
dirmi che, leggendo le mie storie, hanno avuto la sensazione di guardare un
film. Per me questo è un enorme complimento perché vuol dire che ciò che scrivo
riesce a essere immediato e a entrare nell’immaginario del lettore. Mi piace
pensare che l’amore per il cinema abbia influenzato positivamente la mia vena
artistica e il mio modo di scrivere. In effetti, anche se non mi lascio
influenzare da trame già viste o da storie già sentite, è certo che mentre creo immagino la storia come un film di
cui ho nel mio cuore scelto il cast e lo vivo emozionandomi, proprio come
davanti a un grande schermo ravvivato da effetti speciali. È probabile che
questo mio modo di comporre influenzi il mio stile di scrittura e la
costruzione della trama, ma non l’originalità del racconto.
Pillola
rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine
della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che
vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda
la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Matrix! Come ho
fatto a non citarlo tra i miei film preferiti? Sono una testona, ma ricordarli
tutti capirete che è impossibile. Pillola rossa forever! Come potrei rinunciare alla fantasia? È il mio pane
quotidiano e l’unico biglietto possibile verso la speranza della felicità.
Genere preferito, letterario e cinematografico
Amo i film d’azione, i romantici non strappalacrime,
i thriller, i film di fantascienza, quelli fantastici e le commedie se non sono
demenziali. Quando leggo i gusti rimangono pressappoco gli stessi. Amo i
classici, dai quali ho sempre qualcosa da imparare e i libri che mi facciano
pensare, ma senza deprimermi. Mi piace leggere quelle storie che riescano a
trasmettere messaggi senza diventare tediosi e soprattutto amo la letteratura
cosiddetta d’evasione: i buoni thriller, i romance, i gialli, i fantasy
(soprattutto i distopici) e i romanzi di narrativa che non abbiano la pretesa
di insegnare al lettore a vivere.
Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per
farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Gioco bellissimo, questo, che ho fatto decine di
volte, ma che non condividerò con voi per quanto riguarda il cast che
sceglierei e c’è un motivo. Quando scrivo una storia, ho chiarissimi in mente
sia il carattere di ogni singolo personaggio che il loro aspetto fisico. È
ovvio che per il fisico m’ispiri ad attori che trovo piacevoli e attrici che mi
sono simpatiche, ma so bene che ciò che può sembrare bello o simpatico a me può
non fare lo stesso effetto sugli altri.
Per questo preferisco non rivelarvi chi sono gli attori e le attrici che
nel mio immaginario hanno prestato il loro aspetto fisico ai miei personaggi.
Forse comprenderete il mio riserbo, ascoltando l’aneddoto che mi ha fatto
decidere che non avrei mai più rivelato a chi pensavo mentre scrivevo. Tempo fa
leggevo un romance di una scrittrice inglese. Era una lettura divertente e
distensiva e la scrittrice descriveva il personaggio maschile come un uomo
maturo, forte, dalla corporatura massiccia e mascolina, dal carattere brusco e
modi piuttosto spicci. Nel mio immaginario avevo sovrapposto a questo tizio un
bel Gerard Butler (chi più mascolino di lui) verso la fine del romanzo, invece,
la scrittrice si fa venire a bella idea di definire il personaggio un George
Clooney rude. Ebbene, mi passò tutta la fantasia e mi rovinai il finale del
romanzo. George mi è simpatico, l’ho seguito sin dai tempi di E.R. e l’ho
apprezzato in decine di film, lo ammiro come persona e credo che sia
intelligente e colto, ma per quanto mi riguarda, ha il sex appeal di un
carciofo. È evidente che i miei gusti in fatto di uomini, sono diversi da
quelli della scrittrice inglese e chissà di quante altre persone e questo mi è
servito da lezione. Da quel momento non mi sono mai più sbilanciata a rivelare
le identità fisiche dei miei personaggi perché preferisco che ognuno li
immagini come meglio crede e li senta propri. Per quanto riguarda la scelta de
regista è diverso. Datemi Steven Spielberg, Ron Howard, James Cameron o Robert
Zemeckis (che ringrazierò per sempre anche per il meraviglioso Forrest Gump) e
sarò felice di confidare a loro il cast completo. P.S.: Se bisogna sognare,
meglio farlo in grande.
Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Ho due romanzi di cui potrei parlarvi, lo farò brevemente di entrambi.
Sono due storie molto diverse tra loro, in tutto. Il primo è un fantasy
classico, dalle atmosfere medioevali, che parla di avventura e d’amore: amore
materno, amore fraterno, amicizia, amore desiderato e amore rifiutato che si
tramuta in odio. S’intitola Lacrime
d’Ametista ed è il primo volume della trilogia Il fato degli dei. È una storia ricca di magia e creature
fantastiche, di luoghi incredibili e colpi di scena inaspettati. Amo
molto questa trilogia che considero la mia fatica più importante e alla quale
ho dedicato finora quasi cinque anni di lavoro. Il primo volume è stato
pubblicato dalla Butterfly Edizioni e spero che presto vedranno la luce anche
gli altri due libri della trilogia.
L’altro romanzo che come dicevo è
diametralmente opposto al primo, è intitolato Nemesi ed è uno zombie horror piuttosto particolare che ho deciso
di pubblicare in self su Amazon, curiosa di provare anche questo tipo di
esperienza. È una storia dura, nata da un’ispirazione inaspettata e scritta in
un tempo relativamente breve se rapportato ai tempi biblici che ho dedicato a Il fato degli Dei. La protagonista di
Nemesi è una giovane veterinaria campionessa di Pentathlon che si trova a
combattere una battaglia atroce contro il suo stesso padre, creatore di una
razza di zombie pensanti che vogliono conquistare il mondo. Anche questa è una
storia cui tengo molto e che mi ha regalato grosse soddisfazioni. Come dicevo
sono due romanzi diversissimi tra loro che però hanno saputo regalarmi forti
emozioni e che hanno in comune un’altra cosa molto importante e della quale mi
sono resa conto solo dopo averli stilati: subiscono l’influenza della mia
passione per il cinema.
È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Di Lacrime
d’Ametista, come dicevo, ho già scritto gli altri due volumi della trilogia,
che sono in attesa di pubblicazione. Non credo che scriverò mai un sequel, ma
potrei cedere all’idea di scrivere un prequel o anche uno spin-off perché la
grande quantità di personaggi e a complessità della storia si presta a un’idea
simile. Per Nemesi, invece, che è un
romanzo breve, ho l’intenzione di scrivere un seguito e spero di riuscirci
molto presto.
Altri progetti?
Una gran quantità, forse troppi e credo proprio che
dovrò mettere un freno alla mia frenesia di fare se non voglio andare in overbooking!
Sto lavorando a una raccolta di racconti, sto revisionando un thriller scritto
qualche anno fa e sviluppando la trama di due romanzi che spero di scrivere di
cui uno è il seguito di Nemesi e l’altro un romance (ebbene sì vorrei provare a
cimentarmi anche in questo genere).
Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Non ho un blog, non avrei tempo di seguirlo perché
dedico tutto il tempo libero alla scrittura. Ho un profilo facebook e lì
pubblico le notizie sulle novità che riguardano la mia passione per la
scrittura, ho anche un profilo Twitter, ma non lo seguo molto e anche su
istagram ci sono a singhiozzi. Se qualcuno volesse leggere Nemesi può trovarlo
su Amazon in formato e-book, mentre Lacrime d’Ametista è stato pubblicato solo
in formato cartaceo ed è disponibile otre che sugli store online, anche in
libreria.
Trovate qui "Nemesi"
E qui "Il fato degli dei"
Trovate qui "Nemesi"
E qui "Il fato degli dei"
La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che
cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Non mi piacciono i film di guerra, tranne rarissime
eccezioni, e ancora meno i film tragici che lasciano presagire fin dall’inizio
finali tristi. C’è già la realtà di tutti i giorni che ci ricorda quanto è
difficile vivere. Nella letteratura, invece, non sopporto quegli autori che
arzigogolano i loro pensieri facendo di tutto per complicare la vita del
lettore. Quando ho la sensazione di trovarmi davanti a un narratore che cerca
di far sentire stupido chi legge e dimostrare la propria saccente superiorità,
lo depenno dalla lista degli autori da leggere e mi avvalgo della facoltà di
abbandonare il libro, anche dopo pochi capitoli.
E ora diamo inizio allo show.
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