Celebrato come un fenomeno letterario e rivelazione, questo romanzo di Glenn Cooper del 2009 ha aperto la porta a un genere che non è una vera novità. Il thriller con risvolti storico-paranormali. Scorre, trasporta e si legge voracemente anche quando si intuisce l'intreccio prima delle 150 pagine, che è ben prima della metà delle 439 pagine dell'edizione Tea.
Il romanzo si muove su diversi piani temporali, tra il 782, il 1947 e il 2009. Nel medioevo in un monastero sull'isola di Vectis/Wight in cui tutto ha inizio. Nel 1947 quando uno scavo riporta alla luce il monastero e la scoperta getta nel panico un governo occupato nel dopoguerra e nella ricostruzione, governo che passa la palla agli alleati e lascia che questi gestiscano come meglio credono le informazioni che hanno. Nel 2009 quando l'agente FBI Will Piper, alcolista e in attesa della pensione, viene coinvolto in una serie di strani omicidi che nulla hanno in comune eccetto una cartolina che arriva da Las Vegas. Ogni pista viene battuta, ma le indagini sono a un punto morto. I continui salti nel tempo lasciano al lettore il modo di comprendere gli eventi che piano piano si intrecciano fino alla soluzione del caso. O alla sua non soluzione.
Glenn Cooper scrive qualcosa di simile a una sceneggiatura, tra l'altro uno dei suoi lavori, dove ogni inquadratura serve a dar senso a tutto il resto, un racconto ben congegnato ma una tantino prevedibile. Senza un vero lieto fine, come la vita, con quel tanto di mistico, di violento e di "perverso" che attira il pubblico al giorno d'oggi. Dove non c'è un male vero e proprio, non un bene assoluto, ma abbondano meschinità e interessi. Debolezze e piccole soddisfazioni dell'ego.
Ben scritto, senza dubbio, forse non proprio qusto romanzo eccezionale che dovrebbe essere. Ma sì, si può leggere e apprezzare comunque. Personaggi da film, storia da film, finale da film.
Vedremo il film...
Il romanzo si muove su diversi piani temporali, tra il 782, il 1947 e il 2009. Nel medioevo in un monastero sull'isola di Vectis/Wight in cui tutto ha inizio. Nel 1947 quando uno scavo riporta alla luce il monastero e la scoperta getta nel panico un governo occupato nel dopoguerra e nella ricostruzione, governo che passa la palla agli alleati e lascia che questi gestiscano come meglio credono le informazioni che hanno. Nel 2009 quando l'agente FBI Will Piper, alcolista e in attesa della pensione, viene coinvolto in una serie di strani omicidi che nulla hanno in comune eccetto una cartolina che arriva da Las Vegas. Ogni pista viene battuta, ma le indagini sono a un punto morto. I continui salti nel tempo lasciano al lettore il modo di comprendere gli eventi che piano piano si intrecciano fino alla soluzione del caso. O alla sua non soluzione.
Glenn Cooper scrive qualcosa di simile a una sceneggiatura, tra l'altro uno dei suoi lavori, dove ogni inquadratura serve a dar senso a tutto il resto, un racconto ben congegnato ma una tantino prevedibile. Senza un vero lieto fine, come la vita, con quel tanto di mistico, di violento e di "perverso" che attira il pubblico al giorno d'oggi. Dove non c'è un male vero e proprio, non un bene assoluto, ma abbondano meschinità e interessi. Debolezze e piccole soddisfazioni dell'ego.
Ben scritto, senza dubbio, forse non proprio qusto romanzo eccezionale che dovrebbe essere. Ma sì, si può leggere e apprezzare comunque. Personaggi da film, storia da film, finale da film.
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