giovedì 13 ottobre 2011

Le ossa del ragno - Kathy Reichs


ossaragnoUn altro romanzo praticamente inutile della Reichs, pubblicato nel 2010. Avevo già recensito "206 ossa" tempo fa e non era stato un granché. A parte che a fantasia coi titoli può fare a gara con la serie di Sookie Stackhouse della Harris (True Blood per i non leggenti), questo romanzo ha la particolarità di risultare soporifero in ogni suo capitolo, ritrovamento di cadavere compreso. Non contenta delle 206 ossa di cui sopra ho preso anche quelle del ragno e vi racconto l'esperienza.

La famigerata Temperance Brennan (per i non leggenti é quella del telefilm Bones, che in telefilm è più matta e meno noiosa) viene chiamata per il bizzarro ritrovamento del giorno: un uomo avvolto in un telo di plastica, con biancheria intima femminile e in più rosa (che mi fa rabbrividire più del resto), con un masso legato a una caviglia, trovato in un laghetto da un pescatore. A parte la causa di morte evidente e il rituale di preparazione seguito, il dubbio sull'identità dell'uomo porta l'antropologa forense e il suo collega poliziotto Andrew Ryan (con cui ha avuto una relazione) dal Québec al North Carolina, dove l'uomo risulta morto e sepolto. Chi è l'uomo sepolto al posto di John Charles Lowery fin dal lontano 1968?
Questo interrogativo e le seguenti ricerche portano in seguito alle Hawaii, dove Temperance si reca in compagnia della figlia e dove ha sede l'ente responsabile dell'identificazione delle vittime di guerra americane di ogni conflitto dal 1918 in poi. In questo posto, dove vengono portati tutti i soldati defunti per il riconoscimento e la successiva consegna ai cari, tenterà di trovare le risposte.
Inoltre, nel tempo libero, Temperance Brennan trova il tempo per invitare il collega Ryan con figlia e indagare su alcuni resti divorati dagli squali ritrovati dalla polizia locale. Intrighi, scambi, qualche problema personale e tanti, troppi quesiti che sorgono ogni minuto.

Come tanti e troppi sono i dettagli tecnici che la Reichs come al solito infila nei romanzi. Che aggiungono peso, tolgono scorrevolezza e confondono le idee. Se aggiungiamo che un certo particolare sembrava chiaro già dall'inizio e a Temperance viene in mente nelle ultime 50 pagine...
Insomma, quel tantino di prevedibilità, quella farcitura di dettagli (interessanti, per carità, ma pesanti) e quel dover sempre sembrare normale di un personaggio che di normale ha ben poco.
Credo sia un romanzo da leggere in spiaggia o in montagna, con poche aspettative. Niente di più. Se vi avanzano dei soldi spendeteli meglio...

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