Diamo
il benvenuto nel nostro foyer a Lidia Del Gaudio:
Sono nata a Napoli e dopo la laurea in lettere e filosofia
ho lavorato nell'ambito delle risorse umane in una grande azienda di servizi.
Le mie passioni, oltre la scrittura, sono musica, cinema e pittura. Amo i romanzi di Zafon e
King, ma anche i racconti di Stefano Benni. Vivo da solitaria insieme alle mie
storie, occhiali spessi e poco trucco.
Cominciamo
parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Film, non ho dubbi, anche se a volte mi piace seguire anche
qualche serie tv, delle quali però perdo il controllo sistematico della messa
in onda. Sono appassionata di cinema da sempre, la trovo una forma d'arte
completa. Nei film c'è scrittura, immagine, moda, paesaggio, sogno. Se potessi
tornare indietro cercherei di studiare per diventare regista.
Se
fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Difficile rispondere, amo il genere thriller in special modo
e allo stesso tempo sono pigra. In ogni caso mi piacerebbe stare in un film di
Hitchcock, una di quelle bellezze eteree che sceglieva per le sue protagoniste
(inarrivabili per me), sia per vivere certe atmosfere così speciali e
misteriose.
Quanto
e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
L'immagine influisce molto su ciò che scrivo. Diciamo che io
penso per immagini e questo è anche comprensibile per chi è nato e cresciuto
nell'epoca della televisione. Credo che un po' tutti oggi viviamo il mondo
letterario in maniera completamente diversa dai contemporanei di Dostoevskij o Flaubert, ma anche di grandi
scrittori italiani non troppo lontani nel tempo, tipo Cassola o Moravia. Penso
che non vi sia più così grande necessità di minuziose descrizioni di paesaggi o
oggetti, visto che abbiamo in mente ben strutturato un enorme patrimonio di
immagini dell'esistente. E in questo senso è cambiata anche la scrittura.
Pillola
rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine
della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che
vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è
profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Pillola rossa, che domanda! Partendo da una esperienza di
vita reale che mi ha fatto molto soffrire, cerco di restare nel mondo
dell'immaginario più che posso. Penso che sia uno dei motivi che mi hanno fatto
amare molto la lettura da piccola e la scrittura dopo. Il rifugio in un mondo più giusto e pieno di
quelle opportunità che nella vita reale sono perdute.
Genere preferito, letterario e
cinematografico?
Leggo e guardo
qualsiasi genere, ma se proprio devo dare una preferenza, allora amo i thriller
psicologici, quelli dove alla fine arriva sempre qualcosa di inaspettato.
Quale regista vorresti scegliesse
il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi
personaggi?
Proprio in questi
giorni pensavo a come contattare Pupi Avati per una versione cinematografica
del mio romanzo I Colori del male (scherzo). Comunque, sì, vorrei Pupi Avati e
gli lascerei scegliere anche il cast, considerando che il protagonista della
storia è un ragazzo di 11 anni. Penso
che lui potrebbe riportare le giuste atmosfere del romanzo. Di questo regista
ho amato molto La casa dalle finestre che ridono e forse proprio qualcosa di
questo film mi è rimasto dentro mentre pensavo alla storia di Milo e del suo
quadro maledetto.
Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Vi parlo dell'ultimo
romanzo che ho pubblicato e che si intitola Il Segreto di Punta Capovento. La
storia parla di amore, amicizia e tradimento, ma non ha niente di melenso
e chiude anzi con un finale inaspettato,
quasi da thriller. Del resto tutto il romanzo è volto alla scoperta del segreto
che si nasconde nel borgo di mare arroccato su un bellissimo promontorio a
picco sul mare. Un posto dove Giulia, la protagonista, sceglie di tornare per
riprendersi la serenità perduta e ritrovare l'amore. In questo percorso saranno
coinvolti due uomini innamorati di lei e qualcun altro che quarant'anni prima
ha vissuta la stessa esperienza.
È previsto un sequel, o un prequel?
Uno spin off?
Ho lavorato molti
anni a questa storia ed è stato talmente difficile staccarmi dai personaggi che
per il momento escludo di tornare a scrivere di questo. Tuttavia, se dovessi
notare l'interesse dei lettori, chissà.
Altri progetti?
Il progetto è
quello della scrittura a tutto tondo, cercando di trarne qualche momento di
felicità. Il sogno sarebbe quello di arrivare alla distribuzione in libreria,
ma anche se un solo lettore lascia una recensione su Amazon sento che tutto il
lavoro non è andato perduto. E gliene
sono grata.
Se qualcuno volesse seguirti, dove
ti può trovare?
Chi vuole contattarmi
può farlo sulla pagina Fb
o sul blog
Potete acquistare "Il segreto di Punta Capovento" qui.
La tua “Corazzata Potemkin”, sia
letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
La Corazzata
Potemkin, appunto...
E ora diamo inizio allo show.
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