martedì 27 gennaio 2009

Madagascar 2

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MyMovies:
Ritroviamo Alex il leone, Marty la zebra, Gloria l'ippopotamo e Melman la giraffa alla deriva nelle remote spiagge del Madagascar, pronti ad imbarcarsi sull'aereo riparato dalla squadra di terribili pinguini per tornare a Central Park. Un atterraggio di fortuna, però, ben prima di arrivare nei cieli americani, li catapulta nel bel mezzo di una pianura africana, ai piedi del Kilimangiaro. Tutto appare come la realizzazione di un sogno: Alex ritrova la famiglia, Marty il branco che ha sempre desiderato, Gloria le attenzioni del prestante Moto Moto e Melman l'opportunità di mostrare un po' di eroismo. L'Africa è dunque meglio di New York City? Di certo non è meno avventurosa.
Nuovamente pesci fuor d'acqua, per opera dei registi Eric Darnell e Tom McGrath, cui si aggiunge in sede di scrittura Etan Cohen (Tropic Thunder), i quattro dello zoo di Manhattan si ritrovano a fare i conti con un secondo e ben più pregnante rovello identitario: scoprire di non essere soli al mondo ma, al contrario, parte di una comunità di esseri identici o di una famiglia con un carico impegnativo di aspettative può esser causa di una crisi che non si risolve semplicemente con un balletto sul cubo.
Mentre la vicenda di Alex, del padre Zuba e dell'usurpatore Makunga scorre sul binario principale, talvolta passando per i solchi tracciati dal Re Leone, gli sceneggiatori possono sbizzarrirsi con quanto di meglio hanno per le mani: la giraffa ipocondriaca, i pinguini meschini e militarizzati (uno schianto) e re Julien, uno dei personaggi più assurdi e divertenti che la Dreamworks abbia mai animato (interpretato non a caso, nella versione originale, da Sacha Baron Cohen). A margine di una linea primaria in cui la vena emotiva si fa decisamente più pulsante rispetto al primo capitolo, le linee narrative secondarie scherzano intelligentemente con l'ambientazione -con i turisti dei safari, la medicina naturale, l'immaginario legato ai sacrifici propiziatori- e meno con i modelli cinematografici.
Mentre gli animali vanno alla ricerca delle loro radici e i paesaggi vanno oltre la bellezza del tratto e scivolano nella poesia, la musica black fa da fil rouge, tanto che si potrebbe dire –per rubare una battuta ad Alex the king- che il primo Madagascar era un film bianco con le strisce nere mentre questo secondo è… un film nero con le strisce bianche.

Arscià:
Premetto: io Madagascar non l'avevo visto, quindi mi mancava qualche riferimento, ma all'inizio c'è una carrellata delle parti salienti del primo film che mi ha aiutata. Se cercate un film leggero, divertente, e assolutamente ben fatto, andate a vederlo; la storia del leone Alex che ritrova il padre fa da "sfondo" ad un insieme di personaggi fantasticamente atipici e buffissimi: su tutti ho adorato i pinguini, geniali (ci vorrebbero loro per Alitalia), e la nonnina niuiorchese, dall'apparenza inerme ma bastarda dentro, che ad un certo punto diventa un po' Kurtz di Apocalypse Now (mamma mia, pure la citazione cinefila!). Titoli di coda bellissimi.

domenica 25 gennaio 2009

The Prestige


Cast
Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, Scarlett Johansson, David Bowie, Andy Serkis, Piper Perabo, Jamie Harris
Regia
Christopher Nolan
Sceneggiatura
Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Durata
02:15:00

Londra, fine dell'800. Robert Angier (H. Jackman) e Alfred Borden (C. Bale) sono due prestigiatori/illusionisti di successo, specialmente il primo, affascinante show-man. Da amici com'erano, sono diventati più che rivali: si odiano. Nella loro acerrima competizione sono coinvolti il comune maestro di un tempo (M. Caine), una giovane apprendista (S. Johansson) e l'inventore (D. Bowie) di un marchingegno di teletrasporto. Come si dice nel film, ogni trucco è diviso in tre tempi: la presentazione, il colpo di scena e il prestigio, qualcosa che non si era mai visto prima. Sembra un film da (sullo) spettacolo, un esercizio elegante e sorprendente sull'illusione contrapposta alla realtà. Tratto da un romanzo di Christopher Priest. Grazie alla calibrata sceneggiatura – scritta con il fratello Jonathan – l'inglese C. Nolan va al di là e in profondo su temi gravi: ambizione, inganno, vendetta, ossessione, gelosia, insomma il legno storto dell'umanità. Alla resa dell'ambiente e dell'atmosfera dà molto la fotografia di Wally Pfister. Attori magnetici.

IL MORANDINI


A parte il fatto che in questo film c'è un Christian Bale superbo che già da solo vale la visione... è un film originale, coinvolgente, con un'ottima fotografia e con attori davvero bravi. Il personaggio interpretato da David Bowie è realmente esistito, è Nikola Tesla, ingegnere serbo vissuto all'epoca di Edison e a lui fortemente contrapposto nei suoi studi sull'elettricità.

Il film è talmente enigmatico da offrire molti spunti sull'inganno e sull'illusione. Magari dopo averlo visto, date un'occhiata a questa recensione-critica-spiegozzo:

«The Prestige»

Note sparse per una decifrazione del film di Christopher Nolan


Permettetemi infine una serie di citazioni (da qui):
"Per la critica l'ultimo film di Christopher Nolan è un vero capolavoro." Fantasymagazine
"Il film di Christopher Nolan è incentrato sugli uomini alle prese con le loro ossessioni, personaggi che disperatamente sono alla ricerca di quell'unica cosa che può rendere più sopportabile le loro vite". Kirk Honeycutt— Hollywood Reporter
"The Prestige stordisce visivamente, è uno sbalorditivo gioco di prestigio che farà pensare lo spettatore anche quando si accenderanno le luci. Elegantemente diretto da Christopher Nolan e scritto da Nolan e suo fratello Jonathan, The Prestige è uno dei più innovativi, intriganti film degli ultimi dieci anni." Claudia Puig — USA TODAY
"Ci mostra qualcosa che non abbiamo mai visto. Nasconde bene i suoi segreti e ci abbaglia con la sua esperienza. The Prestige è una boccata d'aria fresca e stimolante che soffia nei multisala che ci annoiano con remake e sequel non necessari. Intesse una storia originale, tanto che, per la prima volta quest'anno, non sono riuscito a trovare un indizio su quello che sarebbe potuto accadere. Inevitabilmente c'è una sorta di disappunto quando il mistero viene svelato, ma è un prezzo marginale per il tempo speso su queste eccitanti montagne russe."  www.worstpreviews.com
"The Prestige è seducente come i suoi giochi di magia, ci lascia con la voglia di averne di più." www.canmag.com
"Un grande film che si sorregge grazie anche alle azzeccate performance degli attori principali e del resto del cast." Andrea D'Addio filmup.leonardo.it
"Jackman, intenso, e Bale, che sa come portare la passione sull'orlo della patologia, sono magnetici. David Bowie ha creato con Tesla un gentleman di fine secolo, un genio stravagante. The Prestige non è arte, ma ha raccolto molti consensi. Come sono riusciti a farlo? " Owen Gleiberman — Entertainment Weekly

Autore del post: Romins

sabato 24 gennaio 2009

The Rocky horror picture show

Questo è un musical senza vie di mezzo: chi lo ha visto lo ama o lo odia, ma entrambe le cose si fanno totalmente. Nessuno lo considera così così. Personalmente, ovvio, lo amo. L'ho scoperto tardi e ho fatto in tempo a vederlo a teatro due volte, con tutto il rituale che ne conseguiva. Grandioso. Non c'è un altro spettacolo in cui ci sia così poca differenza tra pubblico e attori. Il pubblico è travestito, risponde alle battute, va a ballare davanti al palco quando sul palco si balla. Divertente, ironico, pieno di doppi sensi e rigorosamente in inglese. Per fortuna, per i "non speakanti" inglese, nel film ci sono i sottotitoli.
Una coppia di fidanzatini (Susan Sarandon e Barry Bostwick) al rientro da un matrimonio hanno un guasto alla macchina e trovano riparo in una strana casa. Al suo interno un bizzarro raggruppamento di persone en travestì, guidate dal padrone di casa Frank-N-Further (uno strepitoso Tim Curry), festeggiano danzando. Il padrone di casa ha appena creato il suo Rocky (Peter Hinwood), uomo muscoloso e perfetto fisicamente. Nel frattempo i suoi domestici tramano contro di lui, un misterioso dottore in carrozzina interviene con dotte spiegazioni, un maniaco irrompe a cena, Frank trova il modo di sedurre sia la Sarandon che il fidanzato, in un turbinio di canzoni, paillettes, danze e travestimenti bizzarri...
Ovvio che deve piacere, altrimenti la visione risulta noiosa. Il tutto è un omaggio ai generi horror e fantascienza in chiave erotica. Tim Curry è davvero eccezionale, la Sarandon fa la sua bella figura canterina e il tutto resta nella mente e nei cuori. Da oltre 25 anni al cinema, ormai abbandonato dal teatro sebbene facesse il tutto esaurito anno dopo anno. A vostro rischio e pericolo...

martedì 20 gennaio 2009

Qualcosa da tenere per sè - Margherita Oggero


Qualcosa daIl primo libro che leggo della Oggero, scrittrice torinese come la Bertola, ma tendente al giallognolo piuttosto che al rosa. L'ho sentita alla radio e mi è piaciuta, una signora strana che pare sapere un sacco di cose.
L'atmosfera delle recenti Olimpiadi invernali fa da sfondo all'avventura della prof. Baudino (quella di "provaci ancora prof"). Lei, per un breve periodo libera dagli impegni famigliari, si gode la città rinnovata e vivace. Incontra la giovane Liuba, preoccupata per la sparizione di un amico soprannominato Quantunque, e insieme cercano di ritrovarlo. Allo stesso tempo, il commissario Berardi, amico di Camilla Baudino, indaga su un duplice omicidio. Una prostituta e un giovane sconosciuto. Le indagini si intrecciano, così anche le storie si ingarbugliano finché non c'è più modo di salvarle. Fino a che non sarà necessario mantenere un triste segreto...
La lettura scorre, anche se spesso sembra confondersi tra pensieri, parole e fatti. La trama non è per niente scontata, anche se qualche tratto risulta appena prevedibile. Il colpo di scena finale c'è. Tutto sommato un buon libro, che tiene compagnia il giusto, che svaga la mente il giusto e che fa sorridere e pensare a quante volte le relazioni che intrecciamo siano più complicate di quanto prevediamo...

lunedì 19 gennaio 2009

Guida per riconoscere i tuoi santi

Guida perUn film del 2006 diretto dall'esordiente Dito Montiel, che lo ha anche scritto traendo spunto dalla sua autobiografia. Una produzione quasi indipendente, Sting e la moglie se ne sono occupati, un cast di buoni nomi sia tra i volti nuovi che tra coloro che già si sono conquistati un posto  nell'olimpo hollywoodiano.
Nel 1986, in un quartiere-ghetto di New York, Astoria, vive Dito con i suoi genitori un po' avanti con l'età. Insieme a lui, condividono le giornate alcui amici e amiche, tra alcool, droghe, violenza e i primi approcci sessuali. Dito è un ragazzo sensibile, che non riesce a perdonare il padre per la sua apparente preferenza per Antonio, amico più grande e con un padre violento, che non può evitare il suo destino. La vita in un quartiere degradato, la sporcizia, lo squallore e un barlume di speranza quando Dito conosce Mike, irlandese appena trasferito in città. Insieme decidono di partire per la California, per salvarsi dai guai coi portoricani e per tirarsi fuori da un futuro incerto e misero. In una escalation di fatti, la vita di Dito è trascinata verso un cambiamento drastico, con l'incomprensione di suo padre e le aspettative sospese di Laurie, la sua ragazza, che vorrebbe avere una parte maggiore nella vita di Dito. Così lui se ne va, per quindici anni. Tornerà per la malattia del padre e per riappacificarsi con i suoi santi, gli amici e i genitori, la sua stessa storia.
Il film è strano, corale e intimo allo stesso tempo. Le inquadrature, la scelta del montaggio, tutto lega il passato al presente e la sensazione di non poter tagliare i legami con chi si è veramente. Il cast, dicevo, è pieno di nomi. Da Chazz Palminteri, che interpreta il padre di Dito a Eric Roberts, che è Antonio da adulto. Il personaggio di Dito è interpretato da Robert Downey Jr. e Shia La Beouf, mentre Laurie da adulta ha il volto di Rosario Dawson. Dianne Wiest interpreta la madre, comprensiva e rassegnata in certi momenti, decisa e pungente in altri.
Io direi: da vedere.

venerdì 9 gennaio 2009

Vampirus - Scott Westerfeld


VampirusUn libro che non consiglio agli ipocondriaci, questo di Scott Westerfeld scritto nel 2005 e giunto a noi tramite Fazi Editore nel 2008, dopo il ritorno alla ribalta della figura del vampiro. Che poi, secondo me, il vampiro sia sempre di moda, stia bene su tutto e sfini, soprattutto... beh, le mie scemenze son tutt'altro affare.
Cal Thompson è un texano che approda a New York per seguire la facoltà di biologia. Un ragazzo timido, impacciato. Viene abbordato da una bella darkettona che lo infetta col parassita del vampirismo. Da quel momento lui, portatore sano, infetta ogni sua fidanzata. Contattato dal Night Watch, una organizzazione che mira a catturare o eliminare i pip (così vengono chiamati gli infetti), Cal comincia a lavorare con loro per risolvere il problema. Il vero problema è rintracciare Morgan, la ragazza che lo ha infettato, di cui non ricorda molto. Tra un tentativo e l'altro, verrà a conoscenza del vero motivo dell'esistenza dei pip sulla terra e della sua vera missione.
Il libro prende, anche se a tratti sembra più un thriller che un horror. Tra un capitolo e l'altro, intanto, lo scrittore ne approfitta per dare dettagli riguardo ai maggiori parassiti esistenti, dettagli che sono più horror della storia in se. Tant'è che alla fine se ne sanno veramente un bel po', di cose a tal proposito. Sembra un libro di biologia trasformato in libro sui vampiri. Però, siccome di cose ne spiega e siccome leggere non fa mai male, perché non approfittare di un romanzo anche leggerotto per imparare qualcosa in più? E per ragionare sulla vita, in senso ampio. Sulla paura che abbiamo di cose che sono naturali, su quanto siamo insensati nel nostro voler controllare tutto. Magari non è un libro da aggiungere tra i migliori del mondo, ma è leggibile, veloce e istruttivo. Poi, come al solito fate anche a meno, eh!