lunedì 25 maggio 2009

Black Snake Moan

blacksnakemoanfinalbigtf7Mi è capitato l'altra sera, mentre girovagavo annoiata e ho optato per Rai4, ormai unica salvezza. Un film strano, mi sembra non sia rimasto molto sugli schermi. Protagonisti un Samuel L. Jackson abbastanza incazzoso, una stravagante Christina Ricci e un bravo Justin Timberlake. Regista e autore del film Craig Brewer, praticamente sconosciuto; il film è del 2006.
In una calda cittadina del Tennessee, la giovane Rae (Ricci), saluta il fidanzato che parte per arruolarsi nell'esercito (Timberlake). Subito si capisce che qualcosa non va. La vivacissima Rae comincia a copulare con chiunque le capiti a tiro, tormentata da immagini del suo passato. Quando rifiuta l'amico del fidanzato, questo la picchia e la abbandona per strada, in mutande e magliettina minima. A questo punto Lazarus (Jackson), un contadino che sappiamo incazzato per il tradimento della moglie e il successivo abbandono, la raccoglie e se la porta a casa. Cerca di curarle almeno le ferite, poi fa un giro in città e scopre la "nomea" di Rae, per cui la trattiene a casa sua (senza approfittarne mai) per guarirla dalle turbe che la fanno praticamente impazzire. La convivenza farà bene a entrambi.
Ecco, la trama è lì. Il film, boh. Nel senso che non so bene se il tutto è stato fatto per il puro piacere di vedere Christina Ricci perennemente nuda o copulante, o se c'era un significato molto profondo e molto ben nascosto nel film. Che il buon samaritano è una roba un po' anni '50. Ci sono modi migliori per parlare di abusi sessuali su minori e alla fine sembra che nessuno di loro sia veramente sano di mente. Ottima la colonna sonora blues e le volte in cui Samuel L. Jackson suona la sua chitarra sia in privato che in pubblico. Da quel che ho letto in giro non è che il film abbia convinto qualcuno, i commenti sono decisamente discordi. Però, visto che non ho la verità in tasca, sapere che ne pensate sarebbe utile...

martedì 19 maggio 2009

Kalifornia

KaliforniaNon l'ho scelto, giuro, per la presenza di due fusti come Brad Pitt e David Duchovny. Giuro e rigiuro. Mi piace per altri svariati motivi. E anche perché ci sono due fusti... ;P Il film, del 1993, è di Dominic Sena. Una via di mezzo tra il film on the road e l'incubo.
Un giovane criminologo e la sua fidanzata fotografa (Duchovny e Michelle Forbes) vogliono trasferirsi in California e approfittare del viaggio per scrivere/fotografare un libro sui più efferati delitti made in U.S.A. Per dividere le spese mettono un annuncio su una bacheca universitaria e raccolgono gli unici due personaggi che rispondono. Earlie (Brad Pitt) è un delinquente abituale, assassino e squilibrato; la sua compagna Adele (Juliette Lewis) è un pò troppo svanita per rendersene davvero conto. Il viaggio inizia bene, per poi scivolare verso l'inevitabile. La follia di Earlie porta ogni altro componente del gruppo al cambiamento. Definitivo per alcuni, un po' meno per altri.
Molto violento, con un'ottima fotografia e ben recitato soprattutto da Pitt, che sembra perfetto nei ruoli da squilibrato.  La Lewis è un po' sempre se stessa, Duchovny ha ancora il suo bel fisico e non sfigura certo. Un concetto mi è rimasto impresso fin dalla prima volta che ho visto il film; Duchovny dice che quando si incontra una persona nuova si notano soprattutto le differenze, mentre mano a mano che la si conosce si cominciano a notare le somiglianze. Io sto cercando di capire se è applicabile alla mia vita o no...

martedì 12 maggio 2009

Lucia y el sexo

lucia_y_el_sexoUn film spagnolo del 2001, per la regia di Julio Medem. Con attori relativamente sconosciuti da noi, tranne l'emergente Paz Vega, che da qui in poi almeno è riconosciuta. Un film strano, teso, ingarbugliato e allo stesso tempo oniricamente vero.
Dopo un litigio il fidanzato di Lucia, scrittore, ha un incidente. Lei, presa dalla confusione, scappa a Formentera. Da dove in pratica è partita la storia e dove si concluderà. Un intreccio spesso confuso nel tempo e nello spazio narra lo svolgersi dei fatti, con risvolti erotici, emotivi, sentimentali, familiari, creativi. Perché alla fine tutto passa attraverso un buco. La vita, la morte, il sesso, l'amore. In Italia è vietato ai minori di 18 anni, visto che Fandango non ha voluto porre tagli all'opera. Non che sia così impressionante, ma forse un po' troppo contorto per essere compreso dai più giovani.
Mi ha ipnotizzata, come un dèjà- vù. Impressioni di cose che conosco e che sento lontane, che sento chiamare. Il mare, la fuga, l'amore così intenso... La confusione che regna sovrana. La sensazione che tutto torni a posto, in un modo o nell'altro. Un film che a modo suo coinvolge e che anche esteticamente ha il suo bel perché...