sabato 4 aprile 2015

Il marchio - Aurora D'Evals

Nel momento in cui non si faceva che parlare delle improbabili sfumature di ogni colore e molte autrici italiane e straniere cavalcavano l'onda del bdsm riempiendo pagine di stereotipi beceri (che per quanto un lettore cerchi lo svago nell'esagerazione del mito, non fanno che sminuire sia la donna che qualsiasi tipo di rapporto di coppia sano), usciva un romanzo italiano fuori dal comune.
Dalla penna di Aurora D'Evals, pseudonimo con anagramma, per Runa Editrice,anno 2014. Già la copertina attira lo sguardo, ma fin dalle prime righe si nota la differenza tra questo tipo di storia e l'opera che ha reso milionaria la James.

Sara è una ragazza di buona famiglia con un impiego in banca e un fidanzato che corrisponde a tutti i criteri dettati dalla sua condizione. Tutti tranne uno: non stimola in lei alcun tipo di passione.
Attratta dal dolore fin dalla giovane età, Sara riconosce nel tatuatore Ginko, artista metallaro e completamente diverso da lei, un dominatore naturale. Non senza difficoltà, perché per Sara avere l'approvazione della famiglia è fondamentale anche se frustrante,  i due iniziano una relazione in cui entrambi si mettono in gioco completamente. Passo dopo passo lui le insegnerà il suo modo di amare e lei, anche se con qualche insicurezza, ne scoprirà ogni potenzialità e ogni limite.
Sempre uniti da un "guinzaglio" mentale, i due giovani cammineranno insieme verso un rapporto appagante, non esente da gelosie e insicurezze, legato al ruolo che hanno scelto di giocare nella loro vita.
Ruolo che gli eventi metteranno a rischio, ma che con attenzione e amore reciproco loro riusciranno a ristabilire.
Senza pregiudizio, senza ipocrisia e aspettative irrealistiche. Solo due persone che si completano a vicenda.

Al di là dei commenti facili, questo romanzo è stata una piccola sorpresa (non sarà certo il capolavoro della letteratura, ma si fa leggere in fretta ed è chiaro e limpido). I protagonisti non rispondono agli stereotipi del classico romance, non sono eccezionalmente belli, o nobili, ricchi, famosi etc.: sono due normali trentenni con un lavoro e degli amici, con caratteri a tratti spigolosi ma mai forzati, con insicurezze non derivanti da inesperienza o da una presunta patologia o trauma - buffo come il famigerato Mr. Grey delle sfumature venga guarito dall'amore smisurato di una vergine con la predisposizione naturale alla fellatio - che anzi vivono a modo loro fino alla fine nonostante tutto. Non è tanto la scrittura, buona e godibile, dell'autrice che descrive in modo chiaro e a tratti crudo i loro giochi mostrando al contempo ogni esitazione e paura della protagonista (che parla in prima persona); non è la tematica bdsm che seppure abbia il suo fascino magari non è esattamente fantasia di ciascuno - o lo è al limite del "famolo strano" - ed è vista dai più come abuso psicologico su un soggetto debole senza considerare che in un rapporto sano ci sono sempre e comunque ruoli che si rispettano. Proprio nella normalità dei due, nel loro reciproco scambio e nel costruire una relazione che sia loro, sta la riuscita di questo romanzo. Nell'illustrare dall'interno una relazione tra master e slave, una delle possibili e non così improbabili, senza infarcire di fesserie il tutto.
Per dimenticare i pregiudizi bisogna conoscere; questo romanzo fornisce un punto di vista scevro da romanticherie smielate e irrealistiche, senza mezzi termini, pur avendo un lieto fine e una storia d'amore al suo interno.
Forse non per tutti, ma interessante e meno banale e fuorviante del best seller inglese.