domenica 29 maggio 2016

Pagine e Pop Corn - intervista a Elisa Rolfo

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Elisa Rolfo. Sono nata a Torino nel 1980. Nel 2004 mi sono laureata al DAMS della mia città. Mi sono dedicata al teatro e ho collaborato con diverse associazioni culturali all’organizzazione di eventi e festival.  In alcuni casi è stato proficuo, in altri ho dovuto fare i conti con avvoltoi; neanche il mondo dell’arte si salva da questi. Da otto anni gestisco una cartolibreria e tento per quel che posso di portare un po’ di cultura nel lavoro quotidiano. Da poco ho dato vita a un progetto dedicato a tutti gli scrittori che cercano di far sentire la loro voce nonostante l’egemonia delle grandi case editrici.



Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Decisamente film, ne guardo molti. Nessuna serie tv, un po’ perché mi annoiano, un po’ perché non riesco a starci dietro, poi trovo la qualità artistica e attoriale più scadente rispetto al cinema, ma forse è una mia convinzione.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Sulla serie tv non so rispondere per i motivi sopra citati. Film, direi L’attimo fuggente, rispecchia in pieno il mio pensiero, e fa comprendere quanto sia bello avere ideali e sognare, peccato che poi arriva la realtà a presentare il conto. Quanto più hai sognato, tanto più è salato. Ma i pazzi imperterriti continuano.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Molto poco, quasi nulla. L’ispirazione per ciò che scrivo la prendo dalle situazioni che vivo e dalle persone che incontro.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
La rossa di sicuro, detesto la realtà.

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Un po’ tutti, l’unico che proprio non reggo è l’horror. E continuo a essere convinta di non amare la fantascienza, ma poi guardo diversi film e mi piacciono tutti.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Un regista temerario, Ozpetek o Virzì, anche se si occupano di generi totalmente diversi. Un cast di sconosciuti, mi piacerebbe sceglierli uno per uno, ho i volti dei miei personaggi in mente.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Tutto è iniziato dal capitolo finale di Se non ora quando? Di Primo Levi, il romanzo che porto nel cuore, quando i protagonisti rifiutano il titolo di “displaced person” e vogliono essere riconosciuti come gruppo combattente. Alla fine del secondo conflitto mondiale, i displaced erano coloro che non si sapeva come definire, perché avevano perso tutto, identità compresa. Ho pensato a un displaced contemporaneo, uno che non trova il suo posto nel mondo e vorrebbe omologarsi, ma non può, perché non è abbastanza fico. Poi, quando diventa fico, comincia a rifiutare di omologarsi. Mi ha ispirata il mondo del web, delle pagine di facebook. Ho pensato alla gente che si stordisce dietro a idoli posticci per evadere da una realtà troppo pesante, per non dover trovare la forza di ribellarsi.
Alex è uno sfigato, uno che, in una società organizzata in categorie, non si inserisce in nessun gruppo con a capo un idolo. E’ un displaced. Tra monotonia e solitudine, sogna di far parte della comunità di Norman Zarco, famoso giornalista morto in circostanze misteriose molti anni prima. L’incontro fortuito con il professor Xavier Randall, leader degli Zarconiani, gli offrirà l’occasione di cambiare vita. Ma un nuovo idolo sta nascendo: il violinista Alan Fox che con il suo comportamento ribelle e il rifiuto di una società divisa in schemi infastidisce le autorità e il Governo. Combattuto tra il fascino della musica del violinista e la fedeltà a Norman Zarco, Alex si ritroverà diviso tra due mondi solo apparentemente lontani. Il sistema, con le sue regole, verrà violentemente messo in discussione e le situazioni che vivrà lo porteranno a dubitare delle proprie convinzioni. Finché anche la credibilità di Norman, figura fino a quel momento intoccabile, vacillerà a causa di una verità scomoda. Alex e il suo gruppo si troveranno senza più riferimenti e, per evitare che il loro mondo venga spazzato via, troveranno l’unica soluzione possibile. Sarebbe così strano se succedesse davvero?

È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Non escludo nulla, ma al momento no. Per questo romanzo ho dovuto inventare tutto e ora mi piacerebbe scrivere qualcosa con un’ambientazione reale, parlare di luoghi che conosco.

Altri progetti?
Troppi, in gran parte nella testa. Purtroppo bisogna fare i conti col tempo che il lavoro porta via. Comunque, il mio sogno è scrivere su internet. Tra lo Strega e un sito con migliaia di visitatori al giorno, sceglierei senz’altro il secondo.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Segnalo il mio blog www.ilpugnodirenzo.wordpress.com

Potete acquistare Displaced qui...

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
A me La corazzata Potemkin è piaciuto. Non mi piacciono Dante Alighieri e Federico Fellini. Si tratta esclusivamente di gusto personale, oggettivamente riconosco che sono due grandissimi.


E ora diamo inizio allo show.

lunedì 23 maggio 2016

Pagine e Pop Corn - intervista a Anna Cambi

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Anna Cambi, che vive e lavora in Toscana come receptionist di Hotel.Ha frequentato i corsi della Scuola di Scrittura Omero a Roma, collabora con la rivista online Mag O, sulla quale ha pubblicato due racconti brevi e vari articoli. Ama il cinema, le serie tv, i cani, il trash televisivo, i tatuaggi, il prosecco
e la letteratura contemporanea, soprattutto quella di genere. Rosso fuoco è il suo primo romanzo.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Li adoro entrambi. Sono laureata in Storia del cinema e sono cresciuta divorando vagonate di film di tutti i generi, da Mary Poppins a Shining, ma devo ammettere che negli ultimi anni mi sono appassionata sempre di più alle serie tv. Trovo confortante sapere che i tuoi personaggi preferiti sono lì che ti aspettano, che potrai passare in loro compagnia ancora tante ore.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Tra le decine di personaggi che amo, il mio preferito credo sia il Dottor Cox di Scrubs. Mi piacerebbe anche essere una casalinga disperata di Wisteria Lane, o uno dei chirurghi di Grey’s Anatomy.
Come film scelgo invece Young Adult di Jason Reitman per il personaggio di Mavis, una scrittrice di libri per adolescenti perennemente insoddisfatta, vittima di un’esistenza in cui le scelte, gli scopi (e gli uomini) sono sempre quelli sbagliati.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Tantissimo. Più volte mi è stato detto che la mia scrittura è “cinematografica”, molto attenta all’aspetto visivo delle descrizioni, facilmente immaginabile ricreata in un film, e non credo sia un caso.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Pillola Blu. Fantasia. Non mi piace la realtà, amo l’illusione e l’autoillusione, mi piace vivere dentro la mia testa.


Genere preferito, letterario e cinematografico?
Thriller. Horror. Giallo. Drammatico.
Mi piacciono i personaggi disturbati, inquieti, alle prese con un mistero, un segreto da scoprire, una verità inaspettata che ti spiazza sul finale.


Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Qui non ho il minimo dubbio: David Lynch (e naturalmente musiche di Angelo Badalamenti).
Come interpreti, Kristen Stewart nel ruolo della protagonista e voce narrante Moira, Blake Lively (con i capelli rossi per l’occasione) nel ruolo di Fiamma e Josh Holloway nel ruolo dell’affascinante padre di Fiamma.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Rosso fuoco è la storia del legame tra due ragazze adolescenti: Moira e Fiamma. Moira, insicura e introversa, passa la maggior parte delle sue giornate nel bosco a leggere, bere e fumare per sfuggire a una quotidianità opprimente, soffocata dall’alcolismo della madre.
Le cose cambiano quando, proprio nel bosco, incontra Fiamma, una coetanea bellissima e misteriosa, che non si separa mai dal suo accendino e la coinvolge in strani giochi col fuoco. Il rapporto tra le due si fa sempre più stretto, morboso. Moira si sente attratta da Fiamma come una falena dalla luce e non riesce a fare a meno di cercarla, desiderarla fino ad accettare di stare al suo gioco anche nelle situazioni più assurde ed estreme. Mentre una misteriosa bambina comincia a popolare i suoi sogni e una vocina infantile a parlarle dentro la testa, la ragazza, invitata a casa dell’amica, ne conosce l’affascinante padre e si ritrova coinvolta in festini a base di alcool, droga e perversi giochi erotici, l’ultimo dei quali le svelerà una tragica e incredibile verità.


È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Non credo proprio.

Altri progetti?
Sono alle prese con il nuovo romanzo, ma la storia è ancora in divenire. Posso dirti che ci saranno una strega e una capra.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Su Facebook:
E su Mag O, la rivista con cui collaboro:

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Non mi piace molto questo accostamento, visto che “La corazzata Potemkin” è un film meraviglioso…  Non mi piace proprio il fantasy, sia da leggere che al cinema.

Trovate Rosso Fuoco qui.


E ora diamo inizio allo show.

venerdì 20 maggio 2016

Quasi tenebra - J.R. Ward

Ho lasciato passare del tempo da quando ho finito questo romanzo, il secondo della serie della "Confraternita del pugnale nero", dopo aver scritto la recensione del primo episodio qui. Senza dubbio, visto che siamo giunti al dodicesimo volume, i libri della Ward sanno raggiungere un gran numero di lettori - più lettrici direi - e colpire al cuore. Cuore... Non so. Come è successo con il primo, anche il secondo volume, che ho letto ormai un paio di anni fa, scorre via veloce, coinvolgente e divertente.
Dopo aver conosciuto Wrath, il Re, e il suo amore per Beth nel primo episodio, in questo romanzo si approfondisce la figura di Rhage - altro membro della Confraternita, tormentato e maledetto - soprattutto alla luce del suo incontro con Mary.
Mentre la guerra con i lesser (organizzazione i cui membri albini e che profumano di talco cercano di eliminare tutti i vampiri dalla faccia della terra) continua senza tregua, l'umana Mary incontra il guerriero più selvaggio della Confraternita. Bellissimo e letale, Rhage nasconde in sé una bestia incontrollabile, frutto di una maledizione antica, che placa con sesso e violenza. In una vita da sempre minacciata dalla malattia, Mary potrà vivere con lui una passione travolgente, anche se l'unione tra un vampiro e un'umana è proibita.
Lentamente, mentre la loro storia procede, si conoscono meglio gli altri personaggi. Ogni libro sarà legato a una coppia, ogni storia d'amore porta alla luce i segreti di Caldwell.

Noto che ho ripetuto più volte la parola membro. Cercando di scrivere una sinossi che non desse troppi spoiler, anche se ormai i libri sono talmente conosciuti che sembra quasi impossibile, ho visto che mi veniva naturale. Forse perché è un termine ricorrente in questa serie "paranormal romance", che è un altro modo per dire erotico. Da lettrice di romanzi horror trovo questa serie quasi comica, se presa dal punto di vista dell'ambientazione vampiresca. Il mondo creato dalla Ward, però, ha una sua presa nell'immaginario più istintivo e animale che c'è in noi. Questi guerrieri possenti, tormentati dal passato, dalle maledizioni che si portano dietro, da segreti e dolori, attirano con il loro essere demoni spaventosi e perennemente disposti a uccidere o accoppiarsi. Il loro delicato equilibrio, il non nutrirsi di umani ma solo dei propri simili li rende diversi dai soliti vampiri. In qualche modo anche meno pericolosi.
Sono romanzi di puro svago, scritti decentemente e probabilmente altrettanto devianti quanto lo è stato l'universo di Twilight. Ma non sono qui a far sociologia, che non sono capace. Come donna non ne apprezzo l'immagine che mi rimanda, ma forse sono meglio questi energumeni nero vestiti piuttosto che quel noioso miliardario con strani giochi in testa.
Non lo consiglio, a meno che non vogliate davvero divertirvi e basta con una lettura scorrevole e un poco piccante.
P.S: Mi ero ripromessa di non scrivere più recensioni riguardo a questa serie, ma una discussione recente su Facebook mi ha fatto ripensare a tante piccole cose e tutto sommato... Why not?

domenica 15 maggio 2016

Pagine e Pop Corn - Intervista a Lidia Del Gaudio

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Lidia Del Gaudio:
Sono nata a Napoli e dopo la laurea in lettere e filosofia ho lavorato nell'ambito delle risorse umane in una grande azienda di servizi. Le mie passioni, oltre la scrittura, sono musica,  cinema e pittura. Amo i romanzi di Zafon e King, ma anche i racconti di Stefano Benni. Vivo da solitaria insieme alle mie storie, occhiali spessi e poco trucco.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Film, non ho dubbi, anche se a volte mi piace seguire anche qualche serie tv, delle quali però perdo il controllo sistematico della messa in onda. Sono appassionata di cinema da sempre, la trovo una forma d'arte completa. Nei film c'è scrittura, immagine, moda, paesaggio, sogno. Se potessi tornare indietro cercherei di studiare per diventare regista.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Difficile rispondere, amo il genere thriller in special modo e allo stesso tempo sono pigra. In ogni caso mi piacerebbe stare in un film di Hitchcock, una di quelle bellezze eteree che sceglieva per le sue protagoniste (inarrivabili per me), sia per vivere certe atmosfere così speciali e misteriose.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
L'immagine influisce molto su ciò che scrivo. Diciamo che io penso per immagini e questo è anche comprensibile per chi è nato e cresciuto nell'epoca della televisione. Credo che un po' tutti oggi viviamo il mondo letterario in maniera completamente diversa dai contemporanei  di Dostoevskij o Flaubert, ma anche di grandi scrittori italiani non troppo lontani nel tempo, tipo Cassola o Moravia. Penso che non vi sia più così grande necessità di minuziose descrizioni di paesaggi o oggetti, visto che abbiamo in mente ben strutturato un enorme patrimonio di immagini dell'esistente. E in questo senso è cambiata anche la scrittura.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Pillola rossa, che domanda! Partendo da una esperienza di vita reale che mi ha fatto molto soffrire, cerco di restare nel mondo dell'immaginario più che posso. Penso che sia uno dei motivi che mi hanno fatto amare molto la lettura da piccola e la scrittura dopo.  Il rifugio in un mondo più giusto e pieno di quelle opportunità che nella vita reale sono perdute.

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Leggo e guardo qualsiasi genere, ma se proprio devo dare una preferenza, allora amo i thriller psicologici, quelli dove alla fine arriva sempre qualcosa di inaspettato.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Proprio in questi giorni pensavo a come contattare Pupi Avati per una versione cinematografica del mio romanzo I Colori del male (scherzo). Comunque, sì, vorrei Pupi Avati e gli lascerei scegliere anche il cast, considerando che il protagonista della storia è un ragazzo di  11 anni. Penso che lui potrebbe riportare le giuste atmosfere del romanzo. Di questo regista ho amato molto La casa dalle finestre che ridono e forse proprio qualcosa di questo film mi è rimasto dentro mentre pensavo alla storia di Milo e del suo quadro maledetto.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Vi parlo dell'ultimo romanzo che ho pubblicato e che si intitola Il Segreto di Punta Capovento. La storia parla di amore, amicizia e tradimento, ma non ha niente di melenso e  chiude anzi con un finale inaspettato, quasi da thriller. Del resto tutto il romanzo è volto alla scoperta del segreto che si nasconde nel borgo di mare arroccato su un bellissimo promontorio a picco sul mare. Un posto dove Giulia, la protagonista, sceglie di tornare per riprendersi la serenità perduta e ritrovare l'amore. In questo percorso saranno coinvolti due uomini innamorati di lei e qualcun altro che quarant'anni prima ha vissuta la stessa esperienza.

È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Ho lavorato molti anni a questa storia ed è stato talmente difficile staccarmi dai personaggi che per il momento escludo di tornare a scrivere di questo. Tuttavia, se dovessi notare l'interesse dei lettori, chissà.  

Altri progetti?
Il progetto è quello della scrittura a tutto tondo, cercando di trarne qualche momento di felicità. Il sogno sarebbe quello di arrivare alla distribuzione in libreria, ma anche se un solo lettore lascia una recensione su Amazon sento che tutto il lavoro non è andato perduto.  E gliene sono grata.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Chi vuole contattarmi può farlo sulla pagina Fb

o sul blog

Potete acquistare "Il segreto di Punta Capovento" qui.

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
La Corazzata Potemkin, appunto...



E ora diamo inizio allo show.

domenica 8 maggio 2016

Pagine e Pop Corn - intervista a Veronica Garreffa

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Veronica Garreffa, nata a Genova il 12 settembre 1995. Ha frequentato un liceo di indirizzo linguistico e ora studia Scienze della Comunicazione. Oltre a quello della scrittura vorrebbe realizzare il sogno del giornalismo e, durante lo studio universitario, sta cercando di imparare questo mestiere con attività e varie collaborazioni.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Diciamo che dipende dai casi. Sono amante tanto dei film quanto delle serie tv e seguo entrambi molto volentieri. Forse pendo un po’ di più verso le serie tv per dei motivi semplici: adoro le trame intricate, con evoluzioni narrative tra una puntata e l’altra, con tanti personaggi ben caratterizzati che entrano ed escono di scena. Tutta questa dinamicità è più facile che si trovi nei telefilm.

Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Su due piedi mi verrebbe da dire Game of Thrones, ma non so quanto durerebbe la mia vita se mi trovassi lì dentro. Credo che mi piacerebbe essere un personaggio delle favole di Once Upon a Time e vivere avventure tra combattimenti e magia. Se mi trovassi in un film, invece, mi piacerebbe catapultarmi nel mondo tolkieniano de Il Signore degli Anelli o de Lo Hobbit; oppure non mi dispiacerebbe trovarmi sul Millennium Falcon di Star Wars. In ogni caso, ammetto che mi intrigherebbe interpretare un personaggio cattivo.

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Ciò che guardo influisce molto con ciò che scrivo. Basta sapere che la mia passione per le storie fantastiche è nata soprattutto da libri, film e cartoni animati che mi hanno accompagnata nell’infanzia. Crescendo ho mantenuto comunque una parte di me un po’ puerile che è la fonte principale della mia fantasia. Ciò che guardo mi aiuta a trovare ispirazione, ma anche a misurare quello che scrivo con altre storie e a capire dove posso migliorare.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Può sembrare strano, ma ammetto che mi trovo in difficoltà a scegliere uno dei due poli. Da quando ero piccola mi piace viaggiare con la fantasia e rifugiarmi nel mondo delle meraviglie quando voglio evadere dalla realtà, ma mi considero anche una persona molto razionale e con i piedi per terra. Questa caratteristica di me è rispecchiata anche nelle mie storie, specialmente nel mio libro: mi piace dare un senso logico al mondo magico che creo. Inoltre penso che se appartieni alla realtà puoi andare e tornare nel mondo fantastico quando vuoi, ma se appartieni a quest’ultimo non è facile tornare sui propri passi e si rischia di vivere perennemente in un’illusione. Per questi motivi, credo che sceglierei la pillola azzurra.

Genere preferito, letterario e cinematografico?
Come si sarà capito, sono un’amante del genere fantasy e fantascientifico e tutto ciò che permette di immergersi in una vera e propria avventura. Tuttavia apprezzo molto anche generi differenti. In casa ho un sacco di libri thriller oppure classici; non a caso uno dei miei libri preferiti è Orgoglio e Pregiudizio. Dal punto di vista cinematografico, mi piacciono molto i film che trattano la storia sotto l’aspetto sociale.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
Ho apprezzato molto il lavoro che fece Chris Columbus, quando diresse i primi due film di Harry Potter: secondo la mia opinione, penso abbia saputo mantenere la stessa atmosfera che si prova leggendo il libro. Per scegliere un regista italiano, credo che quello che potrebbe dirigere un genere fantasy nel migliore dei modi sia Matteo Garrone. Nel cast avrei tanti nomi. Mi piacerebbe trovare Tim Roth, uno dei miei attori preferiti, nel ruolo di Glandarius: potrebbe interpretare bene la sua personalità forte e particolare.

Raccontaci un po’ del tuo romanzo…
Il primo capitolo della saga La Guardiana dei Draghi è stato pubblicato diviso in due volumi dalla casa editrice. Ho voluto scrivere una storia ambientata in un pianeta lontano, inventato da me, Erasmen. Si tratta di un epic fantasy, con qualche sfumatura fantascientifica, ma è anche una storia di formazione e di crescita psicologica. La protagonista, Hope, dovrà affrontare una missione importante, accompagnata da altri personaggi, ognuno con la propria storia e le proprie abilità. Scrivendo il mio libro, mi sono divertita a delineare le caratteristiche di Erasmen: creature inventate, luoghi particolari, la cultura e la storia. Tutti questi elementi che ho creato fanno da sfondo al tema principale: non deve esserci la classica battaglia fra Bene e Male, ma la battaglia per stabilire l’Equilibrio fra di essi. Le uniche creature che possono guidare il pianeta verso l’Equilibrio sono i Draghi, estinti da millenni, e il compito di Hope è farli rinascere compiendo il suo ruolo di Guardiana.

È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Tutti e tre direi! La Guardiana dei Draghi è un progetto molto vasto che prevede dei seguiti e non solo. Ho in mente di scrivere un libro ambientato prima della nascita di Hope per mostrare al lettore più chiaramente come mai è lei la prescelta per diventare la Guardiana dei Draghi e per spiegare gli avvenimenti che hanno fatto di Alak Malagar il nemico e il Male assoluto. Nella mia testa, inoltre, frullano una sorta di manuali, due in particolare. Il primo si intitolerebbe Storia e Filosofia di Erasmen che tratterebbe i due elementi del pianeta che ho appena citato. Il secondo sarebbe Le scoperte sulle due lune, di Gregor (chi ha letto il libro sa il perché di questo titolo), che spiega come le due lune, satelliti di Erasmen, influenzano la natura e la magia del pianeta; e il manuale è “scritto” proprio da Gregor, un personaggio del libro che sogna di riportare su un libro i risultati dei suoi studi da scienziato.

Altri progetti?       
Negli altri progetti mi piacerebbe uscire dal fantasy e misurarmi in generi completamente diversi. In una delle domande precedenti ho detto che mi piacciono anche le storie che mettono in evidenza l’aspetto sociale del periodo in cui sono ambientate. Quando avrò le carte giuste, vorrei scrivere un libro di questo genere.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Sono su Twitter e su Instagram come La Guardiana dei Draghi, ma sono molto più attiva nella mia pagina Facebook con lo stesso nome. Ecco i link di riferimento:
Instagram: https://www.instagram.com/la_guardiana_dei_draghi/

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Non mi piacciono le trame piatte e i personaggi vuoti. Una storia, sia letteraria che cinematografica, per entrarmi dentro deve essere piena e avere un po’ di tutto. Sicuramente non sopporto scene troppo mielose e sdolcinate.

Potete acquistare Il Primo Volume sia in ebook che in cartaceo,
e il Secondo Volume negli stessi formati.


E ora diamo inizio allo show.

domenica 1 maggio 2016

Pagine e pop corn - Intervista a Giovanni Lucchese

Diamo il benvenuto nel nostro foyer a Giovanni Lucchese. Vive a Roma dove lavora come libero professionista ma il suo grande sogno è quello di poter fare lo scrittore a tempo pieno. Ama condividere ogni aspetto della sua vita con i suoi amici più fidati, ai quali non nega mai una bevuta insieme o un giro di shopping compulsivo.

Cominciamo parlando di te: film o serie tv? Per quale motivo?
Serie tv. Sono uno che si affeziona e mi piace poter ritrovare i miei personaggi preferiti e le mie storie per molto tempo, come fossero vecchi amici o parenti che puoi visitare ogni volta che ne hai bisogno.  Amo il cinema, ma le serie tv sono una vera e propria droga per me.


Se fossi il protagonista di una serie tv? E se fossi un film?
Sarei il protagonista di un one man show dal titolo “le meravigliose avventure di Giovanni”, nel quale si ride, si ascolta musica, si viaggia, si fanno esperienze pazzesche e si conoscono persone fantastiche. Visto il successo planetario della serie dopo la terza stagione ne verrebbe tratto un film!

Quanto e come influisce ciò che guardi con ciò che scrivi?
Tantissimo, in modo quasi totale. Credo che la creatività nasca da una fusione tra input esterni e capacità della mente di elaborarli. Ogni cosa che vedo, ascolto, tocco, osservo o vivo è una potenziale storia che potrebbe svilupparsi in seguito.

Pillola rossa o pillola blu? (In caso non si conoscesse Matrix: “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.”) Fantasia o realtà?
Pillola rossa. Per quanto la realtà possa essere difficile e a volte scoraggiante è sempre meglio che vivere in una favola illusoria.

Genere preferito, letterario e cinematografico?
I miei gusti spaziano un po’ ovunque. Chuck Palanhiuk è il mio mito, mi piace perdermi nei romanzi di Isabella Santacroce e nei classici di Dickens, nei racconti di Carver, ma adoro e possiedo anche l’intera saga di “I love shopping” di Sophie Kinsella della quale sono un grande fan. Stessa cosa vale per il cinema, dalle commedie romantiche ai film sui supereroi fino al cinema italiano contemporaneo che negli ultimi anni ha sfornato dei veri  e propri capolavori.

Quale regista vorresti scegliesse il tuo libro per farne un film e con quale cast per interpretare i tuoi personaggi?
 I personaggi dei miei racconti sono giocattoli, la Dreamworks potrebbe farne un film animato sullo stile di Shrek, meno moralista e più sfacciato di un film Disney.

Raccontaci un po’ della tua raccolta…
I protagonisti di “Pop Toys” sono giocattoli di tutti i tipi. C’è l’immancabile Barbie, regina viziata e viziosa, ci sono le Bratz, femministe sfegatate che invece di parlare rappano, c’è un orsacchiotto di peluche che salva una bambina dalle grinfie di un mostro umano, un Playmobil disposto a tutto pur di ritrovare una ragione di vita, un Big Jim finito per sbaglio nella stanza di una bambina, e tanti altri. Tutti loro vivono esperienze umane a volte scanzonate ma a volte molto difficili, e proprio come i loro padroni in carne ed ossa vengono messi a dura prova dalla vita e dalle situazioni estreme nelle quali finiscono col trovarsi.

È previsto un sequel, o un prequel? Uno spin off?
Ho molti racconti nel cassetto, e tante idee super scriverne di nuovi, non si sa mai.

Altri progetti?
Ho quasi terminato il mio primo romanzo, un thriller dai risvolti noir, molto diverso da “Pop Toys”.

Se qualcuno volesse seguirti, dove ti può trovare?
Su facebook, profilo privato o pagina autore, twitter @Gio_Lucchese , Instagram giolucchese o sul mio blog 
Acquistate Pop Toys qui.

La tua “Corazzata Potemkin”, sia letteraria che cinematografica? Ovvero, cosa non ti piace proprio?
Ammetto di non essere mai riuscito a finire “Il signore degli anelli”, ogni volta mi sono bloccato e arreso in un punto preciso. Comunque ho adorato la trilogia cinematografica. Al cinema ho provato un vero e proprio senso di fastidio guardando il film “Melancholia” di Lars Von Trier, di cui comunque altri film mi sono piaciuti molto.

E ora diamo inizio allo show