giovedì 4 settembre 2008

L'uomo senza sonno

  Titolo originale:  The machinist
  Nazione:  Spagna
  Anno:  2004
  Genere:  Thriller
  Durata:  102'
  Regia:  Brad Anderson
  Sito ufficiale:  machinistmovie.com
  Cast:  Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sánchez-Gijón, John Sharian, Michael Ironside
  Produzione:  Julio Fernández
  Distribuzione:  Nexo
  Data di uscita:  19 Novembre 2004 (cinema)



Il Morandini
E' il caso raro di un thriller che ha per teatro principale una fabbrica sebbene l'etichetta di genere gli stia stretta. È il caso insolito di un film ambientato in modo attendibile in una città degli USA, ma girato interamente a Barcellona e in Catalogna, prodotto da Luis Fernandez, il principale responsabile della moda dell'horror dell'ultimo cinema spagnolo, grazie ai film di Brian Yuzna. È la storia di Trevor Reznik, paranoico operaio meccanico, eroso nel corpo dall'insonnia e nella mente da una misteriosa ossessione di cui, nonostante qualche indizio (Dostoevskij), si scopre l'origine solo verso la fine. È una grande prova d'attore sull'orlo dell'istrionismo, dell'irriconoscibile C. Bale che ha perso 30 chili per entrare nella parte. È la conferma del talento visivo e visionario del britannico B. Anderson, tutto giocato sul doppio piano di surreale/reale, mentale/fisico, astratto/concreto, malattia/salute.

La Romins
Thriller di produzione spagnola del 2004. Tra il claustrofobico e il soporifero, L’uomo senza sonno, titolo originale The machinist (El maquinista), è la storia di Trevor, che da un anno non riesce più a dormire. Stremato dalla mancanza di sonno, ridotto ad un aspetto cadaverico, perde peso quotidianamente e vive un senso di angoscia che sfoga nell’allucinazione. E’ un film sul senso di colpa che fino alla fine non si capisce dove stia.
Trevor è un operaio paranoico e ossessionato. La sua mancanza di riposo, inizialmente inspiegabile, causa un gravissimo incidente di lavoro nella fabbrica nella quale lavora. Difficile distinguere la realtà dalla paranoia di Trevor, che inizia a pensare di trovarsi al centro di un complotto, finchè non si estranea dalla sua stessa vita e la ricompone come un puzzle fino alla rivelazione finale, che arriva con un flash back e con la risoluzione di un enigma che il protagonista gioca… con la sua coscienza? con una presenza misteriosa e ossessiva?
Inquietante e ambiguo, si svolge tra anonime e squallide abitazioni, desolanti e grigie strade, una fabbrica opprimente e snervante, figure inquietanti che ruotano attorno al protagonista, che a tratti rivela una malinconia che sfocia nella dolcezza.
La scenografia cupa, il coinvolgimento asfissiante, sono le sensazioni che mi sono rimaste. L’angoscia che mi ha accompagnata nella visione del film e l’interpretazione di Bale, la regia di Anderson che a tratti mi ha ricordato David Linch, anche se con l’eleganza di Hitchock, l’originalità della trama, la vita anonima di Trevor, sfocata, malinconica, opprimente, sfociano nel gioco dell’impiccato, attorno al quale metaforicamente ruota il film.
Per interpretare Trevor Christian Bale ha perso 30 kg, mettendo a rischio il suo equilibrio fisico e mentale, ma calandosi alla perfezione nel ruolo, guadagnandosi il favore della critica che lo paragona a Robert De Niro. Io personalmente trovo la sua magrezza tra lo sconvolgente e l’eccitante.  Viene ripreso insistentemente nella sua magrezza, che diventa il punto focale, insieme al grigiore della scenografia, di ogni inquadratura, della fotografia cupa e inquietante. In questo film non succede nulla, eppure si esce con un senso di oppressione che vale la visione.
Una chicca del film sono alcune citazioni a Dostoevskij: la trama ricorda vagamente Il sosia, nel film Trevor legge L’idioda, e inoltre, mentre guida sulla Route 66, si legge un’insegna che cita il titolo Delitto e Castigo.
Occhio agli indizi che possono farvi capire come andrà a finire, ma che alla fine comunque vengono riproposti a ritroso e che svelano il motivo dell’insonnia.
Frase cult del film:
"Se fossi più magro non esisteresti!"

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