martedì 29 dicembre 2009

La storia di Lisey - Stephen King


la storia di LiseyApprofitto della pausa natalizia per scrivere qualcosa in più.
Qualcuno ha detto che Stephen King scriveva bene finché non ha smesso di bere. Io credo che scriva tendenzialmente bene, anche se la sua opera è altalenante. Anche se ha delle sue furbizie da autore affermato, anche se spesso si ripete. Ha un modo di raccontare le cose che mi cattura, nonostante tutto. Non si tratta del parere di una fan invasata. Ha scritto anche cose che non ho apprezzato. Ma le ha scritte bene.
Questo libro del 2006 è a suo modo diverso dal solito. Come già succedeva in La Metà Oscura, Mucchio d'Ossa e in Misery, si parla di scrittori. Con un tocco in più.

Lisey è la vedova di un famoso scrittore. Un uomo complicato, con una vena di follia e capace di spostarsi in un mondo "altro", pieno di cose belle e terribili. Dopo 25 anni passati insieme, per Lisey è difficile mettere a posto le cose di lui, buttare via parte della loro vita. In più ci sono associazioni culturali, o di fan, che premono per avere cimeli del loro autore ed eventualmente ritrovare qualche scritto da pubblicare postumo. Oltre a questo, Lisey se la deve vedere con una sorella che manifesta problemi psichiatrici, con il fantasma del marito che le parla e che le ha lasciato un premio nascosto chissà dove e con un pazzo sadico che in nome della cultura la perseguita per ottenere gli eventuali manoscritti. Per sopravvivere avrà bisogno delle doti di suo marito e di scrivere per una volta una storia che sia sua e non della moglie di...

Stephen King torna al tema della creazione letteraria, misto di amore e follia. Lo fa con la storia di una donna che non è una scrittrice e la dedica va a sua moglie (che però scrive). Lo fa in un modo più delicato, con momenti romantici, con immagini poetiche. Certo, è un libro di King.
Non so, sebbene non sia il libro che preferisco, mi sono trovata ieri a citarlo come se l'avessi letto da poco e come se in questo tempo avesse continuato a scavarmi dentro...

lunedì 28 dicembre 2009

Harper's Island



"Mi chiamo Abby Mills e sono tornata a casa ad Harper's Island dopo una lunga assenza. Il mio migliore amico si sta per sposare con la ragazza dei suoi sogni, ma non si può dire che questo viaggio sia proprio una festa. Me n'ero andata sette anni fa, dopo che John Wakefield aveva ucciso sei persone... mia madre era tra loro. Tutti gli altri hanno voltato pagina, credono che gli omicidi facciano parte del passato, ma io ho la sensazione che non sia ancora finita..."
Questo è l'intro con cui iniziano tutte le puntate di questa serie in un'unica stagione, creata da Ari Schlossberg. E come già spiega abilmente l'intro, sette anni dopo che il serial killer John Wakefield uccise sei abitanti di Harper's Island, tra cui la madre di Abby Mills, quest'ultima, figlia dello sceriffo e da lui allontanata bruscamente dall'isola, riceve l'invito di partecipazione al matrimonio del suo migliore amico, Henry Dunn, con Trish Wellington. Decide quindi di tornare a casa, affrontando di nuovo il padre e il luogo della morte della madre. Gli invitati vengono portati sull'isola con un battello, ma sin dal momento della partenza iniziano ad avvenire varie morti ed i personaggi vengono uccisi uno dopo l'altro...
Sembra un po' la trama di Dieci piccoli indiani, ma presenta in effetti qualche variante. Innanzitutto, perché nei primi episodi nessuno degli invitati si accorge della sparizione di quelli che man mano muoiono, il chè rende le prime puntate un po' lente e fa sì che la serie stenti a decollare.
Dopo la prima uccisione "pubblica", però, la rete di sospetti, indizi e dubbi si infittisce. Sarà John Wakefield, tornato a completare la sua opera, come sospetta lo sceriffo Mills, o un imitatore? Sarà forse l'asociale J.D., fratello dello sposo, che sotto sotto lo odia da sempre? O forse Richard, cognato della sposa, che ha una relazione con la seconda moglie del suocero?
Anche quando l'assassino si palesa, rimangono aperti mille interrogativi... avrà agito davvero da solo? O nel gruppo si cela un altro pericolo? Se qualcuno lo ha aiutato, sarà forse stato il dolce Jimmy, vecchia fiamma di Abby, su cui lo sceriffo nutriva dei sospetti? Chi è l'uomo sfigurato che vive in mezzo al bosco, forse il complice dell'assassino? La piccola Madison è così dolce ed innocente come sembra? E Abby, è forse davvero la figlia di Wakefield? E' colpa sua tutto quello che sta accadendo?!?
Solo alla fine si avranno tutte le risposte, in un crescendo di colpi di scena che alla fine tengono davvero col fiato sospeso (ma confesso che il colpevole personalmente l'avevo capito...) e con una mattanza finale che sconsiglio ai deboli di stomaco, soprattutto se vista tutta di fila [come trasmessa dalla Rai, che l'ultima sera ha dato gli ultimi quattro episodi uno dopo l'altro, senza neanche avvertire ed iniziando alle 23... no comment!!!]!
Superando la lentezza dei primi episodi, la serie è gradevole, piena di attori non particolarmente famosi ma tutti già visti in serie e telefilm. Negli stati uniti è stata in qualche modo resa anche "interattiva": gli attori e le attrici non sapevano della morte dei loro personaggi fino al giorno in cui la sceneggiatura dell'episodio veniva loro data, per non rischiare che alcuna indiscrezione trapelasse ed in aggiunta ad un sito web dedicato allo show, la CBS aveva creato una chat online su Fancast Forum, dove ogni settimana la "vittima di turno" della serie rispondeva a domande e commenti dei telespettatori che cercavano di risolvere il mistero dell'isola.

Autore del post: Fata

domenica 27 dicembre 2009

Il rapporto segreto - Tom Rob Smith


il rapporto segretoUna nuova avventura per Leo Demidov, l'ex agente della Sicurezza di Stato di Bambino 44.  L'autore, Tom Rob Smith continua i suoi thriller ambientati nella Russia del passato. Con una laurea a Cambridge, l'autore ha lavorato per tv e cinema, vive a Londra e si dedica oramai solo alla scrittura.

A tre anni dalla morte di Stalin, il presidente Chruscev presenta un rapporto che denuncia i crimini compiuti dallo stato durante la dittatura del suo predecessore. Si scatena la sete di vendetta di coloro che avevano subito i danni del regime nei confronti di chi anche solo aveva eseguito degli ordini.
Tra questi Leo Demidov, che dopo aver risolto un terribile caso di omicidi seriali ha aperto un dipartimento specializzato proprio in omicidi. Dopo anni di menzogne Leo sta finalmente risistemando il rapporto con la moglie Raisa e cerca disperatamente di conquistare l'affetto delle figlie adottive Zoja ed Elena, quando gli piomba addosso la vendetta di una delle sue vittime. La sua missione personale per salvare vita, famiglia e per riscattarsi lo porterà in un gulag siberiano dove sono rinchiusi alcuni degli uomini che lui stesso aveva fatto arrestare, per poi spostarsi nuovamente a Mosca e perfino nel bel mezzo della rivolta Ungherese, in una Budapest scossa dalla guerriglia.

L'ambientazione storica è supportata da una vasta bibliografia, come già nel libro precedente. La storia, forse un po' meno toccante e di certo meno lugubre, mette in risalto sia l'umanità dei personaggi che la difficoltà di giudizio verso un epoca storica vicina ma non troppo conosciuta. Le macchinazioni politiche, il clima generale di diffidenza tra la popolazione, la rabbia e la paura. Il desiderio di una vita normale e tranquilla dopo anni di tensioni.
Ripeto, non ha la forza del romanzo precedente, ma è di piacevole lettura e tutto sommato istruttivo.
Per chi ama l'azione, la suspance non troppo esaltata e il freddo polare!

mercoledì 16 dicembre 2009

United states of Tara

Prodotta da Steven Spielberg e scritta dalla sceneggiatrice Diablo Cody, premio Oscar per Juno, è una serie con protagonista Toni Collette (tra gli altri, Il sesto senso, In her shoes e Little Miss Sunshine) che racconta le vicende di Tara, casalinga con un marito, due figli  e tre personalità "alternative", che fanno capolino all'occorrenza.
Il disturbo da personalità multipla è raccontato e gestito con ironia e leggerezza, anche se emerge chiaramente il disagio che provoca al marito Max (John Corbett; tra tutti Il mio grosso grasso matrimonio greco) e soprattutto ai due figli: l'adolescente Kate, che si ribella a suo modo ai problemi familiari con una vita sessuale piuttosto disinibita, che le vale il titolo di "sgualdrinella della scuola", e Marshall, più piccolo, dichiaratamente omosessuale, alle prese con la prima cotta per un compagno di scuola.
La protagonista, Tara, oltre che casalinga è una designer di discreto successo, che ha sospeso la cura a base di psicofarmaci perché limitavano la sua creatività e le impedivano di dipingere, rendendola, per sua stessa definizione, "un'ameba". La sospensione, però, ha fatto riemergere le altre sue personalità, che si presentano tutte nell'arco dei primi due episodi:
"T"
Una teenager caotica e ribelle che ruba gli abiti ed i tanga dall'armadio di Kate, scrive un blog,  beve, fuma, ha seri problemi di cleptomania e tenta costantemente di provocare ed irretire Max.

"Buck"
Unica personalità maschile, che si è "costruita" un passato da reduce del Vietnam per spiegare con lo scoppio di una granata la mancanza del pene, ruba a Max le camicie (a cui tira via le maniche) e risulta un rozzo motociclista omofobo, con problemi di alcol e la passione per il poligono di tiro e non si tira in dietro di fronte ad una bella scazzottata, fosse anche con l'ultimo ragazzo di Kate, reo di averle mancato di rispetto.

"Alice"
Una perfetta casalinga tipo anni '50, che ricorda immediatamente la Bree Van de Kamp di Desperate Housewives, moralista e religiosa, crede nei sani valori tradizionali e mal tollera la natura libertina di Kate (mentre cerca a suo modo a proteggere Marshall dall'atteggiamento ostile di professore) e cerca di convincere Max a fare un figlio con lei.

Dopo la presentazione di tutte le personalità, che emergono spesso all'improvviso, scatenate anche solo da piccole contrarietà, la vita prosegue tra alti e bassi, mostrando le ostilità di Kate verso la madre, la gelosia di Tara per Max, quando rimane in balia di T ed Alice, le piccole e grandi difficoltà di Kate e Marshall e le incomprensioni tra Tara e la sorella Charmaine, in un mix intelligente e piacevole di comicità e serietà tutto da godere.
In Italia stanno trasmettendo ora la prima stagione su Mya, mentre negli Stati Uniti andrà in onda la seconda nel 2010.

Autore del post: Fata

martedì 8 dicembre 2009

Amberville - Tim Davys


AmbervilleUn regalo molto gradito, questo libro di un certo Tim Davys, in realtà uno pseudonimo per un autore svedese. Di lui non si sa molto tranne che "se non avesse fatto lo scrittore, da grande, avrebbe fatto il lettore. Perché quello che ama sono le storie."
Viene descritto come un crime novel, ma non sono certa che ciò descriva appieno il romanzo. Ambientato in un paese abitato solo da animali di peluche, Amberville va oltre il mystery, oltre il noir, oltre l'immaginato. Divertente, ma anche introspettivo, molto umano.

Eric Orso riceve una visita inaspettata. Il boss Nicholas Colombo irrompe in casa sua e lo obbliga a compiere un ultimo lavoro per lui. Deve trovare una lista particolare e cancellare il nome di Colombo assolutamente. O Colombo ucciderà la dolce Emma Coniglio, moglie di Eric.
Colto alla sprovvista, Eric riunisce la vecchia banda e parte per la sua ricerca, in una bizzarra corsa contro il tempo. Fanno da intermezzo alla ricerca brevi capitoli narrati da altri personaggi del romanzo, che lentamente si scoprono, si raccontano andando al di là del tema del romanzo. Parlando di vita e di morte, di affetti, di scelte, di Bene e Male, di come le cose della vita sono davvero strane. Termina il libro un breve capitolo: Epilogo (da leggersi in caso di bisogno).

Ho trovato questo libro dapprima strano, poi sempre più coinvolgente, divertenta ma allo stesso tempo profondo. Con alcune parti geniali e con personaggi tanto particolari da farti dimenticare che si tratta di peluche. Lo consiglio vivamente, anche a chi di solito non legge noir.

giovedì 3 dicembre 2009

True Blood

True bloodCome promesso, ecco una serie tv che ha buoni motivi per essere guardata.
1) Tratta da una serie di libri di Charlaine Harris, è stata trasposta in serial da Alan Ball, il creatore di "Six Feet Under", una delle serie più intelligenti degli ultimi anni, anche se ha un pubblico molto di nicchia.
2) Risulta essere una delle poche serie tv in cui le donne non sono completamente cretine. Ovvero... gli uomini sono tutti completamente tronati, compreso il buon vecchio vampiro Bill e le donne, sebbene non propriamente geniali, almeno si salvano.
3) Ha un mix di comicità, ironia, satira sociale, sesso e fantasia che funziona da Dio.

In un paesino sperduto nel sud degli USA, la telepatica Sookie ( e già il nome è tutto un programma) conosce il suo primo vampiro. Da qualche anno, infatti, i vampiri sono parte della società, con diritti e doveri pari agli altri cittadini. Questo grazie all'invenzione, da parte dei Giapponesi, di un sangue sintetico imbottigliato il cui nome dà titolo alla serie. Dal momento in cui i due si conoscono, però, a Sookie (Anna Paquin, la bimba di "Lezioni di Piano") cominciano a capitare bizzarre e tragiche avventure che la catapulteranno in un mondo che lei non comprende e che in ogni caso la attrae. Lei, educata, carina e un po' naif, si insinua nella vita di Bill, vampiro dalla guerra di secessione. Oltre a lui ci sono la migliore amica Tara, il fratello Jason, il datore di lavoro Sam, le colleghe, la polizia, e il cugino di Tara: Lafayette.
Tutti i personaggi sono coinvolti negli avvenimenti che cambieranno per sempre la vita a Bon Temps, in Louisiana...

Oltre alla già citata premio Oscar Anna Paquin, il cast comprende Stephen Moyer (quarantenne inglese ora fidanzato della Paquin sul set come nella realtà) visto in Quills e ne Il principe Vailant; Sam Trammell, visto in vari telefilm; Rutina Wesley.
Con la sua solita ironia, Alan Ball si muove in un ambito ora di moda, dissacrando qualsiasi tematica. Le locandine di presentazione della bevanda True Blood, come tutte le pubblicità nel pilot di Six Feet Under, sono a dir poco geniali.
La prima serie è già stata trasmessa su Sky, che ora trasmette la seconda. Sono due serie da 12 episodi, per ora. Ma si aspetta almeno una terza... Da guardare, assolutamente.
Ma non coi bambini!


Stagione 1
E' la stagione di Jason e delle sue relazioni pericolose. Di Sookie che con Bill conosce la pace e la passione, di Tara e della madre alcolista. Di tutta Bon Temps alle prese con i vampiri e con i pregiudizi, di una serie di omicidi e dello spaccio di V, sangue di vampiri dai benefici effetti.
Stagione di indagini, di sospetti e di esorcismi. Di rapimenti e di feste di fidanzamento, di tribunali e di punizioni. Fino all'epilogo che tiene col fiato in sospeso.
Stagione 2
E' la stagione di Tara e del suo demone. Di Sam e del suo passato. La stagione di Godric, vampiro scomparso a Dallas e creatore di Eric. Della buffa conversione di Jason, dell'innamoramento di Jessica.
La stagione che porta ancora una volta Sookie vicino alla morte e che le fa incontrare un altro telepate. Una stagione di inganni e di possessione, di riti collettivi e di un bizzarro matrimonio... 

Stagione 3
La stagione dei lupi e dei re. Del rapimento e della prigionia. Della vendetta di Eric, delle scoperte di Sookie, delle relazioni assurde di Tara. Di un nuovo legame e lavoro per Jason. L'anno dei muscoli di Alcide e del delirio di Russell. La stagione in cui emergono gli intrighi. La stagione del dolore.

Stagione 4
La stagione delle streghe e dell'amore, la stagione dei nuovi re, delle amnesie e del triangolo. Tutto si complica per Lafayette, per Hoyt e Jessica... La vendetta di una strega rischia di eliminare tutti i vampiri del posto. E il ritorno di due personaggi dispersi, la fine di una relazione complicata e la suspance dell'ulima puntata.

Stagione 5
Quella che arriva è la stagione della religione e della follia. Dell'Autorità e del potere, della verità sulla morte dei genitori di Sookie e Jason, ancora delle fate e delle relazioni che si intrecciano. Quella del fallimento, delle maledizioni e della fine della stabilità, se mai c'è stata. La stagione in cui demoni e dei si affrontano...

giovedì 26 novembre 2009

Beetlejuice - spiritello porcello

beetlejuiceL'altro giorno alla radio hanno messo un brano che rientra nella colonna sonora di questo film del 1988 e già m'è tornato il sorriso sulla faccia, poi ne hanno anche parlato e ho riso davvero.
Un po' perché è un film della mia giovinezza, un po' perché Tim Burton mi sta simpatico. Perché il film è dark, è fantasmoso, è divertente e intelligente.

Una coppia di giovani coniugi torna, una volta morta, a infestare la vecchia casa. Adam e Barbara (Alec Baldwin e Geena Davies) vedono una famiglia snob e completamente diversa da loro prendere possesso della loro casa e stravolgerla. Cercano in ogni modo di spaventarli, ma nessuno dei tentativi funziona seriamente. Solo la figlia dark e un po' depressa li vede. Così decidono di rivolgersi a Beetlejuice (uno strepitoso Michael Keaton, esagerato ed esasperato) , spirito combinaguai e molto pericoloso. Dopo una serie di scherzi cattivissimi, quel che resta della famigliola se ne va. Rimane solo la ragazzina (la giovane Winona Ryder) a popolare la casa coi vecchi proprietari...

Il film è ben riuscito, divertente commedia anni 80 in cui effetti speciali e trovate ironiche la fanno da padrone. Una buona prova per Tim Burton prima dei due Batman e di Edward mani di forbice... Colorato, irriverente e ormai un classico.

mercoledì 18 novembre 2009

Cavalli Selvaggi - Cormac McCarthy


Cavalli selvaggiQuesto libro l'ho letto dopo aver visto una citazione su un blog amico. Nel frattempo ho scoperto che anche una amica lo stava leggendo, insomma... McCarthy va via come il pane. Un libro interessante, immagini nitide che restano in mente come se si stesse vedendo un film. Dialoghi asciutti, tutto essenziale. Un western moderno con un giovane eroe che insegue i suoi sogni, o i suoi demoni.

Dopo aver tagliato i ponti con la famiglia e la sua terra d'origine, nel 1949 John Grady Cole lascia il Texas con l'amico Rawlins e cavalca con lui fino al Messico. A loro si aggiunge un giovane bizzarro di nome Blevins. Dopo aver attraversato il confine, i tre viaggiano tra i monti messicani finché non sono obbligati a separarsi. John Grady e Rawlins proseguono insieme fino a una fattoria dove lavorano coi cavalli e dove John incontra l'amore. Le strane linee del destino faranno vivere ai ragazzi un'avventura tragica, intensa e al limite.

Cormac McCarthy ha scritto anche "Non è un paese per vecchi", ha uno stile particolare, asciutto, crudo e con un ritmo che riesce a trascinare la mente fino a rievocare il west che noi tutti conosciamo.  Il suo giovane eroe, duro e alla ricerca della sua strada, è uno dei personaggi migliori tra quelli che ho incontrato ultimamente.

sabato 14 novembre 2009

Whatever Lola wants

Film franco-canadese del regista marocchino Nabil Ayouch, del 2007, è stato presentato al Festival del Cinema Africano di Verona nel 2008.
La trama è piuttosto semplice: la newyorkese Lola, 25 anni, con un impiego modesto e non ancora a tempo determinato alle poste, ha un sogno: la danza. Grazie all'amico gay Yussef, scopre Ismahan, star egiziana della danza orientale ed autentica leggenda al Cairo.
Prima per lavoro (gli consegna la posta), poi nel locale dove spesso si esibisce come ballerina, Lola conosce Zack, un altro egiziano in America per studio, e nasce l'amore.
L'idillio dura poco, lui prende coscienza delle differenze culturali tra loro e, finiti gli studi, torna in egitto, dove lo attendono la famiglia ed una fidanzata.
Senza riflettere, Lola, impulsiva e ingenua, decide di raggiungerlo subito al Cairo, ma rimane ben presto delusa dall’atteggiamento di Zack e dall’accoglienza della sua famiglia.
Per trarre comunque qualcosa di buono dalla sua impulsiva decisione, cerca la leggendaria Ismahan, scoprendo che per uno scandalo ormai è ridotta quasi una reclusa nella propria casa, irrigidita dal dolore e rinnegata da quel pubblico che tanto l'aveva amata, e riesce a convincerla a trasmetterle la sua arte, diventando a sua volta una vera star.
Il film è uscito senza tanti clamori, ma è un piccolo gioiello, godibile a vari livelli e da tipologie di pubblico differenti: chi ama l'etnico, chi condivide con Lola l'amore per la danza, chi apprezza che una commedia abbia anche dei risvolti sociali (la condizione della donna e la disparità tra i sessi nel mondo egiziano è trattato senza troppo insistere, senza diventare noioso, ma con brevi tratti chiari ed illuminanti)... ed è soprattutto utile a quelle fanciulle che si innamorano dello straniero bello e affascinante senza minimamente preoccuparsi di ciò che le differenze culturali possono comportare!!!
Perché Zack è bello, educato e rispettoso, un vero gentiluomo... ma in Egitto, le dice chiaramente, le leggi siano differenti per gli uomini e le donne ed un uomo egiziano non è disposto ad attendere che la sua fidanzata si realizzi prima di dargli una casa e dei figli... Il problema è che lui si rende conto presto di quanto grandi siano gli ostacoli culturali tra loro e lascia perdere, mentre lei, innamorata e ingenua, lo segue contro qualsiasi logica e senza neppure rendersi conto che il suo colpo di testa avrebbe potuto finire molto ma molto peggio di quanto raccontato nel film!!!

Autore del post: Fata

lunedì 2 novembre 2009

Blood Ties

BloodTiesEcco un'altra serie che per ora risulta sospesa, a mio parere senza motivo.
Sì, lo so, si tratta di vampiri, per cambiare. Questa volta la storia arriva dalla penna di Tanya Huff, una signora canadese con lunga esperienza di scrittura fantasy, poliziesca e horror. Con qualche premio al suo attivo. C'è l'enigma della stagione, non si sa se è una singola da 22 episodi come risulta dal sito ufficiale, o se le stagioni sono 2, come sostengono ad esempio su Wikipedia. In ogni caso, dopo questi 22 episodi, trasmessi in Italia da AXN, la serie è stata sospesa. Quindi ciccia.

La 29enne Vicki Nelson (Christina Cox), ex poliziotta e detective canadese, assiste a un omicidio in un vicolo. Da quel momento entra in contatto con un mondo in cui fatica a credere, popolato di mostri, demoni e vampiri. Soprattutto un vampiro di quasi 500 anni che adora farle perdere la pazienza e allo stesso tempo prova interesse per lei, Henry Fitzroy (Kyle Schmid), figlio illegittimo di Enrico VIII. Tra loro si inserisce l'ex fidanzato di Vicki, il detective Mike Cellucci (Dylan Neal), biondo e aitante, con cui lei sembra non poter troncare. A fare da completamento al cast c'é anche una segretaria stravagante di nome Coreen, un tipo gotico.

La serie è divertente. Soprattutto i dialoghi tra Vicki e Henry, sempre al liite della provocazione, sono memorabili. (Diciamo che Henry è memorabile e Vicki sarebbe da sopprimere). Non è un telefilm sdolcinato. Piuttosto un misto tra orrore, thriller e commedia sentimentale appena accennata. Non una roba alla Buffy e Angel, per intenderci. Vicki è una dura, Henry disegna fumetti per passione e come finto lavoro (per ingannare il tempo?), Coreen diventa ben presto un topo da biblioteca e Mike arriva sempre al momento sbagliato.
Poi, va beh, so che i vampiri vanno di moda ultimamente... Però non è un telefilm alla moda. Non è trendy, è solo un buon prodotto canadese.

giovedì 22 ottobre 2009

Dalia nera - James Ellroy


DalianeraHo comprato questo libro in autogrill mentre tornavo dal funerale di mio zio. L'edizione è Mondadori, l'economica a 9.50... Sapevo di Ellroy da tempo e da tempo volevo leggerlo. Prima di leggere "L.A.Confidential" volevo leggere questo. Anche prima di vedere il film, per non rovinarmi la lettura. Il romanzo parte da una storia vera e sanguinosa, un delitto irrisolto che resta nella mente dell'autore in quanto avvenuto nelle vicinanze della sua casa da ragazzo.

Lee e Dwight, due ex pugili, ora sono poliziotti. Sono amici e amano la stessa donna, ognuno a modo suo. Il delitto che sconvolge la Los Angeles del 1947 li vedrà coinvolti loro malgrado nelle indagini, dapprima senza eccessivo coinvolgimento, poi sempre più come un'ossessione che li trascinerà sempre più in basso, sempre più nel buio di se stessi. Una indagine che nella realtà non avrà mai una soluzione, ma che nella mente di Ellroy ha i suoi colpevoli e mille sotterfugi per nascondere la realtà. A fare da sfondo alla storia, una L.A. corrotta, politica e colma di derelitti, di drogati e di squallore.

A piacermi, di Ellroy, sono i personaggi. Non un eroe, non uno che ne venga fuori pulito. Eppure così umani, così fragili e ottusi. Persone che vogliono sopravvivere, che tentano di farlo anche quando l'orrore è troppo da sopportare. Tutti, dai poliziotti alle persone che li accompagnano, hanno i loro scheletri nell'armadio, le loro paure, le bassezze, le manie. Sono tutti mostruosamente umani.

martedì 13 ottobre 2009

Battlestar Galactica 1978

GalacticaVisto che su Rai4 è da poco inziata la serie più recente, volevo parlare un poco della serie originale datata 1978.
Una serie di fantascienza epocale, composta da due stagioni di cui solo la prima per me è vedibile. Sarà una questione affettiva...

Dopo che le dodici colonie sono state distrutte dai Cylons, robot nemici con un unico occhio rosso, la flotta guidata dalla nave spaziale Galactica parte alla ricerca della tredicesima colonia, la Terra.
Durante il viaggio il comandante Adamo (Lorne Greene) cerca di tenere tutta la popolazione sotto controllo. Al suo fianco il figlio Apollo (Richard Hatch) e la figlia Athena (Maren Jensen) e altri personaggi come Scorpion (Dirk Benedict), pilota come Apollo. Inseguiti dai Cylons e traditi dall'umano Baltar (John Colicos), la loro ricerca sarà costantemente minacciata e piena di scontri anche mortali.

Interessanti i costumi dall'aspetto egizio e nomi e credenze di questa popolazione. La serie iniziale scade poi nel ridicolo al raggiungimento della Terra, quando i nostri umani incontrano gli abitanti della Terra degli anni '70, con tutti i limiti che tale narrazione può contenere. Diverse tecnologie e costumi, abitudini e credenze differenti rendono improbabile una convivenza senza traumi. Inolte la seconda stagione contiene i tipici cattivi stile Stasky e Hutch, che in una serie di fantascienza...

Per eventuali informazioni aggiuntive qui trovate tutto il necessario...
http://en.battlestarwiki.org/wiki/Portal:Battlestar_Galactica_%28TOS%29

venerdì 2 ottobre 2009

Duecentosei ossa - Kathy Reichs


duecentoseiQuesto è il secondo libro di Kathy Reichs che leggo. Il primo dopo aver conosciuto il telefilm ispirato alla protagonista della serie di libri, Temperance Brennan in arte Bones. Il libro è uscito nel giugno 2009, pubblicato da Rizoli. Visto che è un regalo fingo di non sapere il prezzo, che tanto è reperibile su qualsiasi sito internet.

La dottoressa Brennan, antropologa forense, si sveglia in un luogo sconosciuto. Legata, al buio e al freddo non ricorda cosa le sia successo e per quale motivo si trovi lì. Mentre tenta di liberarsi dalle corde e dalla specie di tomba in cui è chiusa, lentamente riappaiono i ricordi dell'ultimo periodo. Le indagini che stava svolgendo, le complicazioni decisamente strane che le piombano addosso quasi ogni giorno. Minacce, rimproveri del capo e possibili grane legali. Che sia tutto collegato? E chi è che le sta mettendo i bastoni tra le ruote?

Al di là del mio amore per questo personaggio, il libro è senz'altro un buon thriller che pecca ogni tanto di un eccessivo uso dei dettagli. Interessante sapere quali siano i segni che la morte lascia sul corpo, certamente. Solo che a volte sono un po' troppi i dettagli da ricordare, soprattutto se è un po' che non si studia il corpo umano. In ogni caso il libro è buono, mantiene la suspance fino alla fine, ha quel pizzico di ironia che non guasta mai e una serie di dettagli anche sul Canada e sulle sue leggi e impostazioni. Insomma, invece di una semplice ambientazione statunitense questo libro vanta una buona conoscenza di Montréal e della sua polizia. (Il Canada prende piede, anche Blood Ties è ambientato lì)
E, non ultimo, il cibo che mangia Temperance è di gran lunga migliore del cibo che la Cornwell propina a Kay Scarpetta...

domenica 27 settembre 2009

Distretto 9

District-9_disco volanteUn film presentato da Peter Jackson che merita una serie di considerazioni. Appena uscito e nemmeno troppo pubblicizzato. La produzione è tra USA e Nuova Zelanda, il film è principalmente una storia di fantascienza. Il cast è di sconosciuti, non c'è un volto noto e nessuno strafigo in assoluto.

A Johannesburg, Sud Africa, una nave spaziale sosta nel cielo senza alcun contatto con la nostra popolazione. Dopo tentativi di contatto inutili si decide di entrare, per trovare una popolazione di circa un milione di alieni dall'aspetto denutrito e assai brutto, che vengono chiamati i gamberoni. Queste creature vengono messe in una baraccopoli apposta per loro, tenute sotto controllo dai militari. Solo che dopo vent'anni la popolazione umana è stufa degli ospiti e il governo decide di avvalersi dell'aiuto di una multinazionale per sgombrare il campo e portare gli alieni in un posto lontano dalla città. Le modalità non sono del tutto chiare, ma l'operazione parte e una specie di piccolo esercito entra nel Distretto 9 per sfrattare i gamberoni. Qualcosa va storto e...

Ecco, sarei tentata di raccontare tutta la storia. Ma non posso. Uno perchè la bellezza di questo film è che lascia del tutto spiazzati e vale la pena di goderselo come fosse la Guerra dei mondi. Due perché veramente ci sono validissimi motivi per vederlo. Non è un film fracassone come poteva essere Transformers (per quanto il genere non mi dispiaccia affatto), non è catastrofico come Indipendence Day. E' un film che fa pensare, che non può lasciare indifferenti.
Per me è da vedere, assolutamente.

domenica 13 settembre 2009

Saving Grace

saving_grace1Questo strano telefilm ho cominciato a vederlo più che altro per la presenza di una strepitosa Holly Hunter, che col tempo è anche diventata produttrice della serie. Finora in Italia sono state trasmesse due stagioni, la terza e ultima sarà trasmessa presumibilmente l'anno prossimo.

In Oklahoma la poliziotta Grace Hanadarko ha un nuovo amico. Si tratta di Earl, angelo dell'ultima occasione, che appare e scompare nei momenti più impensati, che la trasporta in posti impensabili e che le fa avere strani e realistici sogni riguardo a un detenuto del braccio della morte. Grace (la Hunter) ha una squadra di tutto rispetto di cui fa parte Ham (Kenny Johnson, visto in The shield) con cui ha una relazione. Altri volti sono Rhetta, il medico legale (Laura San Giacomo, Pretty Woman) ; Butch (Bailey Chase) poliziotto straricco; Bobby, nativo americano (Gregory Cruz).
Tra sogni e indagini, bizzarre relazioni sessuali e scherzi camerateschi, Grace deve arrivare a redimersi con l'aiuto di Earl. Un angelo, sì, ma con abitudini e comportamenti molto umani.

Sebbene sia un telefilm con caratteristiche qualche volta discutibili, mi ci sono affezionata. I personaggi sono divertenti, le situazioni in cui si cacciano e le relazioni che intercorrono tra loro fanno sorridere. E anche pensare. Trattano argomenti anche scomodi, come la pena di morte e la pedofilia dei preti, le conseguenze degli attacchi terroristici e il tema della vendetta, della giustizia a tutti i costi.
Tre serie, brevi. In tutto ne faranno una e mezza di quelle normali. Ci si può fare un pensierino...

mercoledì 9 settembre 2009

I figli degli uomini

ifiglidegliuominiTitolo originale: Children of Men
Paese: GranBretagna, USA
Anno: 2006
Durata: 114 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere:drammatico
Regia: Alfonso Cuaròn
Soggetto: P.D. Jamaes
Sceneggiatura: David Arata, Alfonso Cuaròn, Timothy J. Sexton
Interpreti: Clieve Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Claire-Hope Ashitey, Charlie Hunnam, PetermUllan, Pam Ferris.


2027. In un futuro non troppo distante, in cui il mondo non può più procreare, l'Inghilterra rimane unica zona franca, per non confrontarsi con le guerriglie urbane. Theo (Clive Owen), rapito da Julian (Julanne Moore), una donna attivista amata in passato, ha una grande responsabilità. Dovrà condurre salva una giovane donna fino a un santuario sul mare, e dare la possibilità al mondo di evitare l'estinzione. Sulla linea degli scrittori utopistici e futuristici, P.D.James ha scritto il romanzo da cui è tratto il film, in cui Cuaròn fin dalle prime sequenze ci illustra un mondo grigio, oppressivo, incolore, fra il pre-industriale (le costruzioni e i palazzi sembrano proprio quelli della "industrial revolution"), e il post-atomico, (per la scarsità di vegetazione). Londra appare come non cambiata, se non per i mercati ai bordi delle strade e gli autobus a due piani completamente scrostati dal tempo. In questo ambiente senza profondità si muovono i protagonisti. Ne sono una conferma gli stereotipi del multirazzialismo e del multilinguistico (quello che sarà non è per forza diverso da quello che è oggi). Nel panorama così definito, la macchina da presa segue Theo-Clive Owen in tutte le situazioni, come un inviato di guerra in una visione quasi documentaristico-soggettiva del futuro per acuire il senso di chiuso, di claustrofobia, e di mancanza di certezze. Ne è un esempio la guerriglia che, all'esterno della zona franca, appare come uno spaccato del conflitto jugoslavo, dove tutti sparano a tutti, e un proiettile vagante ha il potere di cambiare il personale futuro (la sequenza dei carri armati che colpiscono una palazzina, è una scena di guerra impressionante). Per antitesi, la speranza di vita, rinascita di un "nuovo mondo", è l'unica apertura del film all'ottimismo, in un percorso al buio, in cui il caso regna sulle esistenze di tutti. Children of Men è un film corale, è dell'umanità, (si propone raramente come singolo, per esempio nel caso dello scienziato Justice, Michael Caine, eremita per scelta ai bordi della società), perché il futuro della terra non è dell'individuo singolo. È semplicemente globale. (myMovies)

Per quello che mi riguarda ha colpito molto la contrapposizione tra le istituzioni convenzionali (governo) e quelle meno (ribelli) che anche nel futuro esistono ancora e strumentalizzano ogni cosa, mentre la povera gente che vive al limite della vita in un modo o nell'altro si sacrifica e contribuisce a portare avanti i valori della vita, primo quella della genesi libera e naturale... In tutti i personaggi che vengono coinvolti traspare sempre l'aspetto umano nella sua millenaria esistenza nei vari ruoli... fantascienza dei giorni nostri e del passato. A me è piaciuto molto.
Autore del post: Zugo

martedì 1 settembre 2009

Le vite degli altri

locandina_le_vite_degli_altriTitolo originale:
Das Leben der Anderen

Paese:Germania
Anno:2006
Durata:137 min
Colore:colore
Audio: sonoro
Rapporto:2,35:1
Genere:drammatico
Regia,
Soggetto, Sceneggiatura:
Florian Henckel von Donnersmarck

Ho visto questo film l'ultimo giorno di agosto, in una sera sonnolenta e immobile. Il film viene definito in altri pagine del web come thriller ma come il nosto megaenciclopedico wiki io ritengo che sia effettivamente un fil drammatico che racconta della germania dell'est, l'allora DDR qualche anno prima della caduta del muro, dove ormai molte coscienze erano proiettate alla liberalizzazione del regime socialista e autoritario che vigeva. Totalitario al punto di epurare anche gli ambienti artistici intromettendonsi nella vita degli attori, dei registi e di tutti coloro con cui venivano a contatto. Il Film lentamente e metodicamente mette in evidenza molti di questi aspetti un po' a tutti i livelli della dirigenza politica e dell'ente della sicurezza, la famosa Stasi, che seppur macchina collaudata e rodata si ritrova ad essere incrinata in uno dei loro funzionari HWG/7 che nello spiare uno scrittore di teatro e la sua compagna attrice, viene catapultato in una realtà che vede mancargli e cerca di viverla attraverso i sospettati, con ogni sfumatura, erigendosi anche a loro deus ex machina, tentando addirttura di salvare il loro operato intellettuale ed artistico, mettendo a rischio la propria posizione all'interno della Stasi. Spaccati di vita che socialista alla sua triste decadenza che viene premiata in base dalla sonata per gli uomini buoni. Psicologicametne intenso, caratterizzato in 5 personaggi fondamentali, e le loro ambizioni e frustrazioni. Come nella realtà però non tutti ne escono indenni, e quei pochi che restano rappresentano la forza di continuità e costanza della presa di posizione e responsabili delle proprie azioni.
 
Autore del post Zugo

mercoledì 26 agosto 2009

La scacchiera nera - Miki Monticelli


scacchieraneraAmmetto di aver comprato questo libro per la copertina. Probabilmente non lo avrei comprato per il titolo, visto che gli scacchi non mi entusiasmano, e nemmeno per l'autrice a me sconosciuta e pure italiana. Devo dire che almeno il genere mi era congeniale, ché nel fantasy si tratta spesso di lotta tra bene e male, quindi ci son morti. L'autrice è tale Miki Monticelli, ingegnere trentenne con la passione per il fantasy, già nota più che altro per pubblicazioni per ragazzi.

La storia narra di tre giovani possessori di una scacchiera simile che si trovano trasportati in un mondo parallelo dove devono combattere e combattersi, e anche combattere con sè stessi a volte. Ryan, americano, veste i panni di un fantomatico guerriero rosso. Incontra il suo mortale nemico, il Ladro Nero, che è una ragazza italiana di nome Milla. Il loro cammino è lungo e non sempre semplice, ma ricco di personaggi interessanti e altri inquietanti. Lungo la strada incontreranno anche Morten, il terzo personaggio trasportato dalla nostra realtà. Insieme troveranno il modo per procedere lungo il cammino. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere l'Ingannatore e liberare il mondo dal pericolo per poi tornare a casa?

Sebbene ogni tanto sia relativamente originale, la storia è scorrevole, simpatica. Piacevole. Carino il modo di interagire tra i tre. Personaggi ben delineati, anche quelli secondari. Il mondo creato è interessante, coerente, ben descritto. Non ci sono motivi particolari per leggerlo, non sarà un premio Nobel, ma è un bel modo di passare il tempo, immersi in mondi diversi e anche simili al nostro dove l'immagine conta più di altre cose e l'etichetta che ci viene appioppata non sempre corrisponde a quel che siamo davvero. Da premiare, comunque, la copertina. Il nome dell'autore non ce l'ho a portata, ma bravo, bravo.

venerdì 21 agosto 2009

Il sangue nero del vampiro - Valerie Stivers

EduSibeChe dire, era un po' che non si parlava di vampiri...
Questo è il primo libro di Valerie Stivers, giornalista su riviste di moda, che proprio in questo campo a lei familiare ambienta una storia che avrebbe tutte le carte in regola per essere delizioso, ma che al dunque delude abbastanza.
La giovane Kate McAlliston, aspirante medico e figlia di una promessa della moda che ad un certo punto ha abbandonato la famiglia per sparire nel nulla, mentre è in vacanza dalla zia a New York ottiene -senza peraltro neanche richiederlo- uno stage presso la famosissima rivista Tasty. Qui, inizialmente osteggiata da colleghe bellissime, magrissime e ossessionate dalla moda, nonché vessata da superiori poco diversi dalla Miranda del Diavolo veste Prada, scopre pian piano che buona parte dello staff della rivista è composto da vampiri...
Come dicevo, le premesse sono buone: il Diavolo in salsa vampiresca sembrerebbe carino. Peccato che il romanzo sia infarcito di tutti i peggiori cliché sui vampiri (dall'aglio che li repelle all'acqua santa che li ustiona, passando per la capacità di trasformarsi in pipistrelli e per paletti che li uccidono all'istante... tutte dicerie ampiamente smentite da decenni di letteratura vampiresca come "leggende metropolitane"!!!), sia assolutamente prevedibile -solo la giovane Kate riesce a non riconoscere tutti gli indizi già entro i primi 3 capitoli...- e scritto con uno stile poco avvincente.
Insomma, è tutto sommato carino, scorrevole, a tratti buffo anche se meno di quanto mi sarei potuta aspettare, ma un po' deludente.
Ed il titolo originale Blood is the new black (Il sangue è il nuovo nero) risulta parecchio più evocativo ed in sintonia con il testo rispetto alla traduzione che ne è stata fatta... ma questa è deformazione professionale mia!

venerdì 14 agosto 2009

Italians

italiansQuesto film di Giovanni Veronesi è diviso in due episodi. Dovrebbe mettere in evidenza il comportamento degli italiani all'estero e il modo in cui vengono visti. Forse per questo 2 episodi non bastano, ce ne vorrebbero almeno un centinaio, ma non si può farne un ciclo...

Nel primo episodio uno stanco Sergio Castellitto fa il suo ultimo viaggio come trasportatore di Ferrari (non proprio acquistate) verso Dubai, facendosi accompagnare da un ragazzo (Scamarcio) che lui spaccia per suo figlio, che lo dovrà sostituire in futuro. Un road episode dolceamaro, che al massimo mette in risalto la nostra incapacità di accettare le culture altrui e la passione per la canzone inopportunamente esibita. Il finale è a sorpresa, non molto credibile.
Il secondo episodio si apre con un affermato dentista (Verdone ormai un po' troppo se stesso) depresso e solo che si trova ad andare a un congresso in Russia. Il suo socio, convinto che gli ci voglia una botta di vita, gli organizza una sorta di erotic tour decisamente ridicolo. Nota piacevole è la presenza di Ksenia Rappoport (già protagonista di La sconosciuta), bravissima e solare. Anche il terribile organizzatore, Dario Bandiera, ha un ruolo ben riuscito. L'episodio, però, risulta non proprio originale e melenso più del dovuto, come a sottolineare che noi italiani in fondo siamo carini, sentimentali e pieni di buoni propositi.

Non essendo una patita di commedie italiane in genere, il film non me lo sono goduto granché. Simpatico il giusto, ma non eccezionale. Un film che va bene per riempire una serata d'agosto, possibilmente visto all'aperto e al mare...

martedì 7 luglio 2009

Tutto ciò che muore - John Connolly


tutto-cio-che-muoreHo iniziato a leggere John Connolly in edizione supertascabile, da edicola. Cercavo un autore capace di prendermi e non volevo spendere cifre enormi per trovarlo. Questo è il primo suo libro che ho letto. Uscito nel 2002, credo per Rizzoli. Ho prestato il libro e non so a chi. Ma ce l'ho stampato nella memoria.
Per il detective Charlie "Bird" Parker la vita è cambiata con l'omicidio e la mutilazione della moglie e della figlia. Lasciata la polizia si affoga nell'alcool e partecipa a varie indagini come investigatore privato. Proprio come investigatore privato accetta di aiutare un amico nella ricerca di una giovane donna scomparsa, ricerca che lo porterà da Brooklyn alla Virginia e in Louisiana, nelle cui paludi vive una potentissima sensitiva. Troverà molte risposte e incontrerà nuovamente l'assassino della sua famiglia, il "Viaggiatore", che usa scorticare i volti delle sue vittime in un macabro allestimento quasi artistico...
John Connolly ha un modo tutto suo di scrivere. Coinvolge e trascina in un mondo che oltre alla sua naturale violenza contiene fantasmi, spiriti, visioni. Quel tanto di soprannaturale che lo rende speciale e diverso. Della serie di Charlie Parker ci sono anche "Il ciclo delle stagioni", "Gente che uccide", "Palude", "L'angelo delle ossa" e "Anime morte". Tutti molto interessanti. Ha scritto anche "Il libro delle cose perdute", la storia di un ragazzino che durante la seconda guerra mondiale, si rifugia nei libri e nella fantasia delle storie che raccontano. Pare sia un gran bel libro, l'unico suo libro che non ho letto per una idiosincrasia riguardo alla IIGM che mi impedisce qualsiasi approccio.

mercoledì 1 luglio 2009

Freequency - il futuro è in ascolto

Il giorno prima del trentesimo anniversario della morte del padre, vigile del fuoco perito in servizio, John Sullivan, poliziotto solitario che non ha mai accettato e superato la morte del genitore, ne ritrova l'attrezzatura da radioamatore ed inizia a giocarci. Complice un'aurora boreale, si ritrova incredibilmente in contatto con un uomo nel 1969 e scopre pian piano che si tratta proprio del padre. Accettato l'incredibile, decide di cambiare gli eventi ed evitarne.
Ma cambiare il passato implica imprevedibili risvolti e padre e figlio, a distanza di 30 anni, legati solo dall'esile filo di comunicazione che l'attrezzatura da radioamatore consente loro, si troveranno a dover man mano rimettere in ordine ciò che hanno causato, influendo ancora sul passato/futuro.
Salvando il padre, infatti, John ha involontariamente salvato anche un serial killer, l'assassino delle infermiere, che così non ha più fatto solo due vittime come al tempo del padre, ma ben otto, tra cui proprio la madre di John. Ed il film si trasforma così in un abile poliziesco, sapientemente giocato sul filo dell'imprevedibile, con l'incognita di non sapere quanto ancora durerà la possibilità di comunicare e quindi di salvare la madre e le altre donne, vittime innocenti delle loro azioni.
Regista del film, definito alternativamente drammatico, fantastico o poliziesco, è un poco noto Gregory Hoblit. Ben più noti i protagonisti: Dennis Quaid nel ruolo del padre, Frank Sullivan, Jim Caviezel in quelli del figlio, John Sullivan, ed Elizabeth Mitchell (la Juliet di Lost) nel ruolo della madre.
Si tratta di un film che alle reti digitali terrestri sembra piacere molto, visto che continuano a replicarlo... ed in effetti è carino, ben fatto e senza alcuna incongruenza, a tratti davvero imprevedibile. I personaggi sono ben tratteggiati, credibili e mai eccessivi, nonostante l'assunto su cui si basa l'intera storia di verosimile abbia ben poco.
Una piccola curiosità (scoperta su Wikipedia): in più scene del film, viene citata una partita di baseball delle World Series del '69, tra i New York Mets ed i Cincinnati Reds. Per promuovere il film, le due squadre il 25 aprile del 2000 hanno giocato con la divisa originale del '69.

lunedì 29 giugno 2009

Un bacio nell'ombra - Laurell K. Hamilton

Si sa (o, almeno, qui qualcuno lo sa di sicuro), Laurell K. Hamilton è nota per i suoi romanzi sui vampiri, quelli con cui,  insieme a vari animali mannari, si ritrova ad avere a che fare Anita Blake, di professione risvegliante.
Ma con questo romanzo la Hamilton inaugura una nuova serie, con un'eroina nuova di zecca: Meredith NicEssus (o Merry Gentry quando è in incognito), e ci catapulta in un mondo completamente diverso, ossia quello dei sidhe.
E qui nasce il primo problema. Già, perché il romanzo è avvincente, scritto con la solita bravura e sfodera una fantasia non comune, mentre ci descrive pregi, difetti, regole ed abitudini di una corte fantastica... ma lo fa dando un po' troppo per scontato che tutti sappiano qual'è la differenza tra la Corte Seelie e la Corte Unseelie, tra un sidhe ed un fey, tra un goblin ed un brownie... ed invece non tutti sono appassionati studiosi di fate e questo approccio può rischiare di allontanare qualche lettore. A parer mio, sarebbe bastato un bel glossario, magari anche solo al fondo di questo primo romanzo della serie,  per risolvere ogni problema!
Ma veniamo alla storia. In un mondo in cui le creature fatate convivono senza problemi con gli umani, ed hanno avuto il permesso di vivere sul suolo statunitense alla sola condizione di non cercare di farsi adorare come divinità, Merry è una sidhe, ossia una fata di sangue reale, e discende dalla Corte Unseelie (quella più oscura, che accoglie anche esseri malvagi ed esteticamente ripugnanti).
Da tre anni è fuggita dalla Corte e si è rifugiata a vivere tra gli umani, protetta da uno pseudonimo e da un glamour che ne nasconde le vere fattezze e la bellezza inumana, per sfuggire alle trame di corte che mirano a vederla morta. Già, perché Merry, il cui sangue non è puro al 100%, è mortale ed all'età di circa 30 anni non ha ancora rivelato alcun potere specifico, il che è considerato intollerabile.
All'inizio della storia, però, per una leggerezza sul lavoro, la giovane, che lavora come investigatrice del paranormale, lascia trapelare il suo vero aspetto ed identità e si ritrova nuovamente a Corte, al cospetto della zia, la regina Andais, che incredibilmente, lungi dal volerla morta, le offre "tutto ciò che un sidhe potrebbe mai volere", alla sola condizione di darle un erede.
Pieno di riferimeni all'iconografia feerica, cui aggiunge sapienti arricchimenti e plausibili spiegazioni, come dicevo il racconto coinvolge e porta il letore in un'atmosfera fantasica e piena di sensualità. Giacché i sidhe hanno un rapporto piuttosto diretto con la fisicità e la sessualità...

giovedì 18 giugno 2009

Terminator Salvation


Titolo originale: Terminator Salvation
Paese: USA/UK/Germania
Anno: 2009
Durata: 130'
Genere: Azione, Fantascienza
Regia: McG
Soggetto: James Cameron, Gale Anne Hurd (personaggi)
Sceneggiatura: John Brancato, Michael Ferris
Produttore: Derek Anderson, Moritz Borman, Victor Kubicek, Jeffrey Silver







" Ambientato nel futuro (2018), privo di salti temporali come i predecessori, Terminator Salvation mette lo spettatore di fronte a una guerra vera e propria, dove il Terminator è un dettaglio. McG si premette in scena una storia in cui atmosfere, ritmo, effetti speciali, e un gran finale creano un senso di oppressione da fine del mondo. E con l'ausilio di Bale che interpreta John Connor con grande carisma, nasce un lungometraggio diverso, dove il Terminator è un pretesto per raccontare qualcosa di più grande."


Mattia Nicoletti
Metro News









Decisamente non è il mio genere di film, ma è da quando è uscito che scalpito per andare a vederlo. Come potevo perdermi il bellissimo, muscolosissimo e fantasticissimo Christian Bale? Al top della forma fisica, grande interpretazione, ancora alcune pecche sul doppiaggio, anche se stavolta il doppiatore era quello di The Prestige, ossia il mio preferito, e non quello che gli rovina il personaggio nei due Batman.


Che dire? L'audio della sala (Sala 1 dell'Ideal di Torino) era a dir poco sconvolgente. Sembrava di essere sugli elicotteri in mezzo alla guerra, ti rimbombava nelle vene fino al cuore. Credo di non aver respirato per due ore e non solo per il film claustrofobico.
Inquieto e ideologico, per dirla con le parole dei critici cinematrografici.


Inutile dirvi chi se ne frega del film, l'importante è che ci sia Christian Bale. Due appunti sul film: inutile e triste il cameo di Schwarzenegger, primo Terminator, e triste il fatto che Bale sia sempre troppo vestito per apprezzarne i muscoli guizzanti. In una scena è in maglietta e le braccia sono da tuffo al cuore, ma per il resto niente, care fan, non aspettatevi una scena in cui il Terminator gli strappa la divisa da militare e si veda un mezzo pettorale o uno scorcio di addominali, niente. Per quello bisogna rifarsi col sempre buon vecchio American Psyco o con Google immagini.


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Autore, ovvio, Romins

giovedì 11 giugno 2009

Eli Stone

Ecco una nuova serie americana arrivata fresca fresca martedì sera sulla tv "in chiaro" (pare che su sky fosse già passata).
Pubblicizzato come "il nuovo Ally Mc Beal", la serie ha in effetti alcuni punti in comune, ma con sviluppi ed esiti parecchio differenti. Entrambe le serie, infatti, parlano di avvocati ed in entrambe le serie i protagonisti hanno delle allucinazioni, visive ed uditive. Ma mentre in Ally Mc Beal sono quasi tutti i personaggi ad essere alquanto strampalati, in Eli Stone solo il protagonista ha un comportamento singolare... e per ragioni tristemente appurate: le sue visioni, infatti, sono frutto di un aneursma cerebrale inoperabile.
Se Ally era "perseguitata" di volta in volta da Al Greene, dal bambino che ballava in pannolino e così via (e Biscottino ricorreva a Barry White per trovare la fiducia in se stesso), Eli Stone ha la visione ricorrente di George Michael, che gli canta Faith e altri brani del proprio repertorio nelle situazioni più assurde e nelle ambientazioni più disparate, al punto che ogni episodio porta il titolo di una delle canzoni del cantante inglese.
La trama, in breve, è piuttosto semplice: Eli Stone è un avvocato cinico e ambizioso in un importante studio legale di San Francisco. Dopo alcune allucinazioni visive ed uditive ed approfonditi esami medici, scopre di avere un aneurisma al cervello, ereditato da un padre che tutti credevano alcolizzato. Quello che potrebbe essere un evento drammatico diviene per il protagonista una sorta di segno del destino chee cambia radicalmente la sua vita, portandolo a cambiare le priorità ed a vedere le cose in maniera diversa, soprattutto nel lavoro dove inizia ad affrontare la professione di avvocato con uno spirito più umano ed altruistico.
I primi due episodi sono stati piacevoli e a tratti piuttosto spassosi (anche se lievemente deludenti se ci si aspetta davvero un nuovo Ally), a parte una caduta su un argomento medico -il caso del primo episodio vede una donna vincere una causa contro un'azienda farmaceutica perché il vaccino da loro prodotto avrebbe reso autistico il figlio- che in america era costata una vera causa alla produzione. Vedremo gli sviluppi!!!
Protagonista è un poco noto Johnny Lee Miller, mentre ben più conosciuti sono la fidanzata, interpretata da Natasha Henstridge (Species - Specie mortale, Standoff, FBI: Protezione testimoni, Fantasmi da Marte), la segretaria, interpretata da Loretta Devine (Grey's Anatomy) ed i soci fondatori dello studio legale, interpretati da Victor Garber (Insonnia d'amore, Il club delle prime mogli, La rivincita delle bionde, Alias,  Will & Grace, Ugly Betty) e Tom Amades (Everwood). Oltre a personaggi ricorrenti interpretati da Katie Holmes e Sigourney Weaver ed al già citato George Michael che, come anche Seal, interpreta se stesso.
Il tutto ideato da Greg Berlanti, già firma di serie di successo come Everwood, Brothers and Sisters e Dirty Sexy Money.

Autore del post: Fata

lunedì 8 giugno 2009

Firmino - Sam Savage


firminoE che ve lo dico a fare?
In effetti la storia del topo bostoniano dovrebbe essere già nota. Volevo solo omaggiare tanto topo con una piccola standing ovation. Per una volta il passa parola non ha fatto danni, anzi. Come nel caso di Donnie Darko, anche Firmino è una piacevole scoperta. Simpatico, sporcaccione, pieno di fantasie e amante di libri e cinema. Potessi lo adotterei, un topo così. Ma con le gatte...
Chi non l'avesse ancora letto ne approfitti. Lo faccia subito. Piacevole, romantico e crepuscolare.

lunedì 1 giugno 2009

Star Trek - il futuro ha inizio

Star-TrekForse c'è chi pensa che di Star Trek non se ne può più. Ne ho uno in casa, lo so bene. Ma J.J. (Abrams per i non intenditori) è più che una garanzia. Mediamente televisiva, ma garanzia lo è di sicuro. Il film è nuovo e ricco sia dal punto di vista visivo che da quello del cast. Si può partire da Winona Ryder, Eric Bana (Ettore!), Karl Urban (Il signore degli anelli, Bourne Supremacy), Leonard Nimoy (il vero Spock) e Bruce Greenwood. Si arriva a Zachary Quinto (Heroes), Anton Yelkin (Taken, Huff e altri ruoli in tv e cinema) , Jennifer Morrison (House) e Chris Pine (E.R. , Csi Miami). Insomma pieno di volti noti a chi è appassionato di serial tv e di film in genere.
La storia tratta dei giovani enterprisiani, alla loro prima missione, coinvolti in una vendetta che arriva dal futuro. Una nave Romuliana, infatti è tornata indietro nel tempo a causa di un buco nero e i suoi occupanti (capitanati da un pelato e tatuato Eric Bana) cominciano proprio dal padre di Kirk. In un crescendo di tensione, scontri, effetti speciali e alcuni momenti sia romantici che divertenti, i ragazzi dell'enterprise cominciano a conoscersi e a stringere il legame di amicizia che li terrà insieme per tutta una vita.
Ben fatto, begli effetti, buona la recitazione. Simpatici tutti e soprattutto non supereroi. Il che è già tanto, ultimamente. Mai visto un Kirk predersi tante botte... Il film è da vedere, se piace la fantascienza. Ma anche se siete un po' stufi delle solite vecchie missioni dell'Enterprise. Divertente, carino. Ben speso.

lunedì 25 maggio 2009

Black Snake Moan

blacksnakemoanfinalbigtf7Mi è capitato l'altra sera, mentre girovagavo annoiata e ho optato per Rai4, ormai unica salvezza. Un film strano, mi sembra non sia rimasto molto sugli schermi. Protagonisti un Samuel L. Jackson abbastanza incazzoso, una stravagante Christina Ricci e un bravo Justin Timberlake. Regista e autore del film Craig Brewer, praticamente sconosciuto; il film è del 2006.
In una calda cittadina del Tennessee, la giovane Rae (Ricci), saluta il fidanzato che parte per arruolarsi nell'esercito (Timberlake). Subito si capisce che qualcosa non va. La vivacissima Rae comincia a copulare con chiunque le capiti a tiro, tormentata da immagini del suo passato. Quando rifiuta l'amico del fidanzato, questo la picchia e la abbandona per strada, in mutande e magliettina minima. A questo punto Lazarus (Jackson), un contadino che sappiamo incazzato per il tradimento della moglie e il successivo abbandono, la raccoglie e se la porta a casa. Cerca di curarle almeno le ferite, poi fa un giro in città e scopre la "nomea" di Rae, per cui la trattiene a casa sua (senza approfittarne mai) per guarirla dalle turbe che la fanno praticamente impazzire. La convivenza farà bene a entrambi.
Ecco, la trama è lì. Il film, boh. Nel senso che non so bene se il tutto è stato fatto per il puro piacere di vedere Christina Ricci perennemente nuda o copulante, o se c'era un significato molto profondo e molto ben nascosto nel film. Che il buon samaritano è una roba un po' anni '50. Ci sono modi migliori per parlare di abusi sessuali su minori e alla fine sembra che nessuno di loro sia veramente sano di mente. Ottima la colonna sonora blues e le volte in cui Samuel L. Jackson suona la sua chitarra sia in privato che in pubblico. Da quel che ho letto in giro non è che il film abbia convinto qualcuno, i commenti sono decisamente discordi. Però, visto che non ho la verità in tasca, sapere che ne pensate sarebbe utile...

martedì 19 maggio 2009

Kalifornia

KaliforniaNon l'ho scelto, giuro, per la presenza di due fusti come Brad Pitt e David Duchovny. Giuro e rigiuro. Mi piace per altri svariati motivi. E anche perché ci sono due fusti... ;P Il film, del 1993, è di Dominic Sena. Una via di mezzo tra il film on the road e l'incubo.
Un giovane criminologo e la sua fidanzata fotografa (Duchovny e Michelle Forbes) vogliono trasferirsi in California e approfittare del viaggio per scrivere/fotografare un libro sui più efferati delitti made in U.S.A. Per dividere le spese mettono un annuncio su una bacheca universitaria e raccolgono gli unici due personaggi che rispondono. Earlie (Brad Pitt) è un delinquente abituale, assassino e squilibrato; la sua compagna Adele (Juliette Lewis) è un pò troppo svanita per rendersene davvero conto. Il viaggio inizia bene, per poi scivolare verso l'inevitabile. La follia di Earlie porta ogni altro componente del gruppo al cambiamento. Definitivo per alcuni, un po' meno per altri.
Molto violento, con un'ottima fotografia e ben recitato soprattutto da Pitt, che sembra perfetto nei ruoli da squilibrato.  La Lewis è un po' sempre se stessa, Duchovny ha ancora il suo bel fisico e non sfigura certo. Un concetto mi è rimasto impresso fin dalla prima volta che ho visto il film; Duchovny dice che quando si incontra una persona nuova si notano soprattutto le differenze, mentre mano a mano che la si conosce si cominciano a notare le somiglianze. Io sto cercando di capire se è applicabile alla mia vita o no...

martedì 12 maggio 2009

Lucia y el sexo

lucia_y_el_sexoUn film spagnolo del 2001, per la regia di Julio Medem. Con attori relativamente sconosciuti da noi, tranne l'emergente Paz Vega, che da qui in poi almeno è riconosciuta. Un film strano, teso, ingarbugliato e allo stesso tempo oniricamente vero.
Dopo un litigio il fidanzato di Lucia, scrittore, ha un incidente. Lei, presa dalla confusione, scappa a Formentera. Da dove in pratica è partita la storia e dove si concluderà. Un intreccio spesso confuso nel tempo e nello spazio narra lo svolgersi dei fatti, con risvolti erotici, emotivi, sentimentali, familiari, creativi. Perché alla fine tutto passa attraverso un buco. La vita, la morte, il sesso, l'amore. In Italia è vietato ai minori di 18 anni, visto che Fandango non ha voluto porre tagli all'opera. Non che sia così impressionante, ma forse un po' troppo contorto per essere compreso dai più giovani.
Mi ha ipnotizzata, come un dèjà- vù. Impressioni di cose che conosco e che sento lontane, che sento chiamare. Il mare, la fuga, l'amore così intenso... La confusione che regna sovrana. La sensazione che tutto torni a posto, in un modo o nell'altro. Un film che a modo suo coinvolge e che anche esteticamente ha il suo bel perché...

venerdì 24 aprile 2009

Progetto Eden

Progetto edenSì. Un altro telefilm che troverete stupido. Che a me è piaciuto, come a moltissima gente che lo ha visto sia negli USA che qui, dopo il '94. Serie ovviamente sospesa dopo la prima stagione, perché la fantascienza, specie se con messaggio ambientalista, non tira.
Earth 2, questo il titolo originale, racconta di un gruppo di pionieri che si spingono a 22 anni luce dalla Terra per trovare un pianeta che sia altrettanto abitabile. Ai loro tempi, infatti, buona parte della popolazione è obbligata alla vita nelle stazioni spaziali. Cosa che ha provocato l'insorgere di nuove malattie incurabili. Nel tentativo di curare la "sindrome" nasce la spedizione verso G889, un pianeta con caratteristiche simili al nostro. Progetto contrastato da una misteriosa quantità di personaggi, che tentano di boicottarla e di controllarla a distanza. Sono in tutto 21 episodi, andati in onda su Rai3. Contano sulla presenza, tra gli altri, di Clancy Brown (il cattivo di Highlander) e di Antonio Sabato Jr., gran bel figliolo. Altri dei protagonisti sono attori che vantano la loro presenza in telefilm come E.R., NYPD blue, La tata, General Hospital, Star trek voyager. O di film come Blue steel, Malice, The heat e Il socio. Oltretutto c'è la partecipazione di Tim Curry, il clown di It e il favoloso Frank'n Further di Rocky Horror. E di Terry O'Quinn, visto in svariate serie tipo Millennium e Lost. 
La serie sembra più stupida di quel che è. Ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno. In fondo non è una serie violenta, ha dei bravi attori, forse pecca un po' il doppiaggio. Non è adrenalinica e finisce lasciandoci tutti in sospeso. Non ha una vera soluzione, il finale è stato lasciato volutamente aperto pur sapendo che la serie non avrebbe avuto un seguito. Questo, forse, è il peccato maggiore.
Va beh, torno a guardare le mie solite cose...

domenica 5 aprile 2009

Gran Torino

la-locandina-di-gran-torino-93926Che Clint Eastwood non sia un allegrone se ne sono accorti un po' tutti. Però i suoi film sono spesso molto belli. Questo è uno di quelli davvero ben riusciti.
Walt Kowalski è un vedovo, reduce di Corea e decisamente antipatico. Un attaccabrighe, uno che non usa mezzi termini e che ha una "bella parola" per tutti. Dai figli, ai nipoti, ai vicini di casa e al prete che, preso dalla sua missione, cerca continuamente di avvicinarlo. Walt, cioè, il signor Kowalski ha a cuore solo la sua casa (il quartiere è ormai invaso da cinesi e altri bastardi), il suo labrador Daisy e la sua auto. La Ford Gran Torino del '72 che custodisce nel suo garage con tutte le cure del caso. Il giovane vicino Thao, spinto da una gang di balordi (tra cui un ciccione dal doppio pollice) capeggiata dal cugino Spider, tenta di rubare la macchina di Walt. Cacciato quasi a fucilate, viene salvato dallo stesso fucile il giorno successivo, quando il signor Kowalski lo toglie dalle grinfie del cugino stronzo. Nasce così, con diffidenze e le solite frasi gentili, una amicizia sempre più stretta tra Kowalski e i suoi vicini di etnia Hmong, con cui oltre alle differenze, Walt comincia a notare anche le similitudini. Un susseguirsi di accadimenti fa sì che si arrivi a estreme conseguenze, ma Walt Kowalski sa come stupire tutti e rimettere a posto la sua vita.
Al di là di tutto, Eastwood riesce ad essere veramente antipatico, più del sopportabile. Una grande performance. E anche se il film è stato tacciato di eccessivo buonismo (non so dove), credo sia un film consigliabile. Si ride in certi momenti, si piange in altri. Si spazia da una emozione all'altra un po' come nella vita vera. Tutto sommato, anche se non si ama il personaggio di Walt, si finisce per apprezzare il suo mondo chiuso e razzista pur non adeguandocisi. Un bel film, davvero.

mercoledì 1 aprile 2009

Il prezzo del sangue - Tanya Huff


Blood priceSi, si, si. Lo so. Ma non ce la facevo proprio a non parlarne!
Il primo libro della "Blood series" di Tanya Huff da cui è stata tratta la serie tv canadese Blood Ties risale al 1991 e probabilmente non avrebbe visto un traduttore se a qualcuno non fosse venuto in mente di sfruttare le recenti fortune di qualsiasi storia di vampiri esca e farne una serie. Ma tant'è. L'hanno fatta. Quindi...
Il libro narra sostanzialmente la storia che è contenuta nei primi due episodi della prima serie. Più dettagli, più storia, più omicidi (e questo è già interessante di per sè) e soprattutto alcune differenze. Più che altro c'è una ironia di fondo che accompagna tutta la storia. Nessuno dei personaggi si prende sul serio più di tanto. E il vampiro Henry Fitzroy che campa scrivendo romanzi rosa è geniale. L'indagine che riguarda degli strani omicidi che hanno del soprannaturale si svolge tra le strade di Toronto, dove l'ex poliziotta Vicky Nelson fa l'investigatrice. Con lei indaga l'ex amante Mike Cellucci, ancora poliziotto alla omicidi, mentre in parallelo il vampiro Fitzroy inizia le sue ricerche. I tre, in qualche modo, uniranno le forze. Insieme a Coreen, una rossa universitaria un po' stonata e con l'aiuto di Tony, ragazzo di strada, che c'è nei momenti complicati senza chiedere mai niente di troppo. Un nerd, la magia nera, la sete e il desiderio si intrecciano, per 366 pagine che ho letto in 2 giorni.
Al di là della mia evidente attrazione per i vampiri, soprattutto moderni, il libro è scritto da una signora che sa il fatto suo. Divertente, non scontato, più ironico che spaventoso. Seguono altri 3 libri con gli stessi personaggi, probabilmente altrettanto carini. Ovviamente lo verrete a sapere. Aspettando la seconda serie tv...

sabato 28 marzo 2009

Musica dura - Michael Connelly


Musica duraHo l'insana abitudine di leggere due libri per volta. La cosa buffa che mi è capitata questa volta è la citazione di uno dei due libri nell'altro. Una frase di questo libro di Michael Connelly è citata da Stephen King (lo so, lo so, ho la fissa di King... No, in realtà sempre meno) nel suo La storia di Lisey. Come io abbia scelto proprio questi due libri contemporaneamente non lo so. La vita...
Il detective Harry Bosch è impegnato in un caso che ha tutta l'aria di essere un delitto di mafia. Il cadavere di un produttore di filmacci di pessima qualità viene ritrovato nel bagagliaio della sua stessa Rolls. Le indagini si svolgono tra Los Angeles e Las Vegas, città apparentemente sfavillanti e decisamente pericolose, covo di ogni tipo di mafia possibile. Anche se mette sempre a repentaglio la sua carriera, il detective Bosch segue tutte le piste fino all'imprevedibile finale, mantenendo intatta la sua moralità. Prende ogni decisione sfidando le regole e seguendo istinto e cuore. E vincendo comunque su tutti.
Il libro è del 1997, pubblicato da Piemme in Italia 10 anni dopo. Della serie che riguarda Harry Bosch ci sono altri titoli. La lettura è scorrevole, le indagini approfondite e ogni passaggio risulta chiaro, cosa che non accade in ogni thriller. Come al solito è possibile che non sia un libro da inserire nei top della letteratura. Ma ormai sapete che io non sono quel tipo di lettrice...
Lo consiglio? Boh? Io l'ho letto, fate voi. 

giovedì 5 marzo 2009

Storia di V - Catherine Blackledge

Stavolta "recensisco" un libro prima ancora di leggerlo! Anzi, prima ancora di comperarlo! Ma l'ho scoperto in rete, per la precisione qui, e mi ha incuriosita.
E, visto che ci avviciniamo all'8 marzo, mi sembra splendidamente in tema!!!
E' la "Storia di V" dove "V" non è una persona, ma la vagina. Il sottotitolo del testo, ormai anche in edizione economica dal Saggiatore, è infatti "Biografia del sesso femminile" ed è la tesi di laurea dell'autrice, Catherine Blackledge, giornalista scientifica inglese con un dottorato in chimica.
Queste le note al testo che si trovano sul sito dell'editore (in realtà devo dire che mi ha attirata molto di più la recensione citata all'inizio di questo post!):
"Culla della nascita e del piacere, archetipo della fecondità e luogo misterioso della sessualità, la vagina è rimasta a lungo l’organo del corpo umano meno studiato e conosciuto. Sul sesso femminile, nei millenni, si sono infatti accumulati pregiudizi, luoghi comuni e teorie fantascientifiche.
Catherine Blackledge, stanca dei tabù e dell’ignoranza diffusa, a quarant’anni dalla liberazione sessuale decide che è giunta l’ora di fare chiarezza. Ecco come nasce Storia di V, una biografia della vagina, che spazia dall’arte preistorica alla storia antica, dalle statuette neolitiche della fertilità ai rituali apotropaici, fino alle rappresentazioni di oggi. Un viaggio che passa per la mitologia classica e la linguistica senza tralasciare teorie evolutive, biologia e medicina".